Una città - anno I - n. 7 - novembre 1991

storie UNA VITACHENON Ml E' PIACIUTA intervista a Matilde Mengozzi, casalinga Sono trentasette anni di casalinga. Adesso ne ho cinquantasette, ne avevo venti quando è nata mia figlia ... E se casalinga vuol dire fare tutti i lavori di casa ... Ho fatto 5 anni di negozio, da mio marito, poi da undici anni sono custode dello stabile, e prima ancora avevo fatto anche lavori a domicilio, magliaia. Ma sono quasi sempre restata in casa, lo facevo per prendere un po' di soldi, ma l'occupazione principale è sempre stata la casa. E non le è piaciuta? E' peggio della catena di montaggio. Cominci alla mattina, prepari il caffellatte, poi dopo loro vanno via, ci sono i letti da fare, c'è da spolverare, pensare a cosa devi far da mangiare, anche per cercare di contenere le spese, certo se ne hai molti vai in rosticceria e fai anche presto... Tanto è certo che quando vengono, se ne- contenti uno l'altro brontola. E poi cosa c'è ... da lavare, da stirare e poi la mattina dopo da ricominciare ... E non cambia niente, perché i letti sono sempre quelli, i pavimenti sono sempre quelli, è tutta lì la casalinga ... Da giovane si sogna due cuori una capanna, si sogna un marito affettuoso, non un marito che esce la sera per suo conto e ti pianta a casa con due bambini piccoli. Adesso sono cambiate tante cose ... Già io rispetto a mia madre ho sentito la ribellione e forse inconsciamente l'ho inculcata alla mia figlia, perché vedo che lei come casalinga è addirittura peggio di me. E così ho passato tutti questi anni uno dietro l'altro. Delle volte ci penso. Delle volte alla mattina mi chiedo "cosa faccio oggi da mangiare?" Ma poi penso che per trentasette anni ho sempre detto le stesse cose, ma alla fine son riuscita sempre a imbastirla, all'ultimo minuto mi viene l' ispirazione ... ci sono dei giorni però che sono negata, non tutti i giorni sono precisi. Delle volte tiro fuori dei bei pranzettini, poi loro vengono e in dieci minuti si mangiano tutto. Nessuno che si sia mai chiesto "è buono, quanto ci hai messo?". Mai. Se fa schifo lo dicono, quando è buono no. Un po' di gratificazione ci vorrebbe ogni tanto. Ho due maschi, mio marito e mio figlio che lavora con lui e quando c'è il gruppetto c'è sempre lo scontento. lo credo che lo facciano per farti diventare matta, o che hanno delle rabbie dentro e si sfogano così ... non so. Non c'è una volta che il mangiare vada bene a tutti e due ... Uno vuole la pasta compera, l'altro fatta in casa, uno la vuole col burro l'altro col ragù, se uno dice che è buona l'altro dice che è cattiva. Cos'è questo? Questa è la vita della casalinga. Voi la scambiereste lavostra con la vita della casalinga? E lei con cosa la scambierebbe? Avevo tanti sogni che sono tutti andati a farsi benedire... in nome dell'amore. Una cosa è certa. In un'altra vita, visto che l'amore mi ha deluso, mi sposo con i soldi. Lo voglio ricco. L'amore passa rimane la bolletta. Allora se non c'è l'amore che almeno rimangano i soldi ... La vita è così, sognavo di andare a fare un corso di infermiera, avevo già fatto tutti i documenti, ho lasciato andare per mio marito ... Dei momenti mi viene la tentazione di prender su e andar via. Voglio vedere quando non trovano niente da mangiare se si accorgono cosa vuol dire. Sa quante volte l'ho pensato? E non è detto che non lo faccia, che un giorno non prenda su e me ne vada da mia madre. Che ci sia qualcuno che si alzi se c'è da prendere una forchetta. Si sente femminista? Un po' sì, abbastanza. Il cambiamento lo vedo nel1' indipendenza economica della donna. Anche in me lo vedo il cambiamento, da quando sono stipendiata. Fra l'altro il contratto d'affitto della casa è intestato a me, perchè fa parte dello stipendio del custode, poi lo stipendio è buonino, e così ho cominciato ad alzare la voce anch'io. Con l'indipendenza economica cambia la musica. Puoi dire "se non ti va bene io mi mantengo anche da sola". E gliel'ho detto anch'io. "senti, la casa è intestata a me, i soldi per mantenermi ce li ho, se non ti va bene quella è la porta, va dalla tua mamma". E lui: "elza poc la vuchela" ... come dicevano i nostri vecchi ... "elza poc la vuchela". I nostri vecchi dicevano così e lui l'ha rimasta. Però l'indipendenza economica vuol dire moltissimo. Certo che se una donna si può permettere la donna di servizio, se ha uno stipendio grosso, allora si può dire che è una casalinga di lusso e la sua vita non è messa male. Ma se è una disgraziata che va in fabbrica e poi deve fare anche in casa, allora non ha conquistato niente, ci ha rimesso, ci ha rimesso il cinquanta per cento della sua vita e invece di andarsi a letto a una certa ora si va letto a mezzanotte. E si fa una buona schiena, la poveretta. Hanno sia di qua che di là. E non penso che vengano aiutate tanto. Va bene che oggi i mariti qualcosa fanno, che le donne a forza di urlare arrivano a farsi sentire. Ma è dura. E adesso comunque la situazione è migliorata. Soprattutto con l'avvento della lavatrice. E' stata una grande conquista. Me la comprò mio padre quando andò in pensione, nel 65, che mio marito non me la comprava. Dal 54 al 65 lavavo nel cortile, d'inverno, nella mastella. Tiravo su l'acqua nel pozzo, per risciacquare. Coi piedi bagnati là nel cortile. Era una vitaccia. Nel tempo libero, cosa le piace fare? Cosa mi piacerebbe fare ... Perché ho due uomini che mi controllano. Una volta era il marito, adesso è più geloso il figlio. Mi fa "sei sempre in giro". Sempre in giro ... viene mia sorella da Faenza il venerdì sera che andiamo alla tombola dell 'Ospedaletto. E' tutto lì il mio diverti mento. E ogni tanto io e mia figlia ce ne andiamo al ristorante cinese. Almeno mi tolgo un po' di in casa. Andai una volta al cinema da sola, ricordo che era "I Girasoli", con Sofia Loreo, molti anni fa, e le litigate che mi son sentita, sembrava che avessi ammazzato uno in mezzo alla piazza, mi trattarono da pazza. Ma lo volevo vedere e nessuno mi portava ... ma alla sera ... Dopo non l'ho fatto più, non mi sono più azzardala. Allora poi poteva volare anche qualche scapaccione. Adesso è facile che sia la donna a cominciare, ma una volta ... Dipendevi dall'uomo e cosa potevi fare? O mangiavi di quella minestra o saltavi dalla finestra. E 20-30 anni fa era difficile trovare un lavoro. Specialmente se avevi dei bambini piccoli. Trent'anni fa se ti dividevi non eri una separata, eri una malmaritata. Il tribunale, se te ne andavi da casa, ti portava via i bambini. E dove andavi? Non avevo neanche il posto dalla mia mamma, perchè era morta una mia sorella e le avevano affibbiato i due nipoti... Ti toccava stare lì e mangiare la minestra com'era. Era un mondo maschilista al massimo. Invece adesso, le donne hanno il loro lavoro, i tribunali sono più con le donne che con gli uomini, la situazioI.A I.AVAFRICE DEL 65 E LEGONNE A FIORI DEL 76 Un' intervistantragican. Che è iniziata bene ed è finita male. Almeno per noi. Man mano che si andava avanti, il grande senso dell'umorismo della signora Matilde non "ciha sorretto". L'amarezza, la malinconia, il pensiero alle occasioni perse, alle possibilità sfumate, ad una generazione di mamme "che non sono mai andate a Parigin, alle vite che passano senza che nulla più cambi. E mentre Matilde parlava delle date della sua solitaria, faticosa, sorda ribellione, il Capodanno del 54, la lavatrice del 65, lo stipendio dell'80, è stato inevitabile ripensare ad altri anni, al 76 femminista, alla ribellione del 68. A quei cortei colorati di donne che "alzarono la vocalen. E ci voleva una signora che forse in vita sua non ne ha mai fatto uno, per ricordarci che quei cortei, che quegli anni non furono inutili. Inevitabile allora ripensare anche alle discussioni in corso. Che se ci saranno sicuramente delle cose del 68 e dei primi anni settanta che furono brutte, di cui anche pentirsi, una cosa la si ricorderà sempre con piacere, con orgoglio, fors'anche con rimpianto. Ed è quel sentirsi coinvolti in un grande sommovimento che rendeva possibile incontrarsi. La possibilità di conoscere persone di tutte le età e le condizioni sociali. La possibilità di vedere posti nuovi, di veder cambiare la vita quotidiana. La possibilità di amicizia. Allora non i quindici chilometri fra Faenza e Forlì, ma i millecinquecento fra Milano e Gela non furono un ostacolo. Ricordando un altro maestro molto più giovane di lui, prematuramente scomparso, Maurice Blanchot ha scritto: "con Miche/ Foucault non mi è mai accaduto di avere un rapporto personale. Non l'ho mai incontrato, tranne una volta nella corte della Sorbona durante i fatti del Maggio Sessantotto. Poteva essere giugno o luglio... quando gli rivolsi qualche parola e lui ignorava chi gli parlasse (checché ne dicano i detrattori del Maggio, fu un bel momento quello in cui ciascuno poteva parlare all'altro, anonimo, impersonale, uomo tra gli uomini, accolto senz'altra giustificazione che quella di essere un uomo)." Oggi andrà meglio, tutto sarà più "democraticon, ma tutto è anche più triste. E non tanto per la mancanza delle grandi speranze, ma per la difficoltà ad accorgersi delle piccole possibilità. Che restano, forse. Uscendo da casa della signora Matilde il pensiero che sarebbe stato simpatico invitarla al cinema, a vedere Thelma e Luise. Dopo le mamme del tempo dei "girasolt, pur grandissime e indimenticabili. G.S. CO ne è migliorata. Anche per una donna sola ora è diverso. Ai miei tempi se a vent'anni non eri sposata, se non avevi un uomo alle spalle, non eri nessuno. Oggi una donna può restare ragazza ed essere considerata un essere umano. Ma una volta ... Per noi ad un certo punto c'era proprio la caccia al marito. Perchè altrimenti veniva il patema? No, no, perché dovevamo per forza cambiare padrone. Quella era la regola per una donna. Prima il padrone era il babbo, era lui che decideva dove dovevo andare, cosa dovevo vestire, io non potevo scegliermi niente, le scarpe, niente. Per noi la vita era così, la differenza la vedo adesso, ma allora no perchè eravamo messe tutte così. Forse qualche mia compagna andava a ballare, a me la mia mamma mi diceva "va là che a ballare ci vai quando sarai fidanzata". Quando poi mi sono fidanzata, a ballare ci andava lui, non ci andavo io. Anche lui diceva che la morosa deve restare a casa, e così si faceva i suoi comodi, era socio al Club del Motore. La vita delle donne era quella. Allora questo grande amore ... Mah, ali' inizio ho anche sperato che rinsavisse, che mettesse la testa a posto, ho aspettato. Lui nelle ore libere era uno scapolo. Si comportava da scapolo. E non era affatto un'eccezione. Aveva il suo club, lui tutte le serate le passava fuori. Nevicava, stava male, ma non passava una sera senza uscire. Faceva tutta la stagione del ballare, veniva a casa alle sei della mattina. Pensi che la prima notte di Capodanno dopo sposati, e ci eravamo sposati il 18 dicembre, non era finita la luna di miele, andò a ballare da solo e venne a casa alle sei della mattina. Io avevo 20 anni. E pesavo 54 chili, I e 70 di altezza, non ero grassa come adesso. Mi lasciò a casa da sola, venne a casa alle sei della mattina, con tutti i coriandoli nella testa. Ero a letto a piangere, cosa vuol che fa. cessi ... Lui le feste se le faceva tutte. E ce n'erano tante messe come me. Che lo facciano con quelle di adesso. E' forse di lì che poi è maturata la mia ribellione. Adesso sono più cattiva io di lui. Adesso me ne accorgo che sono acida ... sono irrancidita con la vecchiaia. Me ne accorgo che pungo, non è più come una volta che gli andavo vicino con gentilezza. Delle volte sono proprio sgarbata. E lui ci rimane male, perchè vede che col figliolo è tutta un'altra cosa. Ma d'altra parte ... lui ha vissuto un po' per suo conto ... Ma andava così allora. Mio padre era ancora peggio con mia madre. Quindi ... lo sognavo un matrimonio differente ... Adesso le donne sono diverse. Forse il cambiamento era già iniziato con la guerra, con I' arrivo degli americani che han portato un po' di apertura. Certi vecchi dicono che sono le guerre a rovinare le donne, forse è vero. E man mano che le donne si emancipano gli uomini perdono un bel po' di servitù, non hanno più le donne sottomesse, perdono carisma, non riescono a comandare come prima ... ma sono rapporti di forza? sì, il terreno che guadagnarne noi lo perdete voi. E' un quadro ... ah, molto poco romantico. Il matrimonio per riuscire una bella cosa bisogna volerlo in due, dall'inizio. Bisogna che l'uomo sappia cos'è il matrimonio, che non è una cosa da buttare là e via. Le fatiche bisogna farle in due. Bisogna sapere che i figli si fanno in due e non solo perché l'uomo se la spiccia in trenta secondi e la donna ci mette prima nove mesi e poi tutta una vita. L'atto d'accusa è pesante. La frase "si spiccia in trenta secondi"? Anche in quello l'uomo è più egoista? Io credo di sì. Dopo un po' che ha la moglie nel letto il maschio dice "quella non scappa mica". Ce ne sono tante di donne fuori. Quello che non ho mai capito e questo anche fra le coppie più giovani che si fanno le coma. Come fanno, visto quanti uomini vanno a consolare le mogli degli altri, a non insospettirsi? E' capitato anche ad un nostro amico, grande consolatore di donne maritate. Quando poi si è accorto che c'era qualcuno che consolava la sua, ha fatto fuoco e fiamme. Gli ho detto "ma Gigi, sei andato nei letti di tante donne sposate, ma non lo dovevi pensare che per ogni uomo che va con una donna c'è una donna che va con un uomo? Se stavi nel letto con tua moglie non era meglio?". "eh eh, ma io adesso nel caffè nonpossopiùdireniente". "L'è ora che stega zett". Perchè lui al caffè diceva: "le vedi queste? Sono le chiavi della tale". "Sta zett"! Ma lei cosa piacerebbe fare? Veramente, a questo punto non so neanch'io. Non ho amiche, non ho niente, cosa fai da sola? Faccio la maglia, ricamo, leggo Gente, il Carlino, faccio il gioco del Bingo, quelle cose che si fanno, ogni tanto telefono per vedere se prendo la linea con Funari ... Io vengo da Faenza, le amiche le avevo là. Le scuole le ho fatte là. Qui mi hanno sempre tenuto segregata in casa, quando uscivo, uscivo sempre con la mia suocera, andavo ai giardini, lei dietro, andavo a far la spesa, lei dietro. Come fai a farti delle amiche. lo sono venuta proprio su da sola. La sente questa mancanza? Sì: Io, poi, ero esuberante, delle amiche da ragazza ne avevo tante, poi quando ci sono l 5 chilometri e anche loro mettono su famiglia ... è difficile. I primi anni ci si scriveva, andavo a Faenza ogni due o tre settimane, poi è finita. L'amicizia va coltivata. Quindi non ha con chi confidarsi? No. Ho provato tempo fa con mia mamma, ma lei a dirmi "e allora io?". Sempre "e io e io e io?". Allora ho lasciato perdere. Con mia suocera peggio che peggio, potevo andarle a raccontare qualcosa contro suo figlio? Sarebbe stata dalla sua parte. Enon potrebbe uscire di più? Adesso poi sono più di cento chili ... a star sempre in casa non faccio altro che mangiare. Mi piacerebbe uscire di più, ma adesso ho anche il rifiuto. Sono impacciata. Non mi sento a mio agio così grassa. E poi è come uno che ormai ha deposto le armi e ogni tanto gli torna lo sprazzo di combattere e alla fine dice "va là, non val più la pena". Tanto poi cambierebbe veramente? E allora tanto vale mangiare almeno. Cavarsi almeno quella di voglia. Però ho fatto la mia piccola vendetta, che ho diviso i letti. Quella è stata la mia vendetta. Adesso il più spaesato è il gatto che salta di qua e di là. Ma vendetta in che senso? Che non hai più un impiastro vicino, che non può più neanche allungare le mani. Una volta l'unica vendetta che aveva la moglie era quella ... E poi, lo si può dire, quante donne lo facevano per obbligo? "Non lo fo per piacer mio, ma per far piacere a Dio". Penso tante. Anche perché parecchia gente una volta non ne sapeva nulla. Per molti era mettersi là e in quattro e quattr'otto ... ln quel caso non farlo non era una vendetta per la donna. Non ci rimetteva. Poi c'è anche da dire che una volta c'erano i figli in camera, si dormiva tutti in una carnera da letto, c'era imbarazzo. Dovevi far le cose silenziose e la donna era un povero oggetto passivo ... E allora il mal di pancia, il mal di testa, le mestruazioni che duravano 8 giorni ... Sentivo le vecchie, arniche di mia suocera. Erano questi i discorsi. E poi l'educazione sessuale dei maschi era stato il casino, quel poco che avevano imparato l'avevano imparato lì. E lì non si imparano le carezze. Con una che ti dice "spicciati spicciati" alla fine imparavano a spicciarsi. Ci ha tartassati abbastanza. Cambiamo discorso. E viaggiare? All'estero? Siamo stati un pomeriggio in Svizzera ... Quando mia figlia era a Milano, alla Cattolica. L'andammo a trovare e allora abbiamo fatto una puntata in Svizzera. Ma c'era un acqua che Dio la mandava e siamo scappati. Per il resto quando facciamo un viaggio andiamo a Venezia. Sempre a Venezia. Venezia Chioggia Chioggia Venezia. Ma viaggiare mi piacerebbe. La mia sorella la invidio solo per i viaggi che fa. Dei figli non ne hanno avuti, sono andati in Cina, Giappone, Tainlandia, America, al Carnevale di Rio. Dappertutto. Tutti gli anni si fanno le due o tre vacanze. La politica non le interessa? ma oggi ormai cosa possiamo fare di politica? Niente. Ci siam ridotti che non sappiamo neanche per chi votare. Un problema un po' di tanti... non so, perché qui da noi siamo innamorati dei nostri partiti, noi non siamo per quelli che vanno su, siamo innamorati del partito, qualsiasi cosa faccia lo si vota. Uno nasce e muore repubblicano, ci può essere il migliore canchero, ma lui voterà l'edera. Poi ho notato anche questo nelle famiglie. Seci sono i figli che van d'accordo coi genitori seguono la stessa linea, se hanno dei contrasti finiranno per votare al contrario dei genitori. Non per vera convinzione politica. E libri? Leggo delle biografie. Mi son sempre piaciute. Ricordo la prima che ho letto da ragazza, dei coniugi Curie ... Poi ho un sacco di libri delle diete. E' un grosso problema allora? Ah sì, un problema grosso quanto me. Solo che leggere non serve niente. Ne ho presi anche sul funzionamento della testa, con l'autoipnosi. Ma non c'è niente da fare, quando ho quei momenti di crisi, di depressione, vado là in cucina e quel che c'è me lo metto sotto i denti. .. Non c'è niente da fare. Ne ho anche fatte di diete, sono anche calata, ma poi sono sempre riaumentata. Momenti di depressione? Quelli ce li han tutte, quello è il male delle casalinghe. A star sempre chiuse in casa. Le giovani ora si difendono meglio, anche coi figli piccoli, hanno il nuoto, la scuola di ballo, le riunioni a scuola. Quando ero giovane io queste cose non c'erano. La scuola di ballo ... Se fosse andata mia figlia da suo babbo a dire "babbo mi paghi la scuola di ballo?" si sarebbe presa un calcio che chissà dove finiva ... E' l'insoddisfazione che ti prende, è una cosa generale, una vita che hai vissuto e che non ti è piaciuta. E alla nostra età non sappiamo far più nulla per cambiare. Anche i rapporti con le altre persone diventano difficili. Se sono più giovani ti guardano come una vecchia, se sono vecchie ascoltare i guai degli altri ti deprime ancora di più. Quando ti avvicini alla pensione parli sempre di pensione, dopo un po' che sei in pensione cominci a pensare al tombino. E allora ... Già che a me dispiace tanto di essere invecchiata che non lo so dire ... Quando parlo dei miei anni mi sembra di parlare di un'altra persona. E si avvicinano i sessant'anni. E' una data? No, adesso tutti gli anni sono una scadenza. Adesso è peggio di una cambiale in protesto quando compi gli anni. Dopo i cinquant'anni cominci a contarli. Anche mio marito, quando glielo dico che ne ha sessantasei, mi dice "non dirlo". Non dirlo, ma ci sono. Vedo che continua a lavorare. Perchè ha visto che i suoi compagni che sono andati in pensione si sono rimbambiti a non fare nulla. Forse è peggio per l'uomo, una donna bene o male i lavori di casa continua a farli, ma un uomo cosa fa. Sta tutto il giorno in poltrona. Se non va nel bar che mio marito non ci va più, cosa fai? Per vent'anni è andato al bar tutte le sere e poi all'improvviso sempre in casa davanti alla televisione. Ci terrebbe la testa dentro la televisione. Lei è già in pensione? L'ho maturata perchè ho lavorato 5 anni nel negozio di mio marito come collaboratrice e poi appena venuta qui ho fatto la congiunzione. Ci sono andata l'anno scorso. E' stata una pensione un po' tribolata perchè mancavano dei documenti, ho aspettato 13 mesi poi però ho avuto tutti gli arretrati. E' stata bene mia figlia, è stato bene mio figlio, ho comprato alcune cose per la casa. Insomma, sono arrivati sei milioni e sono spariti in due giorni. Però mi sono divertita, mi sono comprata un bel frigorifero, una macchina per il caffè, ne avevo una che perdeva acqua da tutte e parti, e così è finita. In due giorni? In due giorni. Almeno per due giorni mi sono sentita signora da poter fare spendi e spandi. Ho fatto una corsa per andare a comprare le cose prima che ci potesse mettere le mani lui ... a cura di Fausto Fabbri e Gianni Saporetti

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