L'Unità - anno VI - n.16 - 19 aprile 1917

UUNITÀ ·Trattati di pace e trattati di • commercio In una oonispondenza da BeTna, mezzo mu. titato. dalla censur a, apparsa in una edizione della e Tribuna >, si da va notizia del divieto ge– neral e d'importa zione decretato dalla Germania , e ciò per due ragioni: prima, per non fare uscire moneta tedesca. du.11 'Impero e non fare ridiscen. dere maggiormente il marco; seoonda , per non venire in aiuto dell 'ooonomia di alcuni Stati bel– ligeranti , specie dell'Italia, la quale prima delln. guerra •·esportava in Germania forti quantità ùi prodotti agricoli. E la oon'lspondenza soggiun– geva ohe la misur a proibitiva era rivolta parti. oolarmente contro l'Italia meridiona le, nella s~ ranza che queste popolazioni colpite nei loro in– teressi · più vitali, si agitassero a favore della paoo.. . germanica . La notiz ia teutonica fa pa.cte di quelle man o. ne - tipo offerta di pace - ohe giustamente furono definite da Briand oome tentati vi di av– volenamento dei popoli dell 'Intesa; poichè è evi. dente ohe in questo momento il divieto d'im – portazione da parte della G:ermania non ba por– te'8. effettiva. Là Germania vieta ·l'importazionè di quello, di cui ba bisogno, e che non può avere , e ohe nessuno ba intenzione di darle ; ma spera col suo divieto di originare chi sa quali agitazioni nelle provincie italian e interes sate e di suscitare dissensi fra le diverse regioni d'Italia . Il truoco, che secondo la mentalità teutonica vorrebb'esser e machiav ellico, è semplicemente infantil e, ed è stato giudicato per quello ohe real – mente è nelle origini e nelle finalità dall e popo. !azioni agrioole meridionali. Ma questo divieto è indice del pericolo, a cui andrebbe inoontro la economia -agricola italian&, e più specialm ente l'agricoltura meridional e, ~e il nostro Governo nei patti comm erciali, ohe ac– compagne rann o la futura pace, si ls.scier!I· pren– dere la ms.no da.gli industriali protezioni sti, e tra – sourerh i diritti di quelle popolazioni ,agricole, che dà.nno il maggiore e il miglior .sangue alla guerra, e,~on approfittano , oome gl'industriali, del movi– mento finanziar io della guerra stessa . In questi ultimi decenni, attraverso le disa.– at.rose crìr,i vinicole, l'Italia meridional e e buona parte della centnale hanno superate difficolt à ·n. fini~ e quasi insormontabili, sostituendo, grada. te.mente e secondo i bisogni, la cultura della vite oon -altre più profitte voli. ~ · fruttic oltura , gli ortaggi, le primi zie in genere, ci hanno aiutato • grand eme nte a superare vittorio samente ques te crisi rovi ooeo- Treni di ciliege, di pere, di albioooohe, di uva da mensa:, di patate, di cavolfiori, di pomodori, di legumi fresohi partivan o da noi prima della guerra a migliaia per i principali mercati dell'Au– stria e della Germania . •Mai oome in questi ultimi tempi l'Itali a agri. ools. ba. lotta to per la trasformazione delle sue culture - special.mente in Puglia, dove la fillos. sora distrugge con rapidità. impressionante i vi– gneti. E lo oorronti a.vvia.te con i due Imperi oentrlili le add itano In via. da seguir e in qua.ta trasformazion e. L& guerra europea è scoppiata proprio quando l 'IWia. agricola si aocingeva. a la.rgamente fruire dei •benè.fìzi di queeta situazione , e mentre am– maestre.ta dall'esperienza non si' aooingovo. a ri• oostitu ire ohe in pnr~ i suoi vigneti distrutti .-dalla fillossera, e ei ovviava per il resto ad una vera e radicale tl'68fo'rmazione cultural e. Se non che lo nuove cultur e non posaono pro– sperare, se i prodotti non trovano uno sbocco e un proficuo collocam ento all 'estero . Preaoin dondo dal fatto ohe finora è stato il .mercato austro-tedesco il principal e importator e dei prodotti in questione , esaminiamo un po' se questi morenti potranno essere &0stituiti in Eu – ropa in un più o meno lontan.o avvenire da altri di nazioni differenti. I prodo~~i, di cu.i paclo, oostituisoooo un tipo di merce deperibilissima , per cui non possono essere assogget tati senza deterioram enti e danni e sub1re lungh i viaggi; e i mercati di consumo devono di conseguenza trovarsi o.d una distanza non oocessiva dai luoghi di produzione. Trattand osi poi di meroo non di prima neces– sitò, ma quasi voluttuari e, stùl 'alto costo delle quali influiscono in ma.niera speciale la cura de– gli imballaggi e l' elevate zza dei porti ferroviari, viaggian do esse sempre a grand e velocità., na deriva che non tutti i mercati si trovano in grado di ritirarne, mo che solamente i centri più popo. !osi, più ricchi ed importanti , sono nella possi– bilità di farne acquisto. Eliminati i mercati della Germania e dell'Au – stria- Ungheria, dove l'Italin. potrebbe collocare ,le sue primizie, i suoi legumi, i suoi ort84{gi? La Spagna è produttr ice ed esportatrice di tali prodotti. La Francia in massima •parte produce quanto le occorre, e per quanto le difett o•ricorre alla Spagna., dove r,uò a.p,Provvigionorsi meglio e più convenientemante che non in ltulia . ' ' L'Inghi lterra , a. causa della distanza, trova comodo comprare in Francia e specialmente · nel Portoga llo e nella. Spagua potendo utilizzare i mezzi di trasporto marittimi, infinitamente più economici di quelli terr estri. Alt.rettanto ai diCò per il Belgio e per l'Olanda . Per ragioni di distan za. bisogna esclud ere la Russia, la Danimarca, la. Svezia e la Norvegia, mentr e o nostra portata rimorrebl:,ero tutti Rii Stati ,balcanici - Serbia, Bulge.ria, Rumenia, Gre. eia, Tur chia. - Ma, alcuni di questi, per la ma.n– canza di rapid i mezzi di comunicazioni, altr i, perchè feraci produttori di prodotti simili ai no– stri ed in grado di es portarn e, "non potr ebbero sostituire in verun modo nei Tapporti con l 'Itali n i mercati della Germania e dell'Austria-Un gheria.- Non porlo dalla Sviz~era , perchè rimarrebb.) l'!ìempre aperta al ommercio, di 'cui mi occupo. Da questa ropida rass egna salta fuori il corol– la.rio che e l'Italia. agricola n guerra finita avrà pur sempre bisogno di collocnro sullo piazze de– gli Im peri cent rali i nuovi prodotti ohe l 'avviata trasformazion e cult urale metterà in disponibilità di vendita, non potendo venderli altro ve >. Ciò posto, è necessario pensare fino da ora. cba nei futuri trattati di pace si de,·ono tenere pre– senti gl 'intere'!6i ohe ha l'Italia agricola. sul mer. cato austro-ted esco. Certo non ai devono trascu – rare neanohe gli inter essi dell'industr ia italiana; mn gl 'industrial i non devono pretendere a tr at– tamenti che si risolvano ai dann i dell'agricoltura , e specialm ente della. merid ionale. Gli agricoltori dovono considera.ce i rovinosi e!• !etti di una Germania, che opponesse allE! bar– riere , che i nostri industriali elevassero contro i suoi prodotti indust riali, altr o barriere contro i nostri prodotti agricoli. Da qualche tempo esiste in Italia un conflitto d'inter essi -fra alcune regioni -60ttentri onali indu. stria li o 1'It11linmeridionale agricola ; e da econo. misti di valore e di coscienza ai a.s evera che mol. te volte gl'int eressi di quest 'ultima furono imm o. lati a tutto beneficio delle prime. Ora l'attual e imman o conflitto ri&0lverà molt i importanti pro. blemi oltr e quelli etr ettam ento politici : principa– le fra tutti sarà quello degli scambi inte rnaziona– li. Sappiano i nostri uomini di Stato trarre pro. fitto da questo eccezionale momento storico p11r conge·gnare un sistema doganale, ohe senza tra.– dire gl 'int eressi di nessuna classo o ceto, perm ei.. ta ali 'Ital ia di liberam ente esplicare le sue fatti ve energie nel campo economioo. S.rrf o AuolU ol. POSTI LLA oi riteniamo ohe il mercato ruBBO possa in av– venire costitu ire uno sbocco assai più largo che nel passato alle nostre esportaz ioni agricole, com. q ,3 pres!).quelle su-~cui più epeoialmeote , si ferma. il nostro collaboratore. Quando sia costruita una. diretta comunicazione ferroviaria fra il Danubio e il basso o medio Adriat ico,· i prodotti agricoli dell 'Italia · centrale e meridionale t.roveranno una via dirotta e rapidissima di comunicazione non solamente verso lo !Boonia, la Serbia e l'U nghe. ria, ma anche verso la Polonia e la .Ruasia . ' Ma le speran ze, ohe possiamo ave~e nell8' capa. citò di assorbimento del mercato ·russo e polacco e di una parla , del mercato bo.loanico più setten . trio nale, •non de,·ono lasciare tras cura.re il .merca– to •tedesco. Gli agent i e i propagandisti del prot ezionismo iodust riole .ai sono dati a nipetere agli agricoltori italiani, che essi non devono ipnotizzar si dietro a un solo meroato, ·ma,.devono cercare di mol,bipli– core più che !,ia possibile. gli sfoghi alle loro pro. duzioni. iEd ·ha.noo ragione. A un patto iperb :.che queste predich e non debbano se.rvire,.a prepararli frattanto a rinunziare •ai mercati a.ntichi. Gli a.gricoltori non debbono chiedere, nè prote– .zioni nè •favori: ,a loro basta ottener e giustizia e libertà . · Si leggo la relazione sugli a.grumi, frutta e or. talj'gi presentata dal p, of. Br1kanti alla Ca.mera di commerci o di Bari in merito ai futuri tr atta ti di commercio- Il Briganti enumera gli ostacoli che pa.calizzano il comm ercio di esportazione . Le patate , per es., da Napoli alla frontiera, pagano 3 liro,al quintal e, .ma pagano lire 1.50 al quinto. le dalla fron ~era ai ·più lonta ni centri di consu– mo della Germania e dell 'Auetria. ' Non vengono destinati pel trai;porto della. frutta fresca e, df)gli ortaggi vagoni refrigera.nti. Si pretende che ù · vagone sia caricato in non più di tre ore, mentre non possono lavorare in un vagone di 42 mc . di capacità più di due uomini insieme, e ques ti non possono in tre ore collocar e nel vagone, con la nooessar ia. diligenza e accuratez za, un migliaio di ceste o di cassetto. Spesso i vagoni mancano. Spesso gli ·uffici ripartitori li distribuiscono alla cieca. I termini di resa sono cosi lunghi che ' la morco spesso deperisce via facendo: per es., da Nooera Inferiore a Roma un -vagone dovrebbe impiega re 12 ore, ma le ferrovie si riservano il di– ritto di fargli impiegare 92 ore; da Nooera al con– fine sett entr ionale i treni merci celeri, a grande velocitl\ dovrebl:,ero impiegare normalment.- 48 ore, ma ai può reclama.re soltanto se il vir.ggio dura più di otto ·giorni: immaginarsi in quali con– dizioni arrivano a destinazione, in estate, le ci– liegio e le albicocche e l'uva I I traaporti maritti . mi sono non me.no disastrosi : le 761 leghe, che separano Londra da Palermo dovrebbero • easere coperte in 7-8 giorni, ma la nostra marlnn sov– venziona ta. ne impiega J.5-20. I 1500 milioni di lire in derrat e alimentari, che importa l 'Inghil– terra partono dalle In d io, dall 'Austria., dal Ca– nrtdll., dagli Stati Uniti: l'Italia non è die~te dall'In ghilterra più ohe non siano questi paesi, ma e una assai me60hina e imprevidente e inca– pace politica marittima isola sempre più il nostro J)QC6enel grande traffico internaz ionale >- La sola.istituzione di una linea diretta da Giaf. fa a Londra, da pa.rte dcli 'Inghilterra, ha potuto determinar e negli ultimi quindici anni una im– portaa ione in quel grand e Paese coneumatore di arance , di una quantità di queete 5 volte maggio. i-~ nlla esportazi one italiana . Nel 1900 la e11porta– zionc di arance da Giaffu. aveva un valore di lire 1.880.000 ; nel 1905 di 3.000.000; nel 1910 di ' 6.000.000; nel. 1918 di ·S.500.000 di lire I La aspor– tazion e ital:iaoa ~di arance in Inghilterra, ad onta della minore di.stanza , è limitata inv0% a 40- 45.000 quintali, per un valore di circa un milione di lire. Gli esportatori sicilian i di agrumi, ohe in– ,; ano carichi a Odessa , Novoroeieki, ecc., profe– riscono ricorrere alla marina libera e pagare un nolo molto più elevato di quello stab ilito dai va– pori della linea sovvenzionata ital iana, i qu11.li partono a intervalli molto lun ghi, banno capacità spesso insufficiente e sopratutto percorrono la di. stanza tra la Sicilia e Odessa in un tempo di gran lunga maggiore.

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