La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 11 - gennaio 1996

~azione avviene solo tramite le parole, per tre con i rumori e per uno con i gesti. Successivamente si è provato ad usare le parole e i rumori contemporaneamente al gesto di toccare la mano di C.. Il risultato è stato che C. reagiva in tutte le situazioni, o girandosi dalla parte del parlante, o ridendo, o facendo dei gridolini. L'importanza di questo risultato risiede nel fatto che C. ha bisogno di essere sollecitata, nello stesso tempo, su due canali comunicativi (tattile e vocale), così come noi per entrare in relazione con gli altri usiamo, per farci capire meglio, sia la parola che i gesti. Un seminario condotto dai bambini Alla fine di questa prima parte del lavoro, i bambini sono stati invitati dalla Dott.ssa Matilde Panier Bagat a raccontare la loro esperienza, in un seminario sulle problematiche dell'handicap da lei condotto, già da molti anni, presso la Facoltà di psicologia dell'Università "La Sapienza" di Roma. I bambini, dopo averne· discusso insieme, si sono trovati d'accordo nell'andare a raccontare ai ragazzi dell'università la loro esperienza con C. L'incontro fra i bambini, i genitori e gli studenti è stato intenso e carico di emozioni, rivestendo per ognuno un valore diverso a seconda dei propri bisogni. Si può affermare, pertanto, quanto sia importante offrire alle persone che collaborano ai progetti di vita dei disabili delle occasioni interisti tuzionali tali da favorire l'incontro di modelli diversi, per un approccio integrato al problema. In tutto ciò C. e i suoi amici sono stati gli attori principali intorno a cui è ruotata l'esperienza. 4) Analisi a) Scoprire le possibilità comunicative di C. Ciò che colpisce, nell' evoluzione di questa esperienza, è quanto i bambini sappiano già a priori come adattare il loro linguaggio, verbale e gestuale, a un partner più incompetente. Questo accomodamento comunicativo, infatti, è nato proprio dal rapporto fra le competenze reali della bambina e le relative aspettative dei compagni. A· tal proposito si riportano di seguito alcuni approcci comunicativi registrati con il metodo "carta e matita": - [C] Si avvicina, le parla sottovoce, poi le mette nella mano destra un pennarello cercando di fargliela afferrare; - [G] Le parla sottovoce, le muove la ma-· no destra agitandola, sposta la carrozzina con il moto di cullarla, la chiama, la culla e la chiama...; - [E] Si avvicina guancia contro guancia, prende le braccia di C. e se le mette al collo, le sussurra paroline e vezzeggiamenti, cerca il contatto occhi negli occhi, la chiama, muove la carrozzina (C. ride), le prende la mano sinistra, Kt;!Q{.,1 si avvicina al suo viso, la culla, le sussurra qualcosa all'orecchio (C. ride), le fa dei versi vicino all'orecchio destro, prende le mani di C. nelle sue e la culla, le sussurra uh! uh! all'orecchio destro, si mette guancia contro guancia e le sussurra cic, cic, cic,..., mentre la culla le dice una filastrocca della ninna nanna, le prende il polso e le muove dito per dito, infine le prende una mano e le fa nel mezzo del palmo "pecorella": c'era una pecora pazza ... I modelli interattivi tattile-vocale e tattile-vestibolare, così come ipotizzato, sono prevalenti e i bambini li usano secondo un ordine sequenziale che va dal ·porsi in contatto con le parti del tronco più distali a quelle _piùprossimali, in maniera discreta, dalla periferia al centro: ricerca del contatto occhi negli occhi, la chiamano, le muovono le mani, le agitano le __, braccia, le accarezzano il viso o le passano la ma,no nei.capelli, le sussurrano qualcosa all' orecchio, contatto guancia .contro guancia, contatto occhi negli occhi. 5) Sintesi a) Scrivere quanto osservato. Lo scrivere e il registrare le interazioni è stato uno strumento utilizzato ogni qual volta era necessario puntualizzare quello che si stava svolgendo. La metodologia prevedeva che le riflessioni fossero effettuate sia individualmente che collettivamente. Nel primo caso le dichiarazioni verbali sono state scritte da ogni bambino s,ul proprio quaderno, nel secondo caso ogni discussione veniva registrata su un foglio srande, come memoria collettiva dell'intero gruppo. 6) Valutazione a) Organizzare i dati osservati e formulare proposte per far ricordare a C. la nostra voce. Alla luce di quanto detto i bambini si sono chiesti se C. fosse_in gr~do di riconoscere le nostre voci: - Si ricorda quando siamo vicini, con la voce di ieri; - può confondere le nostre voci con le altre [C.m]; - no, se le dimentica, con la malattia non riesce a ricordare [D]; - secondo me, non ci fa caso, non le comprende e quindi non le memorizza [M]; ecc. Dopo queste riflessioni i bambini decidono che per far ricordare la loro voce a C., è necessario assemblare una cassetta con delle musiche che lei ha sentito in classe, la voce dei compagni e quella degli insegnanti .. L'esperienza è proseguita fino in quinta elementare. Il processo di integrazione si è rivelato proficuo anche nella soluzione di con-. flitti di relazione, che si sono presentati· nel corso degli anni. ♦

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==