La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 11 - gennaio 1996

niversità". Lei è di Napoli ma i ra~azzi che le stanno intorno vengono da Pomiciano, Casoria, Pozzuoli, Licola ... E quasi tutti sembrano qui per caso. "Questa è una scuola come le altre - chiarisce Ida -. Chi prende il diploma qui difficilmente andrà per mare. Negli altri istituti nautici, a Torre del Greco, a Procida forse è diverso, c'è ancora una tradizione". Lo spoglio delle schede è terminato. Di fronte a un'assemblea in via di sbandamento viene proclamata l'occupazione. La piccoletta dell'organizzazione si concede finalmente una pausa e acconsente a parlarmi, quando irrompono nell'aula magna quattro signori dai modi decisi: sono il vicepreside, il segretario e due professori. Alternando minacce a rassicurazioni riescono a trasferire quel che rimane dell'assemblea all'esterno della scuola, nel cortile che da sulla strada. Dopo dieci minuti di trattative gli studenti sono sempre di meno, qualcuno ha preso l'autobus che passava sul marciapiede difronte, altri sono in spiaggia, ché un po' di sole fa capolino dopo una mattinata grigia. È chiaro che l'occupazione og~i non si farà, tre ma$giorenni non bastano, dice il vicepreside, altrimenti arriva la polizia. Solo ora mi rendo conto che la scuola non è deserta. Dai piani superiori, a piccoli gruppi, chiacchierando tra loro, scendono i professori e, rassicurati e indifferenti, vanno verso l'uscita, attraversando la piccola folla degli irriducibili. Perché occupiamo. Di nuovo S. Giovanni. All'Itis c'è una ragazza con i ca1;elli neri e il trucco pesante e dieci compagm seduti in circolo in un'aula della scuola occupata. Parlano solo in due. Comincia sempre il rappresentante d' istituto, seduto al mio fianco; a metà del suo discorso si alza la voce della ragazza, di' fronte a noi, che gli fa da eco e infine prende il sopravvento, integra, corregge, rende più esplicito il discorso del compagno. Lui sta dicendo che la scuola qui è importante perché è uno dei pochi posti dove ci si può conoscere. "Poi ci si vede la sera e si sta insieme - continua - a una: certa ora scatta il coprifuoco e ci spostiamo tutti a Portici o a S. Giorgio, lì c'è sempre $ente per strada". "Per esempio, perché occupiamo? - cresce la voce di lei - Tutti ti risponderanno: contro la finanziaria. Certo, ina non solo. E' anche l'ultimo tentativo per restare nel nostro quar- . tiere. L'Itis ha due sedi, questa è la succursale, siamo in 300. Dal prossimo anno dovremmo trasferirci tutti alla centrale, a Ponticelli. Il preside sembra irremovibile, due sedi costano troppo. Purtro1;po da noi ci sono solo quindici classi. Chi viene a iscrivere il figlio cambia idea quando si accorge che non c'è la palestra o che i laboratori sono chiusi, pronti da due anni per il trasferimento. L'altra sede è più attrezzata ma da S. Giovanni è quasi irraggiungibile, si deve arrivare alla stazione centrale e da lì prendere un autobus che passa a orari sballati". ♦ FACCE DI TOLLA. CINEMA GIOVANI A TORINO Luca Mosso Nick Broomfield è una faccia di tolla. Inglese, alto, .elegante e di bell' aspetto, porta abilmente in giro la sua distinta figura, che, coaudivata da un accento impeccabile e da un tesserino della Bbc gli permette di entrare non invitato praticamente ovunque. Sebbene si trovi molto a suo agio davanti alla mdp, di mestiere fa il regista cinematografico. Realizza documentari (molti dei quali coprodotti o acquistati dalla Bbc) da una quindicina d'anni, è non è diventato più famoso per i lungometraggi di fiction che ha girato ai tempi della British Renessaissance. Il suo metodo è semplice: individuato un soggetto, di solito un personaggio pubblico che, per scelta o necessità, ha un segreto da nascondere, gli si presenta davanti chiedendo un'intervista. Non sempre si tratta di un'impresa agevole e fra segretarie gentili e ruvidi servizi d'ordine, i suoi film finiscono per prendere l'andamento a rotta di collo· di un inseguimento. . Non tutto viene bene a Nick. Quel che gli manca è la misura e quando non riesce ad addentare la preda (come in Trackinz .Down Maggie - The Unofficial Biography oj Margaret Thatcher, 1994) tende ad avvitarsi in una spirale narcisistico-cabarettistica che lo fa assomigliare ad un Chiambretti internazionale. In Heidi Fleiss: Hollywood Madam, _presentato nella rassegna "American doc" al festival Cinema Giovani di Torino, invece, la materia c'è eccome. Dopo il solito concitato inizio, un trio di personaggi legati fra loro da un coacervo di esacerbate, contraddittorie passioni rapisce l'attenzione dello spettatore. Broomfield fa un passo indietro e si pone al servizio della storia, che viene ricostruita con una quantità di testimqnianze e una ricchezza di emozioni impressionanti. , In entrambi i casi, dove riesce. e dove fallisce, quando p'enetra nei problemi e quando si limita a esibire accanimento, Broomfield non rinuncia mai ad un lavoro in profondità. Ha un progetto ben chiaro in testa e pretende dai co_mmittenti tutto il tempo per portarlo a termme. Solo dedicandosi a Heidi Fleiss per sei o dodici mesi Broomfield riesce a intuire e poi svelare la natura del rapporto che la lega al suo amante socio pappone, Ivan Nagy. A srotolare alcuni viluppi d1 quel groviglio di pulsioni sadomasochistiche che la s1;inge a reiterare coattivamente lo schema vittima-carnefice. A dare una forma (un melò, benché sui generis, ovviamente) alla loro incapacità di trovare un soddisfacente modo d'odiarsi. È proprio quest'idea del progetto da sviluppare in profondità, nell'articolazione di modelli argomentativi e tagli stilistici fra loro SUOLEDI VENTO

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