L'Unità - anno VI - n.15 - 13 aprile 1917

114 si afferma con maggior e ,evidenza nella costitu– zione dell'Imnero. L'Imp ero tedesco ha risorse finanziarie propri e, e in caso di insurftcienza di queste riSQrse, si ri– volge ai singo li Slali per otte nere cont ribuzi oni matricolari in propo rzione della popolazloue cri ciascuno. Le sole contribuzi oni ma tri colari han no ; ca– ralle rc di un 'imposta an nuo.le, che deve essere volala da lle Camere. Le risorse proprie dell'lm - 1>ero (prodotti daJle doga ne, lasse di consuruo, J)ù– stc, telegrafi, ecc.) non dip endono dal volo del l'u rlo.menlo. La grand e ri form a finanziario. compiuta da Bismar ck nel 1879, che si presentò come uno. ri– f.irma doganale, lendenle a proteggere il com- 11wrcio e l'agri coltura, mirava in realtà ad esten- 1lcre le imposte proprie dell'Impe ro, rendendo que– sto in dipendente dalle necessità delJe contri – buzioni matricolari. Nel 1914, le imposte ma– tricolari non rappres entavano che la dodicesima parte delle ri sorse finanziarie dell' Imp ero, e cioè, 255.419.300 di mar chi in un totale di 3.577.398.700. Cosicchè, soltanto 250 mil ioni su 4 miliardi cir– ca: di entrate imperiali sono sollo posli all'appro– vazio ne delle Camere dei singo li Slall. Di quesli 250 milioni bisogna notare che 150, i tre quinli, appartengono alla. Prussia: quindi in ultima analis i soltanto cento milioni di contri– buti matri colari dei singoli Stati devono essere approvati dalle Came re locali. Come si vede, il volo dalo da i deputati sociali– ~ti tedeschi - maggioranza e minoranza - con– tro il bilan cio di quest'a nno , non ha Importanza prat ica. Una importanza. caratte ristica avrebbe ovulo il volo contra ri o ni nuovi credili di guerra, perchè questi non potrebbero essere emessi senza l'approv azione del Reichsla,g. Ora ai crediti di guerra i depu tati socialisti della maooiorama hanno dato voto f avor evole sempr e e anche que– st'anno. Siamo, dunque, ben lontani da un ravvedim en– to sin cero e r adica le. Ed è assai probabil e che il voto contro il bila n cio sia sta to dato do.I deputati socialist i col permesso dei superiori, affinchè t propagandisti tedeschi potessero presentare il fal– lo come prova dell'eppu , si muove alle democra – zie dell'Intesa , app rofittand o dell'errore, dn cui queste possono facilmente cadere, di confondere le abitudin i costituzionali tedesche con le abitudi – ni inglesi, i talia ne e fran cesi. Quanto al proclama del J<aiser, per chi lo legge attentamente, esso non p romette che una rllorrn a della legge elettoralo pruss iana . Oggi in Prussia gli eletto ri sono divisi in clas– si : cioè ciascun gruppo socia le, grandi proprie – tari e ind ustri ali, media e piccola borghesia, pro– leta ri ato, vota. per conto pr oprio , nomin ando sola'. mente un nume ro determinalo di deputati alla Dieta prussiana; e la rlistribuzione dei deputati tr a le tre classi è fatta in mod o che la cla sse prolet aria non abbin che un nume ro ridico lo dt rapp resentanti . Per giunln le votazioni sono a doppfo grado , e non esiste il segreto del voto. Ora il J<aiser promette solamente la flne del si– stema delle classi e la votazio ne dirett a e segre– t n. No11 promette i! suffragio un iver sale. Ma anc he se lo prom ettesse, ia riform a non avrebbe che una importanza limitati ssim a, se non fosse r iformata tutt a la resta.nte costituzion e delln Prussia , cominciando dal signi ficato che si dà in Prussia , e in genera lo in t,utla la Germ ania, alla votazione d~I bilancio. Le elezioni per il Reichslag dell'Imper o avven– p,"onoa suffragio 1Universale egual e e dire tto; ma neanche nell a costituzione dell' Imper o esiste un govern o responsa bile e un regime veram ente pa r· l~menta r,c. Vi sono le apparen ze, non la realtà del regime pairlame nto.re . Vi sono gli organi, non le fun zioni. E i tedesch i se n e contentano. Anche se il su ffragio universale della costituzione j,nper iale fosse intrndotto in Pr ussia, tutt e le 11ltre ruote dell a costituzi one prussiana rimanendo im– mutate , non si avrebbe in Germa ni a che una mi– stificazione di più. Nè sembra che il J<aise r inten – da rinunziare ad alcun a par te del potere perso– na.lo : il suo proc lama non è che ut, nuovo do– cumento di autocr azia: è il principe, il quale ave nd o fiducia nel suo popolo, lo invita a colla– borare più la rgamente all'opera del governo, ri- n L'UNITÀ manc nclo fedele alle « t radizioni dei suoi grancU predecesso ri ». E il Vorwiirl s a1>plaude e si contenta ! Non sarebbe però lecito - lo iTÌJ)6tia.rno - negar e ogn i val ore agli a.,wenimenti te– deschi di qu esli giorni. La ipocnsia, in quanto è un a falsificazione della virtù, è un omaggio alla virtù. Anche i trucchi sono do– cumento dell a realtà, in quant o sono diretti a svisare o a svia re la. realtà. Se i socio.listi tede– schi sentono li bisogno d"inga nn orei per riacqu.i– sta re la nostra fiducia, dopo aver ci sfrontatamen– te traditi; - se il l(ais er teme l'avvi cina rsi delta bufera, o si sforza di neutraliz zar la con concP~· sioni di forma più che di sostanza; - questi rat – ti non vogliono certo djre che la Germania. si a guar ita della sua malattia malvagia: vogliono dire che ~ gia ridotta alla necessità di fingere con 110 1 di essere gua ri ta, cioè non si sente più c05l forte da I)oterci sfidar(• brutamente come osò ne r– l'agosto del 1914. Tocca a noi insister e risolutame nte nella curu , lìnchè non sia a vre nu1a la guarigi one reale e ra – dicale. Cioè, dopo arn re resistito, dobbiamo ~;n– cere. La gua rigione dc:llo. Germa nia sara tant o più profond;i e definiiivu, quanto più evide nte sa – rà la nostra vittoria , qu anto meno i professo ri tedesch i avranno la possibili tà di cavillare sul signifi cato e suJJa estensio ne cU essa, quanto me– no potrann o negar e filosoflcamenle che sia sto.In una vittoria nostr a e nega.re filosoficamente che sia sta.la una loro sconfitta. a. I, I giardini dtinfanzia Chi .ba pr atica di scuole elementari sa, che re– &tano asso.i spesso infruttuosi gli ~forzi del mo.e. stro per tliroaza.tc 1 fanciulli d.-lli- prim e classi ,3 per distruggere o alme no at tenuar e gli effetti del– l'azione antieducativa , che sulla loro anima ge– neralmente esercitano l'ambiente familiar e e so– ciale, proprio negli anni pr eziosi che pr ecedono l'età della. scuola. La scarso. percentuale degli approvati special– monte del corso inferi ore (51,86 su 100 iscritti per esempio noi 1901-902 e- 52 ,22 su 100 iscr itti nel 1907-908) conferma che assai 81)esso il primo pia– no dell'edifizio, che il maestro è chiamato a co– struir e, eroi.In,appunto per la insuffioiente solidità delle fondamenta. Il s istema. a68urdo di sciupar tem po e monet a a costruire un e,djfizio vac illante, destin ato qua si per metà a crollar e e a,d ossore ricostruito perchè non ~i provvide a tem po a gettar le solide fonda.– menta, potrà cessare solo quando si farà ,strada nell 'opinione pubbl ica la convinzio ne che la scuo– la primari11,dev'esse r e io ogni Comune preceduta dai gia.rdini d'infanzia, non lasciati, come ora, alle iniziativ e spora.diche e insufficienti degli enti locali o di privati carita.tevo li. TI giardino d 'infa.nzia, oltro a far realizzo.re uno. ooonomia nella spesa per la scuola primaria - giaoohè farebbe diminuir e il numero dei bocciati e forse potrebbe ;;ost itui re la prima classe della scuola, ele-mentare -, risponder ebbe all'esig enza pedagogica. d'iniziare a tempo e in un' et à tanto propizia l 'opera educativa, e insieme appagihe– rohbe uno dei bisogni più viva.mente sentiti dall e class i lavo ratrici. · E' noto, infatt i, di quant.o o.iut.o è i1 gia.rd ino d'infanzia a.Ile famiglie, dei lavorato ri, all e madri in ispecie,. le <juali, per recarsi al lavoro ,' sono costretto a<l affidare le loro crea.tur e alla sor ellina maggiore , lei sle6sa, bisognevole di prote zioM e di assist enza.. Se dun que vogliamo avvio.rei dav vero a risol– vere il problema dell 'educazi one del popolo , dob– giardini d'infanzia . biamo cominciare ooll 'affronta.re il proble;ma. dei A tal fine, bisogna pri= di tutto tener present i le condizioni concrete e assai diffe r enti delle vru-iA regioni d 'It.alia. Nel Piomo nte, per esempio, nel 1898-99 c 'erano 752 asili su 587 Comuni, mentro in Sicilia - con la stessa popolazione - se ne oonta vano appena 60 clislribuiti in 42 Comuni I Questo cifro ci dicono che, se in Piemonte la &cuoia element are e il corso popolar e essendo spesso preceduti dall 'istituto infantile, s' avviano a diventare Ull edifizio costruito su di una. solida baso. in Sicilia - e lo steeso si può dire in tutto il Mezzogiorno - ra.ppresentano, ripetiamo , 1•~ – surdo di un ed ifizio senza basi. S'aggiunga l' assurda. di&posizione della legge del 190-1, ch e •ha reso obbligatorio il COl\SO popolar e (5• e, 6• elementare) nei Com uni io ou.i la. popola- zione agglomerata supera, i quattromila abitanti . Or poichè i ComWJi o. popolazione agglom era.ta sono assai più numerosi nel mezzogiorno che nel settentrione, ne è conseguito che , per es. , la pro – vincia di Ber gamo , con 460 mila ab itanti , 806 oomuni e 1'80 % di maschi maggiorenni che sanno leggei-e e scriv ere, ha soli 8 com uni obbligati a t.e– nore la 5• e 6• elementare; in-vece nella provincia di Reggio Colabria, oon 430 mila abitanti, 106 comuni , e il 69 % di ~nalfabe ti , i comuni obbli– go.tori a mantenero le du o eleme ntari superiori, sono 38 I Cioè la 5• e 6• classe, cioè il 5° e 6° gradino della sca.la , son più abbonda.uti proprio Il dove o'è maggio r bisogno doi gradini i.nieriori. E l'in– oonven iente aumen terll. se, con lo stesso criterio , sarà a.ggiunt a una sottima classe al corso popola,– re, secondo il disegno di legge sulla scuola popo– lare, che è davanti. o.Ilo.Ca.mera! La conoscenza precisa dell ~ reali condizioni dello va.rie regioni italiane ci farebbe COID,Prendere anoora un altro fnt.to importante. Date: cioè h grande differenza dello. potonz ialit à economioa dei vnri Comuni, molti tra i più poveri non potreb – bero, neppur oon la miglior volontà di questo mondo, risolvere il problema, dei gia.rdini d'infan– zia , appunto per la loro povertà . I Comuni poveri si trovereolfuero nelle Btes– se dolorose condizioni, in cui si son gih trovati quando &i son volute istituire le scuole elementari. I Comuni poveri, pur af– frontando, in propo rzioni delle entr&te, 11&– crifici maggiori che i Comun i più rioohi, non riuscirehb.e ro a, provvedere alle spes,e neoe&-– sa.rio, mentr e i Comuni più rioohi, con sacrifici nori, in -proporzione dell e entrate , potrebbero risol– vere con minori difficoltà il problema. Ecco perchè , anche pei giardini d'infanzia come por le scuolo ,elementar i, do-ve interv enire lo Stato in ragion diret ta - ooroe la. logica e la. giu– st izia cons igliano - dei bisogni dei singoli Co– mun i. A questo critei-io appw1to ris,pondo la leggo speoiale pcl Mezz ogiorno 15 luglio 1906, per la qual e fu scrit ta nel bil.a.ncio del Min iste ro del.la Pubblica Tstru zione una. somma spec iale allo sco– po « di conco rr ere al.In,ist itu zione o al man teni– mento dei giar dini ed asili d'infanzia delle Pro" vincio meridionali e delle isolo di Sicilia e di S&r– degna., eccet tuati i ca.poluoghi di provincia. ». In maniera che, dop o la detti. legge, ne1bil&noio del– la P. I. sono isoritti per assegni e sussi di a.gli isti– tuti infantili du e dis tinti oe.pitoli: l'uno di oomt– tere speciale a favor e del Mezzogiorno: l'al tro di caratte re gene ral o destinato agl'is tituti infantili in genere se nza. distinzione di provinci e. Ma i fondi costit uenti il primo capitolo (lire ,150.000) come anche qu elli più limitati del se– condo -Olllpitolo, aon.o assoluta.m ente sproporzio– nati risp etto a.i .bisogni . Giovanni Modugno.

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