La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 11 - gennaio 1996

pire che questa nuova possibilità di rapportarsi alla società civile, in maniera più dinamica e progettuale, da pari a pari, proceda lentamente. Ho l'impressione che vi sia ancora una certa diffidenza tra amministrazione e pezzi diversi della società civile: soprattutto la grande industria. Altri pezzi, magari, non più 111 sintonia. Non è bastato togliere qualche incrostazione perché, immediatamente, si attivassero dei processi interattivi molto forti fra r,olitica ed economia, politica e società. Probabilmente non ci si poteva illudere che questo potesse accadere in uno, due o tre anm. La mia impressione è che si siano fatte delle cose nella direzione giust\l, per cui credo che, con il passare del tempo, si vada in questa direzione piuttosto che verso un irrigidirsi della situazione. Torino, intanto, ha difficoltà e problemi che vanno dalla disoccupazione, alle tensioni legate all'immigrazione, all?-caduta del reddito pro-capite che, mentre una volta era in alto, oggi .èa metà della classifica delle province. In sintesi: non si sono configurati nella città degli attori nuovi e nettamente distinguibili. Che so?Forse·un ceto medio moderno ... ... non lo vedo proprio: è, da sempre, il grande assente a Torino ... .. .gli attori, allora, sono quelli di prima un po' più deboli? No, gli attori non sono quelli di prima, perché la politica è cambiata - l'amministrazione e la sua cultura sono diverse rispetto a quelle di prima, le persone sono altre - e la grande industria è diversa nel suo rarporto con la città, sarebbe sbagliato dare· un'idea di continuità. Colpisce, comunque, che, negli ultimi 15 anni, Torino nòn sia cambiata molto per complessità, differenziazione sociale ed economica. Questa è la mia idea. L'immagine iniziale che avevo ricostruito mòstrava una ridotta complessità, pensavo che poi sarebbe venuto il momento della diversificazione che, purtroppo, è andata avanti molto lentamente. Torino, quindi è anche relativamente più povera. Più povera e più esposta, per il momento. Non credo affatto che la battaglia sia perduta, né che non ci siano dei principi in una nuova direzione, il fatto, però, è che procedono molto lentamente. · L'area metropolitana Ora, allarghiamo un po' Lo sguardo. Quando si parla di una grande città è sempre un problema chiarire a cosa ci si riferisce: alla città storicamente definita, cioè il comune, oppure a questa cosa di cui ancora non abbiamo una buona definizione e che chiamiamo area metropolitana. Dal punto di vista urbanistico vediamo conurbazioni - questa è una di esse - cioè un complesso che si èformato per espansione di aggregati urbani contigui. E possibile ricostruire una figura anche dal punto di vista della struttura sociale? Grosso modo, può essere tracciato un asse che taglia a metà la città e che va dalla collina verso il centro e, poi, a ponente, verso la val di Susa; c'è una certa tendenza alla confluenza del ceto medio lungo quest'asse - sulla colljna piuttosto il ceto medio superiore. A nord e a sud di questo asse, c'è, abbastanza evidente, una maggiore polarizzazione di classi popolari, anzj forse la segregazione di queste due zone popolari è maggiore che un tempo - intendo dire segregazione nel senso di concentrazione di certe classi piuttosto che altte. Cioè, la presenza di ceti medi nelle zone popolari, a nord e a sud, è diminuita per una redistribuzione della popolazione. Poi, vi sono anche alcune aree più marcatamente segnate dalla presenza di fasce di popolazione con problemi; a questo modo sono caratterizzate alcune zone del centro storico dove abitano immigrati extra-comunitari, così come vi sono problemi a rischio, non risolti, in zone periferiche, tipo Mirafiori sud. In sintesi, immaginando guesto «bestione» che esce fuori delle mura e s1 allarga, vediamo senza dubbio continuità tra la città storica e il suo hinterland - Torino non è più immaginabile semplicemente come il comune - vediamo un'area d'espansione con le connotazioni sociali che ho descritto, continuiamo a vedere una cintura industriale dove si è spostata, nei decenni, l'industria, svuotando il centro di attività manifatturiere. · Il punto, oggi, diventa: tutto questo ha bisogno di u.n governo unitario, di una forma politica unitaria? Di questo si sta discutendo da parecchio tempo, da quando la legge - la 142/'90 - prevede la costituzione della «città metropolitana». Ci sono stati studi e proposte; il fatto è che non sappiamo quale sarà, in Italia, il destino di questa legge. Prima, ero favorevole a una definizione molto ampia di città metropolitana, che, in qualche modo, rappresentasse l'insieme di questo eventuale soggetto politico; adesso, non sono più sicuro che questa sia la strada più praticabile per aumentare le capacità di rappresentanza dei diversi attori e le loro ricombinazioni. C'è da chiedersi se a un'istituzione metropolitana forte siano da preferirsi accordi tra enti e attori locali, differenziati a seconda dei problemi. Mi sembra che un documento, redatto per LaRegione da Luigi Bobbio e Luigi Mazza, ragionasse di un'ipotesi di questo genere, prevalentemente funzionale ... .. .che, per certi aspetti, avrebbe più capacità di rappresentanza politica che non la città metropolitana prevista dalla legge, che sarebbe anche difficile da costruire. I comuni periferici dovrebbero, infatti, rinunciare a certi spazi politici, poi bisogna vederne i riflessi sul sistema dei partiti: chi vince e chi perde a seconda della delimitazione dell'era metropolitana. È tutto molto complicato e sta di fatto che, al momento, quest'area non ha un governo. La politica della città. Torino come Manchester S'è già accennato, in questa descrizione, alla questione della politica, più nel merito: nei suoi studi su Torino si ragiona molto sul sottodimensionamento del sistema politico. Del sistema politico in senso proprio, perché prima si faceva molto riferimento alla fabbrica, si scambiava la fabbrica con la città e, quindi, con la politica nel senso proprio ovvero la città come complesso delle istituzioni politiche. Come si pone, allora, a Torino, il problema di ricostruire Lapolitica della città? Per esemLACIITÀ

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