L'Unità - anno VI - n.15 - 13 aprile 1917

118 I parassiti delf agricoltura l naz1onal1sti si sono, a quel che sembro., avvi · sti che i quutlnni ùegl'industriali non bast ano ,d ussic ur a 1'é ltL viln 1.1.ll ' d ea .Va:ionale e o.I red att-1 ,·i di <•~su. i lauti stip endi, di cui bo.nno bisogn" per promuo ve,·e lo. gran dezza dell 'Italio. in qua. sto m ondo e nell 'nltl'O. Perciò hanno presa s0Lt0 la lor" protrzi one anche l'o.gricollurn. E h ,urno pr on1ossa lu (011da.zione di una. ,, Asso ciazione p-1r la di!CSll dell'agrieoltura nazional e», i cui 5o•i riccvernnno g r,,tuitmnent e {'I) i numeri settimana li dell'/llerr \n:io11 a/ e, dedi cat i alla trattazi one cleUe que sti11111 ,•,·onornit'he, per avere il piM e ·~ di se nti 1•e produmato che "l'ag ricoltura è l'et ' mento t•iù 1m1>01t1u1te ùel beness er e morale e ma teriule dclt,, nazione », e di vedere combattuta. dn ex socinlis11 rhnl•,zionari la propaganda. sovve1·· l.ivu. . \1o. 0 1111 e'i• ros!l se11<aspin·a. I promotori del!~ nuovo. Associazione u.grioola bombo.stico. nazi ona le J)l'Oponevuno r he lo sta rnt o pron ,ellesse « di di!e11 der e la produz ione ag rari a nazionale cont ro lr· ins.idi e ctelln concorrenza st raniera allo scopo ,ti rende re il 1>a~se il più possib ile indipendente per quant o si ,·ifcl'isce a lla sua alimentaz ione n. Co~l il diavol n met teva fuo ri la coda: questi rumot ·o.,i difensori dell'ag ricollu ra na,lionale non sono ln fondo, che faccendi eri dell a camorra prolezio1i – sla ind11str i(ùe, i qu ali cerca no di far pr opa ga n da prot ezion ista fra gl i ag ricoltori , promett endo mari e monti 1wotez ionisli anc he a.d essi, pur c'lè si prestiu o a seco ndo.re ciecame nte la politi "~ stra ngo latoria dei side rnr gici, zuccher ieri, colo ni erl, e alt ri consimili deposi ta ri el!Clusivi del sen – timento nazi onale . Ma l'a gricoltura italia na vive in buona parte di esportazioni. Anzi che esse re dlfesa al l'in– tern o - sah ·o la grani coltura delle terre più mi· sere o peggio colti vale - ha bisogno dl esse~e messa in grado di assalire all'estero. Le occo~re 11nn politico. di tratto.ti di commer cio, anzi che ,ti pr oi.bi7.ioni e di restrizio ni. Cosi è avvenu to che nell'adunanza del 18 marzi) , in cui una cinquantin 'a di persone si è ass un to 11 mon opolio della coscienza agrico la. italiana, 111 formula proteuonista proposta dagli agenti negli indu striali non ha avuto fortuna. Come sia a ndata la discussione al riguard o, non risulta dal resoconto pubblicalo dall' Idea Nacio · nale. Questo è cert o: che la formula approva. la, invece di esse re pr otezionista , è riuscila almeno pe,· metà libero scambista. La, nuova Asso· ciazione, in!alli , si propon e di « dare con ogm mezzo il massimo incremento o.ila. produzion e agraria nazionale aUo scopo di rendere il pae s~ indipendente il più che sia possibile per quant, si riferisce alLa sua ali mentazione, e di incit.stre e ro.vori re l'espa nsione commerc iale dei nostri ilrodolli ag rari"· Sebbene in quel con ogni m ezzo si In– tendo. an che, anzi sopratutto, la prote2ione dog,1. na.Je e sebbe ne la in dipe ndenza economica deb – ba i~l enclers i ne l senso perf ellamenle idi ota de.I· l'inipedir e le importazioni, pur e l'avere ammessn nella seco nda parte del comma la necessità di iu · cito.re e ro.vorlre l'espansione commerciale dei Il">· stri pr odot ti agrari, porta necessariamente J'As50. ciaz ione alla politica dei trattati di comme rcio in ""nso liberal e. Non si pu ò, intatti , incitare la esportazion e. senza incitar e la importazione. Perch è n on si può vende re <1enza compra re. I soli im– becilli dànno agli altri il frutto del loro lavoro , senza chieder e nulla in cambio. Il nazio – nalism o economi co, che vuole esportare senza imp orta re, è La teoria commerciale degli irobe– d llt. Che i soci della nuov a Associaz ione abbiano le Idee chiare a qu esto rigua rd o, non ci semb r a.. Né 1' da credere che gli agenti degl'lndustriali rinu n· cerann o a continuare la loro campagna nella nuova Assocla:i:ione : è ben necessario che essi si guadagnino il pa.ne ! Per ora hanno dissimulala un poco la. coda per non mandare per ari a il loro lav oro. Ma la ri– mette ra nno fuori , non appena si prese nti una migiore opportunità . Ad ogni modo questo prim o in ciden te è int• • re•sa nt e, e meritav a di essere segn alalo . Agricola. L'UNITÀ Villeggia ture Scri ve il Corr ie re deUa Sera.: « Lungo la Riviera di Pon ente, tra Sa.n Rem o e Tag gia, sorg e un a collinetta, dall 'alto della qu o.le lo sguardo spazia ,su l mare. Ai piedi della collina, un faro : sul! vetta un Santuario , d ello Ja Madonna. della Guardia: di fianco al Sant ua– , io, meta. di gite dei v!Jleggia.nti di iSa.n Hemo'. d ue mod'eSti ristoranti. Proprietario di 1t1n o d1 questi è un italiano i:on moglie tedesca.: deU'aJ. tro un tedesco con moglie it&.liano.. li tedesco è un ufficiale del 1° reggimento fanteria bavarese. li signor Franz Eisenr eich, e si dice disertore: nel suo ristorant e troneggia il ritratto del Kaiser. La tedesca, di cu i il marito è assente , e il tede – sco colla. moglie, sono i tre soli abit a-tori della inca ntevole cima sovra.stani.a a.l !o.10: pu nt o ve– , o.men te ideale per segnala:i:ionl ai sommergijjlli. Due signori italiab.i villeggianti a San Remo, che sa lirono lassù in quell'oasi ledeiM:ae no rimasero :ùJalorditi, s i fecero pr cm'lll'a di parte cl,pare al commissario di P. S. di San Remo la lor o sco– rporta: e il corrunissario riapose che lo sa., che ne ha da to avviso ai superl ort ma. non ha or !Lini ! Il tedesco, è vero, deve reca11si ogni setti rnana. alluffieio di P . S. a farsi vedere: ma poi, se Dio vuole, è libero del ratto suo e !può godere t~ vista del mare dall'alto della. sua collina., colla sua birra, col Santuario a due passi, con una buona vicina tedesc a per scambiare qua ttro chiacc hi ere nella lingua nati va, col suo bravo raro di sotto come rirhiamo. Bel paese l'Itali a I» E il Popolo d'Italia del 7 a,prile, commenta: « Ecco : senza che noi corriamo !neon.tiro alle !01,bici di madama Anastasia, senza che ruii pre– cisiamo circostanze di fatto ed episodi di crona– ca, posteriori alta denuncia del « Corrie r e della Sera. », sapre bbe dir ci il governo di chi sia. .. una certa colpa.? Di là pir oscafi ne passano tutti I giorn i, a tr:e mj glia dalla costa; da Alassi o, ad esempio , se ne vedono passwre ; e si son visti an– ~he sosta.re , ,propri o quelli buon!, pr oprio quelli che ane bber o potuto necare carichi ghiolli per i sottomarini. Vogliamo interrogare la sibilla ? Ma allora ma– dama Anastasia non troverebbe la nostra prosa cl, suo gusto. Insomma, ha capito il governo T Grave responsabilità pesa sul suo capo. E noi I annotiamo , per dio, l'annotiamo per il giorno del redde rationem! Ha capito il governo ? Noi sappiamo. Anche la cronaca di... ier l'altro , In quel dl Alassi o I " Che cosa. è avvellillo, dunqu e, il 5 aprile ad Alassio? O mille abbonati o cento azioni · conti del n ostr o ammi nistra.tare parlano phi ar o. Se non cr esce alme n o di mille il numero degli abbonati, o alme-no di cento il numer• delle a:ioni , l'Unità chiuderd il primo anno di eser – t faio con un disavanzo di MOOlir e. Potremmo ri durre il disavanzo di qualch.e mi - 11liaio di lir e, sopprimendo la. vendita al minuto , che t passiva per noi, come per qua.ii tutti i giornali settmwnali . Ma questo signiflcherebbe rinunziar e ad uno dei meni più effl caci di pro– .,.,aganda. Potremmo raccogliere un gruppo di a.miei, ch e coprissero 'q1Lalunque disavanzo con l e propri e Ti– .•orse p er sona.li. Ma ci rifiutiamo e ci rif!,uteremo sempr e di ricor r ere a que.~ta f orma. di mecena . tismo giornalistico p e-r conti nua.re nella nostira o-pera. Noi intendiamo r.he quest'opera. sia soi re· nata pr evalentemente dalla soUdarietà attiva. dei l•ttori: vogliam o a·vere la sensaiione che altri mo!tt con noi son disposti a.d aiuta.re La pr opa– ganda. indipendente delle nostre idee con ,acri– f!oio che ecceda l'abbonamen to clte t un Jl'7'eno sott o costo. Perciò solle citiam o i nostri a.miei di non da.n– car si a. trovare nuoVi aiiont 4tt e al>b°"4et.

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