La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 11 - gennaio 1996

dri Fiat. Anche se in brevissima sintesi: che mutamento è avvenuto in quella circostanza? Sono passati grosso modo 15 anni, nel corso dei quali, nell'organizzazione del lavoro, sono avvenute cose nuove: la riorganizzazione della Fiat, gli investimenti a Melfi eccetera. Questa ristrutturazione industriale è avvenuta riducendo gli occupati. In realtà, considerando l'industria nel suo complesso, in parte v'è stata ristrutturazione e in parte sono venute meno attività che sono uscite dal mercato. Il paradosso è che, dopo 15 anni, l'industria meccanica pesa più di prima sul totale della produzione a Torino, e, quindi, contrariamente a quello che qu.alcuno sostiene, la mia impressione è che la Fiat conti nell'economia locale più di prima e che non vi sia stata un'importante diversificazione, anzi certi pezzi sono venuti meno. La piccola industria torinese non ha avuto uno svilupJ?Oforte come in certe aree del nord-est, il terziario s'è incrementato ma è poco differenziato e modernizzato. Di conseguenza, la città ancora non ha trovato una sua strada: l'industria dell'auto è più moderna, più efficiente di prima e continua a essere, per molti aspetti, il perno dell'economia cittadina; in potenza, invece, vi sarebbe spazio per altre cose. La città, quindi, è ancora in uno stato di sospensione. Procedendo in questa ricostruzione: se la sconfitta sindacale del/'80 è un evento simbolico che chiude un capitolo, si sono verificati, in seguito, altri eventi che abbiano introdotto a un nuovo capitolo? Credo di no, dal punto di vista delle relazioni sociali e dell'economia. Perché che la Fiat si sia rimessa in cammino - riorganizzandosi, suferando crisi, producendo profitti - non vuo dire che la città nel suo insieme abbia ritrovato una propria strada: da questo punto di vista, le due cose, Fiat e città, sono un po' più separate di quanto non lo fossero prima .. Parliamo, allora, della città: Torino, che non è più la città f ordista, appendice del sistema economico, verso quale tipo di formazione sociale si va dirigendo? Più precisamente: da quali attori è costituita? Quali conflitti o intese esprime? Torniamo all'idea della sospensione o transizione in cui ci troviamo, della quale è molto chiaro da dove si parte: conosciamo bene, infatti, l'eredità che, per il bene e per il male, ci ha lasciato questa società - chiamiamola fordista - ma non è assolutamente chiaro quale sia il destino. Non è ancora emerso chiaramente un modello. Quando, qualche anno fa, ho provato a fare il modello di Torino, ho messo insieme una serie di conoscenze disponibili sulla base di molte ricerche, ne veniva un'immagine della città; dovessi rifarlo adesso, non sarei in grado di fare un modello altrettanto coerente, in cui si vedano i pezzi che, insieme, compongono una formazione sociale ben definibile. Ancora non è evidente dove le cose stanno andando. Detto questo, possiamo vedere qualche aspetto del cambiamento che può sembrare più interessante. Uno abbiamo già cominciato a osservarlo prima. Ho l'impressione, infatti, che la grande industria non abbia più bisogno di una città imma~inata soltanto in funzione della regolazione d1 un mercato del lavoro fordista, cioè della città di prima, semmai ha bisogno di una città più differenziata, dinamica, dove riesca a far venire quadri specializzati e ingesneri. Insomma, siamo entrati in una situaz10ne nuova in cui certi vincoli, da parte della grande industria, vengono meno, mentre si aprono altre opportunità. Che succede nel resto dell'economia cittadina? Per il momento molto poco, non appaiono molti attori vivaci, forti né in altri settori dell'industria o della piccola impresa né nel terziario; vi sono delle cose - la finanza dell'Istituto San Paolo è importante - ma l'insieme della faccenda non è ancora chiaramente indirizzata verso nuove direzioni. La politica come si rapporta a tutto questo? Nell'intermezzo mo1to particolare della politica italiana tra il crollo del vecchio sistema e abbozzi di costruzione di uno nuovo - l'elezione a sindaco di Castellani è avvenuta a giugno '93, in un intermezzo dell'intermezzo - si è formata una coalizione di centro-sinistra, senza dubbio svincolata dai precedenti interessi politici, che può, potrebbe costruire l'idea della città come attore politico forte. Non è così semplice: la giunta ha cominciato a lavorare, ha avuto un rodaggio in questi due anni, mostrando dei chiaro-scuri. Continuo a perce-

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