L'Unità - anno VI - n.15 - 13 aprile 1917

IL GOVERNO I carri ferroviari Il :Minist ro Arlotta ha recent emente 'dichiara to 'alla Camera. dei dep utati di a.vere ordin ato 3000 carri ai nostri industr iali. Se ne pot evano ordi – nare 10 mila nella. prima metà del 1915, e gjà li avremmo sui binari. Ne sono stat i ordi nali 3000 sulla fine del 1916; ma quand o li avremo sui bi– nari? Mentre le Ferrovie dello Stato s i erano imv c– gnat e di consegnare ai costru ttori il terro neces– sario fino dal novembre e dicembr e 1916, a qu e– st'ora, e cioè dopo quattr o mesi, non ne hanno consegnato affat to. Non basta. L'amministrazion e delle ferr ovie si è incaponita a impoiioo ai costruttori il legna.me pitch-pine, che bisogna importare dall'Ameri ca con piro scafi, che sono più necessa ri al traspor – to di ca rbone, grano, acciaio, e rifiuta l'uso di legnam i italiani, come il rovere. Il rovere, si ba– di ben e, è legname assa i miglior e del p itch-p ine; e prima della gue r ra si pref eri va il pit ch-pi ne, perchè meno costoso. Ma la burocrazia continua a volere il pitc h-pine, an che se non ce n'è, e a riJìutal'e H rover e; an che se è migli ore: n on si è anco ra avvista. che la ,guerra non è la. pace. Non. ba;sta.. Per ri spa rmi are il ferro , si è adot – tato il . criterio di costru ir e cal'l'i a tela io di le gno. E il rprogetto di qu esti ca rri è stato affidato al Servizio Veicoli di Firenz e. Ebben e, quest' uf– ficio, nonostante che da du e anni n on abbia qua – si nulla da. tare , non è riu scito per lungo tempo a mett ere insieme un o straccio di disegno; mo– ld,vo per cui l'amministr azione ha dovuto limi– tarsi a. contrattare i carri a telaio di legno con quelle sole ditte costruttrici , che ave,vano avut a l'inizi a.tiva di pr eparare per conto loro il pr ogetto. Con questi pr ecedent i, n essuna mera.viglia se ira un anno andrà alla Camera j I Mi'r1,istro dei trasporti a leggere il latinett o preparatogli dalla DireLione Genera .le, e a fa rci sape r e che i 3000 ca rri ord inati in Italia non son o stati co– stru iti , e perciò le Fe,-rovie fecero bene a ordi – na re in America: i 3000 ca rri , che fratta nto sa – ranno arrivati! A conferma, poi , di quanto abbia.mo scri tt o su.ll 'Unitd del 30 marzo sulle migliaia di car r i, che si tengono a marcir e nei depositi in attes a di riparaiioni, ecco quel che leggiamo nell'A– vanti!: « Il giorno 15 marzo giunse a. Sa vona. il treno 8716, composto di 27 ca rri guasti, pr ovenie-nti da Sarnpierdarena e diretti al concent rament o di )fondovl in attesa di ripar azion e. Il capo tecnico e il ca.po d'art e dell' officina Squa dr a 1·ia lzo di qui , eran o sul piazza.le disperati , p erchè da tr e giorn i avevan o par ecchi oper ai in operosi per man canza di la voro , e atte nd eva no appu nto tutti i tr eni In ar rivo, per far subit o togliere dalla composizione dei ·medesimi tutti i veicoli che mu – niti di etic hetta di ripa.razion e viaggiavano vuoti. « Vist-0 l' entit à deJ.lc ava rie, il capo tecnico, me1·avigliato, dispo e che tutti i veicoli fossero immessi nella officina locale. La sera dello stesso gio rno J5 , pr im a dell'ora r io di chiu su ra ac1r'of:fl– cina , fur ono tutti riparati e messi a disposizione del traffico, meno uno , che effettivament e u \ -t.~ra avar ie di competenza di un 'officina gra nd e a.nzi– chè di un 'officina di rialzo. « Ebb ene, que sto povero capo tccmco , r hc si è attenuto scrupo losame nte a.Ile dispos izion i in vigor e e che ha sentit o di comp iere tutto il suo dovere in for zn anche delle rac comand azioni rat – te 'aa lla. Dire zi0<1e Generale e da l Min istero e quindi mer itevole di lode , s'ebb e una sole110e la vala di testa da un funzionari o del Servizi o Vei– coli, per ch é non doveva 71ermettersi di far, r iò rhe av eva f att o, essendo stata sua la disposizione del concentr ame nto de.i veicoli in paro la , che daggiava no sotto la sua responsabilità . « Veicoli, che hanno a vari e min ime, ripn rahil i magari su i pia zzali stessi delle si.azioni, si man – dano ne i concentram enti per mesi, in attesa di riparazioni , per poi dar li alle of(l.cin e pri vat e, le qu al i, col cambio o di un tenditor e, o di una mol– la, o di un repul sore, o di qualche toderina in legn o, eseguono poi una verniciatura gen era le, n o L'UNITÀ BUROCRATICO 1nagari , il più delle volte, non necessaria , e nn notano chi sa qual e spesa e... Pant a lone paga. « Perchè la Direzione General e o il ~lini stero non creano delle Commissioni , non di funzionari, ma. di operai con capi d'a rt e o ca:pi tecnici, p er· chè si ,·echino in tutLi i ·concentram enti di ripa– ra.odi, per fa•rn un a cerni ta dei ripa rabi li? Qua.11· le centi na ia di veicoli vef'l'cbbero fuòri che dn mesi stanno inutilizz a.ti 1na,ga ri per un bollo11e porta. ooppo man cant e! "· E noi ritorniamo a. chjedere : per un solda to, che si la.scia sorprender e addorm entnt o in senti– nella , c'è la fucilazi one; per i commend at ori au – l01i di qu esto incr edib ile sabo taggio, non ci sarà mai un'ombra cLire spon sabil ità? II grano 11 prez.zo di requis i1,ione del grano pe-r il nuoo,o racco lto è st11-to fin d'ora annunèiato ufficia lmente che sa rà elevato a L. {5 al q'llli.ntale, da L. 37, ' 1)rezzo at tu ale (il prezzo base è cli L. 36, ma con i 15 centesimi addiz iona li mens ili, il p;rezzo at – tu ale si aggira int orno a. 37 lir e). Annun ciar e ifln d'ora ch:e il prezzo sa:rà aumen · ta.to dopo il nuovo raccolto, è grave err ore. Non si accresce la prod'llzione poichè · il gran o è ,già sta to seminato da. un pezzo ; l'unico -SCOIPO che si otti ene 1è di 1ar na sconde re ac.:urat amente il gra no da chi lo possiede, poichè i detentori san– n~ cho f,ra tr e mesi sarà pagat o 45, inJveoo di 37, e chi ha. notevole qua ntità di gra no ne conseg ue un notevolissim o vantaggio. Lo stesso on. Canerpn ha notat o cihe molto grano è nascosto, per frurlo ven ir fuori non c'è al tro mezzo che rialza.r e su– ~it o il prezzo; in vece di av\'ertiro <:he fra t re o quattro mesi sa rà rpagato 45 lir e, ~>a,garl o fl,n d'oTa 45, inNece d1 37. Se non si trova il grano in It.alia a 45 lir e, .il governo deve pagarlo all 'este ro, in causa degli alti noli , 70 e più lir e nl quintale. Se avesse r i– nunzi ato a strozzar e i coltivatori col ,Prezzo di 37 lir e - che allo sta.Lùattua le, della n ostra vit a economi ca è non remun erativ o - il gove:rno nvrebbe qttem1.to un n più l!il'ga coltiv azione gra – na ria , e a,vrel>be sr1esn me<no. Queste cose le capis ce a nche un ba mbino . Ma. i calmi eristi romani non le capiscono. Han JV0lutn tirar la corda l'anno scm·so, col !prezzo di 36 lire : hann o ottie'lluto che molte te 1're non fossero se– minali) ; oggi si avvedo no che oc.corr e portar e il pre-zzo a 45 lir e per l'nnno ven tur o: r cosl fann o spari re il gra no pr opri o ne.i mesi in cui ve n'è più bis ogno. Scommettiam o che orn si mettera nn o a fai· per– quJsizioni fra i contad ini atflnch-è il gran o veng n fuori per forza a 37 lir e. Così faranno accett a re più allegr a.mente la guerra ai contad ini ! X Nel 1915 i Consorzi agrari funzionav ano ottim a· mente per il loro fu nzionam ent o decentr at o ed ~ car atte re qu asi comm erèial e. Ora. la burncrazi a impe r versa anche contro i Consorzi - che in ogn.i provinci a dovrebbero esser e i regolatori e distri buto1i del gran o requ isito dalle Commissio – ni di requistzlone . Giorni sono an che il Corri Br e della Sera dava brevissima notizia d'1un convegn o tenut o a. Mila– no dai rapp resentanti dei Consorz i gra na ri della Lombard ia , i qu ali h11J1noprotestat o cont ro l'i n– verosimi le accen tr amento burocr atko . Ecco di clic si tr atta. Un Comun e, nd . es., che a'bbia biso– gn o di g rano, deve sN,Z>11irc qu eslfl proc edurn: 1° fa.re domnnda al Consorzio gra na.l'io e deposi– ta re anticipata.ment e i qu attri ni ; 20 il Consorzio \'Crsa i qua ttrin i alla Ba ncn d' Ttealia e ne ()(– ti ene qui etanza; 3° il Consorzio st~sso p1·esent 11. la domanda e la. q11 iet.a nza al prefetto ; 4° il pre – fetto irwi a la pratica a Roma , al minist ero di ag ricoltura ... giunt.c le ros e r• questo p u nto bi– sog-na fa re un a pausa. e 1Hender e fiato , conciossin cosnchè la prat ica. è "1-riva ta dove la !bur ocrazia h a il centro ver o del su o regno. Q.uel che qui av– viene, nessun o lo sapr à ma.i. Bast erà dir e che la pra tica resta immobili zzata J)er dei mesi ; :flalment e, se gli Dei, e più pr ecisa– mente Cer ere, son pr opizi , dal Min.lstero di ~ 119 cnll ura a.rrh •a alla Commiss ione prov incial e di requisizione l'ord ine di con se,,ona del grano . Ma, In Commissione di requisizion e deve mettersi di accordo con il Consorzio g ranari o : e a ltro temp o deve passa re ! Io conosco de.Ila gente che ha avanza to doma n– da in d ice.mlbre e an cora non ha potut o a.verè il gran o. Conosco qua lche piccolo proprietario di un mul in o (i gross i t;rovan semw e la strada ) che ha do~uto chiude re botteg a e si trava in mezzo ;:.j guai. Perchè, tutto (FU.esto? Perr,h è qu esto accentra – mento e queste lung aggin i ? Là pr at ica IPOtrebb e benissimo ferm arsi al pre– fetto, sbriga rsi rapid amen,te fra un ConsOll'zio e la Commissione di requi sizione della Prov incia. Già. Ma allora non arrh •erebbe r o a Roma tante prat iche: cioè n on ci sa1·ebbe bisogno di tanti im – piegati per legger le e maneggiar le d wra..nte me si e mesi ; cioè non <:i sa rebl:>epiù !bisogno di tanti se'g,reta ri, tcapisezione , cap i division e, direttori generali. f. a. Nulla dies sine linea La nostra burocrazia postale ha avuta la 11•, 11 infelite idea di ai utare il quar to prootito n aziu– nal e con le sottosc rizioni cosidetl c popola 1·i, me– diant e francobolli da app li ca rsi su appositi li– brett i di ri spar mi o. Quest a forma di contributo al pr estito si an – nunz iava e si r.accomandava c01ne opportu nis5i, ma: anc he alle scuole. ,1a. gli c,71p'osili libr etti tarda rono a YC1li..re Quando vennero , man ca rono· gli appositi fran ro– bollj da appicéica l'\;.i : per chè alla m~nta lità I .,– rocra tica parv e ind ispensab ile che i fran cobr,lli fossero appositi, e non - Dio g uard i! - franco – bolli comun i : ché l'essenziale per la bur ocraz ia n on era. di far entr a r dcna,; nelle cass e dello Sta – to, ma d'impianta.r e qual che altra pa.rlita di con – tab ilità spec iale, in cui i fran cobolli apposit i fos – sero chiaramente distinti dai francobo lli comuni . Quando lpOi, in alcune citt à ci furono i fran cobolli appos it i (cioè con la scritta pr estit o n a:i onale ~;i– vrapposta ), manca,vano i li bretti appositi. ch e gJi. uffi ci snccurs ali delle poste. per il tram ite del· l'ufficio centrale , doveva ri chiedere a Roma ogni volta che ra ccolgono un cert o nume ro di doma nde! Jmpr eviclern;a, lun gaggini , pedanteri e - esch – merà a qu esto pun to l'indi gnato lett o,·e : no., potevano ,basta re i soliti libretti di rispa,m io? non potevano servire i fra ncobolli comuni ? Ah, no! amico lettore, voi v'inganna te. P a rlot.t• pur e di lun gag!\ini, parl ate cli pedanterie , no'l pa1·Jate cl'impreV1clenz,a- Sar este ingiusto . La 1 ,u rocrazi a centrale è pr evidentissima . Quelle lun – ga,ggini, que lle pedant erie, hanno uno scopo, frut – to di gra nd e e abili "8ima pr evid enza. Hanno 10 scopo di creaT la1>or n a Roma, moltiplic ando i mo· duli , aument ando la corrispo ndenza , r endendo rosi necessario un mnggior numero d'impi egali Così si mett e a posto un maggior num e1·0cli figli :ii a1ti papa.veri dei ministeri , e si rend e necessa – rio amne nta,,e Je sezioni., le diivisioni, le direzioni e 'il diavolo ch e li porti tutti via. Il prestito n aziona le, come qualunq11c altra ,i e.• cessità nazionale , h a. ser vito a questo sro po. N11' la dies sinP linea . Così il tprestito \'iene sabotato e il lpuh.bllco yie- 11e seccat o. Ma per il seclrntar:o roma no \'es.son zia.le non è di fac ilita re il pr estito. è d i far ilitnr o un a rif orma dell' orp;nnico del propri o minist ern. E se il pae se ci perde, che imp orla a lui? « Viag· gio forse io?» - clomandn il ca po-staz ione cicli-i Guerr a i n tempo qi 7){lre. Della pi ov1·a bur or rntiC'a. In R11ssin r erca libe– ra rsi in crue.i;ti giorni t"On una ri voluzi011e. Gli r che in Ru ssia non r'/>l' n.rlamen to, e il popolo 110n ave ndo fra. sè e la buro crn1.iA.ness11no sclw nn o elettivo, vede chin rament c il vero nemi co, cioè b burocraz ia, e lo nc:.c:.alr ~rn z'nlt ro. Tn Itnli n t11tti se la. pre nd ono rol Pa rlamento e ro i ~1ini8tri . E ha,nno torto . T de1m lati e i milliRlri p assa no. •na i direttori genera li restano . E in lt ali". ro mr 1n Russia , bisogna diri gPre i colpi ro nlr o i clirctf.ori generali e la gerar chia dei pa ra ssiti, che dipe ndr da essi. Se non si segue qu esta nu ova. tatli c~, la riform n del)'ammini str az ione pu bbli ca n on si ott err à ma.i.

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