perché vt:ol~ bu_ttarsi giù da lì, proprio m pieno centro, proprio prima di Natale. Valli a capire, i suicidi. Lui è deciso, comunque. Solo, forse, vuole che qualcuno lo sappia. Magari anche che capisca che sta male, tanto male da volersi buttare da una gru, e lo sa che fa male anche quello, lo ha fatto già e lo sa, ,I volo è lungo, e le ossa si rompono e magari non muori. Ma da lì, così in alto, forse si è più sicuri. Lo farà, ma chissà perché vuole che quella gente lì sotto lo sappia, capisca. Loro capiscono, infatti. Adesso lo sanno anche loro. Cosa si può dire a un ragazzo che vuole buttarsi da una gru quando manca poco a Natale, quali saranno le parole della "gente", quella a cui dobbiamo imparare a rivolgerci, quella che dobbiamo blandire, ve~zeggi~re, s~durre, q_uella de, valon veti, delle idee chiare, dei piedi per terra (a proposito, lui è là, ancora in bilico, perché un ragazzo come lui che fa il pompiere gli sta parlando spenzolato da una finestra, chissà cosa gli dice, ma lui ascolta quelle parole, non si è buttato ancora, forse sono parole buone ...) Le parole della gente. Canti. Buttati, oè, buttati, oè. Battute gelide, allora si decide? Qualcuno - devono essere quelli dei valori veri - improvvisa un calcolo dei costi in denaro pubblico, ambulanza, vigili del fuoco, polizia, poi siamo noi quelli che paghiamo. Lui non si è buttato giù per quello. Non li ha neanche sentiti, spero. E poi, anche se sentiva ... non avrebbe cambiato mo! to il suo giudizio sulla vita, sulla gente. Buttian:ioci,và. Scena terza Parole scritte sui libri. Sommerse e cancellate da colate di vernice e di colla. Parole di bambini in una stanza dove si gioca e si sta insieme, non importa se non è in una scuola vera. Cancellate dal silenzio, i giochi non ci sono più, qualcuno li ha rotti, calpestati, e poi ci ha anche pisciato sopra. · Parole scritte e parole da scrivere, destinate alla memoria dei computer. Spezzate, frantumate, sparite per sempre, dove finiscono le parole immagazzinate in un computer quando lui va in pezzi, ci sarà un paradiso per loro, dove possano rivivere? · E nei giorni· dopo, troppe poche parole, perché così poche? È un'infamia, la peggiore, aggredire le parole, le idee, .· Ti vuoi abbonare? Se vuoi ricevere la rivista a casa tua ogni mese puoi versare f 70.000 (per undici numeri annui) sul e.e. n ° 88114004 intestato a Donzelli editore s.r.l., via Mentana 2 - 00185 Roma, specificando la causale: "Abbonamento a La Terra vis.ta dalla Luna". Per informazioni: rivolgersi il Lunedì e il Venerdì (ore 9-13) a: Alessandra Francioni, tel. 06-4467993. Abbiamo cambiato indirizzo!! siamo anche noi in Via Mentana n°2- 00185 Roma. YQQ il disprezzo, la violenza, co- ~e un messaggio: imparate, imparate a non pensare, ecco cosa ne facciamo, noi, delle vostre parole. Il potere. Il potere senza parole e con il viso coperto, che fa a pezzi quello che non capisce, quello che è diverso, quello che non si adegua. E nessuno protesta, chi se ne frega di un centro sociale, a chi importano i loro libri e le cose che scrivono, non stanno lì solo per non lavorare e per drogarsi? Solo i ragazzi protestano. Tanti. Quelli che non sanno parlare secondo Vertone. Sfilano per Milano, con i loro computer sfasciati. In qualche modo, chiedono la parola. Non importa se non sanno i congiuntivi, non dovremmo essere noi a insegnarglieli, e non solo quelli? Anche la civiltà, la democrazia, la speranza che il futuro non sia tutto sopraffazione, e violenza e disprezzo per gli altri ... Ti insegnerò i congiuntivi, vedrai se non è un piacere, un piccolo piacere per la bocca, dice Malaussène a suo figlio ancora non nato. Ma chi insegna il piacere della parola ai propri figli, oggi? E il piacere della tolleranza? ♦
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