Ma soprattutto, c'è tutta una parte che cerca i siornaletti di istituto. La cernita di queste attività diffusissime (1277 in tutta Italia) e variegate che sono i giornali d'istituto o simili, è interessante seppure superficiale, e però ne vede solo gli aspetti positivi e ne tace le frequenti miserie: per quel che ci è capitato di vedere, spesso il lavoro è controllato e diretto dai docenti e neanche dai più simpatici, spesso si tratta solo di fogliacei conformisti ed inutili con cui i presidi si fanno belli ( un po' come "Studenti & C." è un fogliaccio con cui si vorrebbe far bello il ministro Lombardi). Tra i progetti che vengono illustrati nella rivista(riguardanti l'accoglienza ai nuovi arrivati, il teatro a scuola, ecc.) il più ambizioso è certamente il cosiddetto "progetto giovani 2000", "proposta formativa del Mpi per la promozione della salute e della q_ualità della vita a scuola", che "trova la sua legittimazione: a) nel diffuso malessere dei giovani durante gli anni della scuola (...); b) nel testo del DPR 309/90". Dal resoconto che ne fa il giornalista, lo si direbbe uno dei soliti progetti di cui non si sa se biasimare più la vaghezza, la megalomania o lo schematismo. Per raggiungere i due obiettivi di "offrire ai giovani l'opportunità di essere promotori di analisi e protagonisti di interventi" sono previsti dei sottobiettivi intermedi, tutti sottoinsiemi del Fine Supremo, cioé lo "star bene". "Star bene", è spiegato nel progetto, "significa tre cose: a) star bene con sé stessi in un mondo che stia meglio; b) star bene con gli altri, nella propria cultura e nel dialogo interculturale; e) star bene con le istituzioni, in un'Europa che conduca verso il mondo." L'articola- .zione si svolge in quattro tappe: 1) dal disagio a problema; 2) dal problema all'azione; 3) dall'azione alla valutazione; 4) dalla valutazione alla domanda alle istituzioni e alla proposta." Questi simpatici stranamore della pedagogia continuano poi l'articolazione spiegando metodi e prospettive, senza discostarsi mai dalla applicazione pedante di modelli imparati chissà dove e proposti ai vari istituti di tutta Italia. Dubito che, così come sono, questi progetti possano servire a qualcosa; toccherà poi a pochi insegnanti di buona volontà impiantare un dialogo umano con gli studenti, ma su queste basi sarà veramente una impresa ardua. . (Certo, anche all'interno di strutture costruite su presupposti simili, qualcosa di buono si può fare. Vedi, sull'ultimo numero di questa rivista, il resoconto della propra esperienza al Cic fatto da Marco Barnabei.) Eppure, rigirandosi tra le mani questa colorata rivista, pare che manchi qualcosa, qualcosa non torna. In effetti, con procedimento vagamente· alla Poe, la cosa che mancava era la più ovvia, ·quella che doveva essere sotto gli occhi di tutti. Ecco cosa manca, nella rivista del ministro Lombardi: mancano i docenti! In tutta la rivista, non ci sono i professori, non si tiene ·conto del fatto che saranno loro a ·dover inghiottire (seppure addolcite con la zuccherino di qualche compenso extra) le indigeste polpette organizzative e socializzanti, e soprattutto a farle mandar giù a forza ai ragazzi. Elo stesso oblio sulla figura del docente che lamentava Marcello Benfante sulla "Terra" qualche numero fa. Cosicchè, in realtà, leggendo questa rivista ci si dimentica per un attimo che, ber:ieo male, nonostante tutti i Cic o Progetti 2000 di questo mondo, la scuola sono duecenSUOLE DI Vl'NTO to giorni all'anno in cui dei ragazzi in una fase fondamentale della loro vita, sempre meno curiosi e motivati, si trovano per gran parte della loro giornata in stanzoni più o meno squallidi a convivere con alcuni signori sottopagati che, quanto a curiosità e motivazione, ne hanno meno di loro e che devono insegnare loro alcune nozioni variamente inutili. Il ministero, i giornali, i programmi TV sono disposti, da qualche tempo, ad ascoltare la voce dei ragazzi, purchè preventivamente stereotipata e sterilizzata; quella dei docenti pare proprio non avere alcun target. Per farla breve, protagonista de mensile ministeriale è la burocrazia in tutte le sue forme , ripercorsa continuamente in tutte le direzioni dai progettisti ministeriali (e, supponiamo, da quelli d'istituto provinciali distrettuali dee! provveditorato ...). In modo simile è prevista anche, nell'editoriale di presentazione, la circolazione della stessa rivista: "Al preside della scuola arriva un pacco contenente una copia per la presidenza, una per il docente referente per l'educazione alla salute, una per ilCic o per la biblioteca, due copie per i due studenti rappresentanti di ogni classe, a cui affidiamo questo incarico di fiducia: leggere il mensile al numero più alto possibile di studenti e conservarne una copia, come documentazione a disposizione della classe". Per quel che mi riguarda, per scrivere questa nota ho rubatouna copia al mio vecchio liceo, e la distruggerò dopo averla letta. Spero solo che fosse una delle copie destinate agli studenti, e di avere così evitato a questi ultimi una rottura di scatole supplementare. ♦
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==