Una città - anno III - n. 19 - gen.-feb. 1993

••• "Mi avvicino alla finestra (vetri antiproiettile, che a qualcuno non venga in mente di spararti così non ci si pensa più) eguardo fuori. Unmucchio di gente che va e viene, con mille problemi e mille pensieri. Ehi voi come siete lontani! Mille vite che si consumano così, in una quotidianità senza fine". A parlare è Carla, di cui, in ultima, una madre ci racconta qualcosa. E a noi, passando di fronte a quelle finestre, è mai capitato di pensare alle lotte terribili che di là da quei vetri si combattevano? Di quante storie stavano finendo senza "poter essere raccontate"? E vien da chiedersi che vita sia diventata la nostra se non riusciamo più neanche ad accorgerci degli occhi del moribondo che ci osservano. Noi non sappiamo cosa sia bene per il problema, la proposta di Manconi qui sotto sembra ragionevole, soprattutto per non arrivare a quel "fondo", dal quale, certo, non si può che risalire ma dal quale troppo spesso è semplicemente troppo tardi per risalire. Ma di sicuro è assurdo pensare a questi ragazzi come appendici inerti di qualcosa, muti. Nelle scelte che hanno fatto, nelle conseguenze che hanno pagato, hanno affrontato qualcosa di più grande di tutti noi, qualcosa per tutti noi. E nel loro silenzio ci parlano e potremmo ascoltarli se solo ci fosse occasione. "E te ne stai qui con il naso spiaccicato contro un vetro pieno di virus, aspettando il miracolo, come la donna che invecchia aspettando il ritorno del suo guerriero dalla battaglia di sangue, piena di un amore che chissà se mai ancora potrà liberare ed offrire. Certo che il guerriero tornerà!" Per Carla quel miracolo non è venuto e il guerriero, forse l'unico che le fosse capitato in sorte, era già morto su una spiaggia di Ceylon. Ma forse, a un prezzo assurdo e lei sì, in gran fretta, ha miracolosamente ritrovato se stessa in quella "prossimità" così banale e quotidiana, che spesso per noi, che passiamo in fretta sotto quelle finestre, è tanto scontata e gratis. Ma pur sempre a portata di mano. SPERIMENTARE LA LEGALIZZAZIONE? Il sociologo luigi Manconi ci spiega la sua proposta di sperimentazione della legalizzazione dell'eroina Il governo Amato ha parzialmente depenalizzato l'uso personale di sostanze stupefacenti. Quali sono i punti principali della "ragionevole proposta di sperimentazione" che lei ed altri state avanzando? Premessa a qualunque programma efficace è la possibilità di sottrarre il consumatore di droghe illegali a due convergenti forme di pressione: quella, di tipo giudiziario, rappresentata dal sistema delle sanzioni (penali e amministrative) e quella, di tipo sanitario, che subordina l'aiuto, l'assistenza e la cura a una decisione di totale astinenza. Pertanto, se si vogliono ridurre le sofferenze e i decessi, si deve liberare il tossicodipendente dalla pressione delle sanzioni legate al consumo di droga e dall' obbligo della totale astinenza quale pre-condizione per ricevere aiuto. Dunque, si deve ipotizzare una strategia di assistenza che preveda due forme diverse di intervento, tra loro integrabili: a)terapia, finalizzata ali' interruzione del consumo di droghe che comportano dipendenza; b )trattamento, finalizzato, non all'astinenza, ma al miglioramento dei comportamenti dei tossicomani sul piano fisico e sociale. Un programma di ispirazione antiproibizionista può intervenire nella situazione attuale attraverso gli strumenti della politica sanitaria e può porsi l'obiettivo di sviluppare un complesso di servizi sociali, di progetti terapeutici, di misure di prevenzione e profilassi. Un programma minimo ispirato a questi presupposti richiede modifiche delle leggi e dei decreti amministrativi: fermo restando che la più efficace politica sociale e sanitaria può soltanto temperare o non annullare iguasti del proibizionismo. Un tale programma può così articolarsi: I) E' necessario che i Servizi pubblici per le tossicodipendenze, istituiti presso le Unità sanitarie locali, organizzino le "unità di strada": servizi mobili su camper o autobus, destinati al primo contatto con i tossicodipendenti che rifiutano di rivolgersi ai centri fissi. Le "unità di strada" devono essere costituite da operatori sanitari, psicologi, volontari con esperienza dell'ambiente da raggiungere (per esempio, ex tossicodipendenti provenienti da gruppi di auto-aiuto e da comunità) e operare nelle zone "a rischio": devono fornire siringhe sterili in cambio di quelle usate e preservativi e devono distribuire metadone a domicilio ai tossicodipendenti registrati. Devono offrire il primo contatto per informazioni su possibilità di lavoro, alVia M. F. Bandini Buti, 15 4 7100 FORL/' Te/. 0543/780767 - Fax 0543/780065 Via Parini, 36 4 7023 CESENA Te/. 0547/611044 - Fax 0547/671144 P.zzaTreMartiri, 24 47037 RIMINI Te/. 0541153294 - Fax 05411544 64 Il validosupportoallapromozione dellaVs.attività Produzione Orologidapareteedatavolo, oggettisticadascrivaniaa, rticolpi romoziona"lai dhoc'. Oggettisticapromozionale: pennea, gendea, rticolidaufficio, calendarip, ortachiavi, pelletteriavaria,magliette, camicietuteda lavoro,valigettee, cc. Campagnepubblicitarie,venti,comunicazione, servizi,allestimenftiere, sponsorizzazionmeanifestazionsiportive, realizzaziongirafichedi marchei stampatpi ubblicitarviari, marketingf,ormazioneprofessionale,cc. piùsempliceperesserericordati? elle i nostrinumertielefonici! loggio, reinserimento o per favorire lo sviluppo di programmi di auto-aiuto fra gli utenti, ,n collaborazione còn le associazioni del volontariato e le comunità di accoglienza. 2) E' necessario che i Servizi pubblici per le tossicodipendenze forniscano il metadone, e altri farmaci di sostituzione dalle caratteristiche analoghe, nell'ambito di un programma sanitario graduato sugli obiettivi a breve e a lungo termine. Ciò al fine di evitare la trasmissione dell'infezione da Hiv (virus dell' Aids) e di altre malattie infetti ve provocate dall'uso promiscuo di siringhe; al fine di limitare i rischi di overdose, di allontanare il tossicomane dal circuito criminale, di facilitare il suo reinserimento nella ·vita sociale, di ridurre la sua dipendenza dalle droghe illegali. 3) E' necessario riconoscere il diritto di ogni medico a suggerire e praticare la forma di terapia più appropriata alle condizini del paziente (compresa la terapia del dolore, attualmente resa difficile dalle leggi sulla droga); e il diritto di ogni cittadino a scegliere in un ampia gamma di offerte sanitarie e di decidere per quella che ritiene più confacente ai propri bisogni. Vanno perciò eliminate tutte le norme, come quelle contenute nel decreto del 19 dicembre '90 del ministro della Sanità sul metadone, .che riducono la libertà dei medici e quella degli utenti dei servizi sanitari. 4) E' necessario mettere a disposizione macchine per la distribuzione automatica delle siringhe strerili in cambio di quelle usate, in numero tale da garantire un funzionamento il più ampio possibile e da evitare la concentrazione degli utenti in poche aree della città. Tali macchine devono essere installate in luoghi e locali accessibili a qualsiasi ora, nei quartieri più "a rischio". Questo richie,dein collaborazione di istituzioni, associazioni, gruppi di volontariato. 5) E' necessario sperimentare -in un numero significativo di città- la distribuzione controllata di eroina e altre sostanze stupefacenti, in virtù di quanto previsto dalla L. 162/90 che, ali' art. I3, comma 2, così afferma: "E' consentito l'uso terapeutico di preparati medicinali a base di sostanze stupefacenti o psicotrope di cui al comma I, debitamente prescritti secondo la necessità di cura in relazione alle particolari condizioni patologiche del soggetto". Concretamente, si può pensare alla distribuzione di sostanze stupefacenti, tra cui eroina, in strutture del servizio sanitario pubblico, sotto controllo medico. Al termine del periodo sperimentale, o in funzione dei risultati ottenuti, verrà deciso se sopprimere la sperimentazione o estenderla a tutto il Paese. 6) E' necessario considerare il carcere come "quartiere ad alto rischio", dove si presentano in maniera aggravata tutti i problemi della collettività (ivi compresa la circolazione di droghe iniettabili). Questo richiede l'apertura di Servizi pubblici per le tossicodipendenze ali' interno delle carceri, al fine di garantire una assidua opera di informazione e consulenza; i Servizi cureranno la distribuzione di preservativi e garantiranno la somministrazione di metadone ai detenuti che ne avranno necessità. 7) E' necessario abolire la disposizione realativa alla dose media giornaliera, solo ritoccata dal decreto legge del 12 gennaio 1993. E' inaccettabile, d'altra parte, che i consumatori di cannabis corrano oggi i maggiori rischi di incriminazione; e che la distinzione nel trattamento sanzionatorio fra consumatore e spacciatore resti affidata a un criterio meramente quantitativo. La necessità di provare il reato di spaccio non giustifica la violazione di principi fondamentali del diritto e l'abolizione dell 'onere della prova per la pubblica accusa. Le contrapposizioni restano nette e si discute sempre più Amministrazione Comunale Longiano Accademia Perduta - Romagna Teatri la tradizione del nuovo CARTELLONETEATRALEGENNAIO-APRILE'93 Venerdì 5. Sabmo 6 FeblJraio. ore 21 -Teatro Comico- REMIGIO GOMEZ in "E tutti ballano la Bossi-Nova" lngrc.~so: pla1ca. p.1lchi L 15.000-loggionc L 10.000 Sabato IJ Febbraio. ore 21 "Ricercar Teatrando-Palcoscenicl per il Nuovo Teatro•• Compagnia SUTKI in "Redingote" Regia e coreografia di ANNA SAGNA lngrc,so: pla!c:a. p..1kh1L15.000-loggionc L 10.000 Ve11erdì/9 Febbraio. ore 21 "Ricercar Teatrando-Palcoscenici per il Nuovo Teatro" Nucleo Teatrale MOTUS in "Strada principale e strade secondarie" dedic,ito a Samuel Beckett e Paul Klec lngn:s~ unico L 10.000 Mercoledì J. Giove,n 4 Mar:.o. nre 21 -Teatro Comico- LELLA COSTA in "'Due abbiamo un'abitudine alla notte" con Lella Costa e Giorgio Mela1.zi-Regia di Riccardo Piferi lngrc~so: platea. palchi L20.000-logg1onc L 15.000 Ve11erdi12 Mar:.o. ore 21 "Ricercar Teatrando-Palcoscenicl per ii Nuovo Teatro" Compagnia MARCIDO MARCIDORIS e FAMOSA MIMOSA in "Spettacolo" dalla FEDRA di A.SENECA Regia di Marco lsidori -Prima nazionalclngrc~~ounico: (.10.000 Sabato IJ. Domenica 14 Mar:.o. ore 21.JO -Teatro Comico- MARIO ZUCCA in "Con tutto Il cuore" lngrcs ..o. : platea. palchi (.15.CXX>-loggionc LI 0.000 CO Sabato 20. Dnmenirn 21 Mar:.o. ore 21.JO -Teatro Comico- FRANCESCA REGGIANI In ''Emozioni forzate'' -Prima na1.ionalclngrcsso: plOlca. palchi {.20.()()().foggionc L 15.000 Domenica 28 Mar:o. ore 21.30 "Ricercar Teatrando-Palcoscenicl per il Nuovo Teatro" Compagnia GIARDINI PENSILI in "Terra di nessuno" di Isabella Bordoni, Roberto Paci Dalò e Marcello Sambati lngrcsw unico: C.10.CXXl Ve11erdì2 Aprile. ore 21.JO "Ricercar Teatrando-Palcoscenici per il Nuovo Teatro" Compagnia NADIR in "Come se il cielo avesse fatto male alla terra•• - Regia e coreografia di CATERINA SAGNA lngrc....,so:pkuca, palchi L 15.000-loggionc f. 10.000 Dome11ica4 Aprile. or<'21.JO "Il Terzo Orecchio-Rassegna di Nuove Musiche" GUO YUE-Flauli cinesi (Cina) e JOJI HIROTA-Percussione (Giappone) in concerto lngrc~,;,ounico: L20.000 Venerdì 9. Sabato IOAt>rile PRF;MIO SCENARIO. IV0 Edizione Idee e progetti di teatro contemporaneo Sabato 17. Dam,11ica I8 Af>rile.ore 21.JO -Romagna in poesiaLELIA SERRA in "ltaly" di Giovanni Pascoli di Corrado Bertoni, Gyula Molnar, Lelia Serra ANTONIO CATANIA in "Pedretti" con interventi coreografici di CHIARA REGGIANI lngrcs!,.()unico:(, 10 000 Mercoledì 28. Gimwli 29. Venerdì JOAt>rife. ort• 21.JO STADIO in concerto Special Live Recording Session lngrc..-.!ìu>noico: f.20.000 Teatro Petrella Longiano Direzione Tatrale: Sandro Pascuccl Per infom1a11on1 e prenotazioni: Ufficio Tcalro: ore 9-13 Tcl. 0547/55024-55113 Boucghino: dalle ore 19 del giomod1 -.pcuacolo animosamente ... Contesto quel "sempre più animosamente". E' vero il contrario. Si è passati da una fase di contrapposizione netta e irriducibile a una fase, quella attuale, che vede profondi cambiamenti di idee e radicali mutamenti di posizioni. Anche il mio rapporto con la comunità di San Patrignano che, nella sua rappresentazione televisiva (nel corso di "Milano, Italia") è apparsa conclusivamente conflittuale, nei fatti è stata e continua a essere di comunicazione. Non con Vincenzo Muccioli, preoccupato solo del proprio potere ideologico, ma con gli ospiti di San Patrignano. Questi hanno bisogno, certo , delle sicurezze che gli garantisce Muccioli: ne va del loro equilibrio; ma hanno bisogno anche dei dubbi che noi solleviamo: ne va della loro libertà. E poi le comunità sono qualcosa di molto differenziato: le loro posizioni verso l' antiproibizionismo sono assai diverse. Don Mazzi mi ha intervistato per il quotidiano "Avvenire", don Riboldi e il gruppo Abele costituiscono preziosi e assidui interlocutori. Per quanto riguarda gli operatori dei servizi pubblici, sono in atto grandi mutamenti, e un numerocrescentedi loroèd'accordo sulla necessità di sperimentare forme di legalizzazione. Ciò nonostante, il problema esiste. Molte comunità si guardano con diffidenza. E' comprensibile. Un ragazzo di San Patrignano è, per molti versi, un privilegiato: ha trovato le energie, l'occasione, l'aiuto per scegliere la comunità; ha trovato un posto in comunità; ha trovato una via d'uscita dall'eroina. La legalizzazione si rivolge, invece, a quanti oggi non hanno quel1'opportunità; a quanti oggi non possono o non vogliono scegliere l'astinenza. E sono la stragrande maggioranza. La legalizzazione si rivolge a questi ultimi perché possano-in un'altra fase della loro vita- abbandonare l'eroina. Si tratta di consentire loro di assumere sostanze sotto controllo medico. Solo se il tossicomane assumerà droga di cui conosce la composizione (riducendo i rischi di overdose), se abbandonerà l'uso promiscuo degli aghi (riducendo i rischi di AIDS), se non sarà criminalizzato e se non si farà criminale (riducendo i rischi di degrado sociale irreversibile): solo in tal caso quel tossicomane potrà, domani o in futuro, scegliere l'astinenza; e sarà in grado di rivolgersi a Don Mazzi o a Don Ciotti, a uno psicoterapeuta o ai servizi pubblici per le tossicodipendenze. O potrà provarci da solo. Nell'intervista pubblicata nello scorso numero, un genitore ha lamentato I 'ingerenza degli intellettuali sul tema droga, assegnando agli operatori, cioè agli "esperti", il diritto di intervenire. Gli "esperti", come noto, sono tanti ed esprimono posizioni assai diverse, spesso antagoniste. Credo di poter dire però che solo gli "esperti" di ispirazione antiproibizionista insistano -testardamente- sul concetto di sperimentazione. Che é poi il concetto chiave di ogni opzione scientifica e di ogni programma terapeutico, e anche del nostro lavoro. Un esempio: tra qualche tempo, partirà in Svizzera un esperimento di somministrazione controllata di stupefacenti. Nel provvedimento del governo svizzero si legge: "Saranno realizzati progetti pilota che includono la distribuzione di droghe sotto controllo medico. Esperienze pilota che consentono (...) di stabilizzare la situazione del tossicodipendente e permettergli di superare la fase della dipendenza. (...) Il numero di persone ammesse ai progetti pilota non può superare le 50 per progetto. Un numero relativamente alto di partecipanti è necessario per avere la garanzia, dati i probabili abbandoni nel corso del progetto, di un numero sufficiente di persone che permetta una valutazione scientifica. La partecipazione al progetto sarà volontaria. Ci saranno circa 20 progetti di prescrizione di stupefacenti. Ogni trattamento di questo tipo sarà sottoposto a controllo medico. (...) I progetti pilota potranno prevedere anche la prescrizione di eroina."Noi diciamo: seguiamo con estrema attenzione questo programma. E applichiamolo in via sperimentale anche in Italia. E' abbastanza diffusa l'idea che il proibizionismo serva per ''far toccare il fondo" al tossicodipendente, il quale, per risalire, deve giungere alla disperazione. Rifiuto l'idea che dall'eroina si possa uscire solo quando si è toccato il fondo. Per tanti non è stato e non è così. Ma se anche così fosse, perché collegare quella situazione estrema (che, sola. consentirebbe di arrivare a scegliere l'astinenza) con il regime della proibizione e della punizione? L'alcol è, indubbiamente, tutt'altra sostanza rispetto all'eroina (ripeto: tutt'altra), ma non si deve ignorare che dall'alcol consumato in regime di legalità si può uscire: e tanti ne escono. Perché negare, pregiudizialmente e ideologicamente, che ciò possa avvenire con l'eroina? •

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