GIRO D'ITALIA IMMIGRATI A ROMA: SPIRITO D'INIZIATIVA Nino Garrone Nino Garrone, si occupa di imigrazione e cooperazione internazionale. Nel vasto campo driniziative volte a ridare dignità umana agli immigrati del Sud e dell'Est del pianeta, una novità ci viene da "Mabok o na Maboko", una cooperativa afro-italiana, espressione strutturata e organizzata di alcuni italiani e di un sruppo di immigrati extracomunitari provenienti dai paesi africani, con lo scopo di avviare rroposte e soluzioni al problema degli immigrati a Roma e in Italia. Il nome "Maboko na Maboko", di espressione Bantu, significa "la mano nella mano", ed esprime lo spirito e il metodo di lavoro fra i soci e le socie della cooperativa, che comprende oltre cento membri effettivi, provenienti da trentacinque nazioni, in maggioranza africani e italiani, e in genere giovani o molto giovani. Questo carattere di afro-italianità sta a indicare la volontà di costruire insieme una nuova etica della solidarietà e della comprensione puntando sulla formazione e sulla qualificazione professionale. La Maboko na Maboko ha scelto come programma di azione il tentativo di risolvere "alla base" i drammatici problemi che affliggono uomini, donne e bambini costretti a lasciare le proprie terre alla ricerca di ·un avvenire migliore. Rifiutando la logica perdente di un assistenzialismo senza fine, che nel migliore dei casi permette la sopravvivenza stentata degli assistiti, molti pi icando i problemi e allontanandone nel tempo la soluzione, Maboko na Maboko è invece una di quelle iniziative che individuano in un inserimento qualificato nella società di accoglienza, con un rientro produttivo nei paesi di origine, la via per cominciare a risolvere i problemi. In un momento in cui una srave crisi economica affligge quasi tutto il pianeta, anche il mondo cosiddetto sviluppato, mentre aumenta la disoccupazione anche nel "primo mondo", l'immigrato non deve solo apettare aiuto, ma segui~e il vecchio prover~io popolar~: "In~egnami a pescare e domam non ti verro a chiedere il pesce per sfamarmi". Bisogna che sappia essere l'imprenditore di se stesso, pronto a rimboccarsi le maniche per cercare il pane quotidiano. . . . Però non può partire dal mente, deve ricevere e costituirsi delle basi su cui crescere, per diventare "adulto", indipendente, libero. Ed è proprio risuardo a questa necessità che interviene l'attività di formazione di Maboko na Maboko, pur tra molti problemi eco_nomi_ci. Così Maboko na Maboko ha scelto di gestire un progetto di integrazione fra la popolazione italiana e le popolazioni immigrate - la "Casa della solidarietà" - a Roma, in una zona povera e periferica (Casilina), insieme ad altre sette associazioni del territorio: il Centro di integrazione sociale, Cospexa, l'Albero delle mele, Progetto Diritti, Iskra, la Caritas territoriale e la Comunità internazionale di Capodarco. I progetti attualmente in corso, alla fine del primo anno di attività, sono: servizio socio-sanitario, servizio legale, accoglienza, ludoteca, biblioteca, attività culturali (suoni, colori, sapori dei paesi africani), attività sportive, cineforum. La crisi sociale in questi ultimi tempi ha ridotto drammaticamente le risorse pubbliche a disposizione per gli immigrati, perciò Maboko na Maboko ha deciso di avviare dal maggio 1993 un programma di autofinanziamento eh~ gli consente di realizzare almeno una parte dei suoi obiettivi. E anche in questo si può leggere l'indicazione di un necessario cambio di rotta: non più soltanto l'attesa dell'assistenza pubblica, che in questo periodo tende drammaticamente a esaurirsi, ma un impegno imprenditoriale per superare la crisi: nasce così anche Okapi, "boutique esotica" che vuole essere uno strumento di autofinanziamento. Tra le miriadi di offerte sul mercato - più o meno consumistiche - varrebbe la pena che trovasse il suo spazio anche la campagna "La mano nella mano con l'immigrato" lanciata da Maboko na Maboko. Si tratta di un invito a scegliere, come regalo, un pacco dono che contiene cibo e altri prodotti provenienti da un paese africano messi in vendita da Maboko na Maboko all'Okapi, un locale in via Firenze 13 a Roma (una via in pieno centro, una traversa di via Nazionale tra piazza della Repubblica e il Quirinale), che prende il nome da una specie animale che è ormai silenziosamente in via di estinzione (e, al contrario di quanto accade per altri animali, nessuno ne parla). L'Okapi è stato battezzato "boutique esotica" dai suoi soci, e vende prodotti alimentari e cosmetici, ceramica e vetreria artistica, pelletteria e cartolame, e altre espressioni artistiche e musicali provenienti dall'Africa e dall'America Latina, ma vorrebbe essere ]?rima di tutto un luogo della solidarietà, dell'incontro tra cittadini del Nord e del Sud del mondo, tra diverse culture, dove trovare anche prodotti realizzati dai disabili, e respirare un'atmosfera accogliente per amicizie senza distinzione di razza, nazionalità, condizioni fisiche. "Qualcuno ha chiamato il nostro progetto una stida di breve avvenire", dice Pamphile Muderega, amministratore delegato della cooperativa, "ma è soltanto così che riusciremo a ritornare nei nostri luoghi di origine martoriati da guerre e fame non come mendicanti ma come realmente artefici della ricostruzione dei nostri paesi. La nostra fierezza sarà anche il vostro orgoglio, voi che avete saputo accoglierci nei momenti di bisogno, non soltanto assistendoci, ma consentendoci di essere utili a noi stessi e contemporaneamente alle nostre patrie." Vale la pena di dargli ascolto. (Per informazioni: Maboko na Maboko - La mano nella mano, via Marcora n.18-20, 00153 Roma, te!. 06-5840644.) ♦ SUOLEDI VENTO
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