linguaggio verbale e sul linguaggio non verbale. Al secondo punto, gli elementi che bisogna considerare, all'interno del contesto-classe, sono: la presenza di bambini diversi da noi; come li vediamo?; come possiamo comunicare con loro?; l?erché sono così?; la ricerca di informaziom. Come si è-svolta l'esperienza La metodologia didattica ha previsto l'utilizzazione dei metodi tipici della ricerca. Tutte le volte che era necessario risolvere un "problema", i bambini facevano. delle ipotesi individualmente e, dopo che esse erano diventate patrimonio collettivo, le verificavano e le interpretavano, autonomamente e secondo i loro criteri. Riportiamo le varie fasi dell'esperienza, elencando a sinistra la progressione dei momenti e a destra gli obiettivi specifici. Alla fine di ogni fase è presente un commento sullo sviluppo della conoscenza reciproca tra i bambini e alcune loro osservazioni. 1) Conoscenza di elementi specifici: a) Descrivere le somiglianze e le differenze fra sé e gli altri; b) Elencare le somiglianze e le differenze c) Identificare i modi di comunicare; d) Elencare i modi di comunicare. Le somiglianze dei bambini tra loro sono state percepjte in _basea_ll'esl?erie~z:i concret~ (colore degli occhi, foggia dei vestiti, marca di sere applicato agli individui che avevano problemi sia fisici che di apprendimento: - (Una persona che) ha una malattia [Gi]; - (che) ha una possibilità in meno e ha meno cose [NJ; - una squadra che gioca fuori casa [M]; - una persona che non ha le dita [F]; ecc. Ma quale parte del corpo di C. è stata colpita? - La spina dorsale e la testa [C.B.J; - il cervello [Gi]. Come è successoche questa malattia abbia compromesso la vita di C.? - Ha avuto la febbre alta [NJ; - a causa del calore, alcuni di questi vermetti o spaghetti si sono spezzati [D.e G.]; ecc. L'interesse per la fisiologia ha spinto i bambini ad ipotizzare un legame tra i "vermetti interrotti" (ovvero le catene dei neuroni) e il mancato funzionamento del cervello. È importante notare come l'aiuto debba essere offerto non solo a chi ha difficoltà fisiche m:a anche cognitive o relazionali. 3) Applicazione a) Generalizzare i dati compresi e formulare ipotesi. - Io ho fatto vedere a_C. il foglio dei polmoni, e lei ha reagito con una risata [M]; io ho fatto toccare a C. un giocattolo che suona e poi una matita e la penna di tutti i colori [G]; - a me ha funzionato più il modo del rumore e lei mi ha risposto. E poi ho provato con i gesti e non è successo niente [F]; ecc. ~ A 6iTo J € Ll A PEk i TE._. l . A scarpe, ecc). Le differenze hanno riguardato il genere (maschio o femmina), lo sviluppo fisico (magro o grasso, alto o basso), il colore della pelle, i tempi nelle attività scolastiche e di apprendimento. Nell'affrontare un'analisi sul modo di comunicare con gli altri, i bambini hanno affermato che, oltre alla voce, si può entrare in relazione con le persone anche con i gesti. In particolar modo, il gesto non si usa solo per mteragire con una persona sorda, ma anche per accompagnare le parole. 2) Comprensione a) Tradurre le conoscenze in problemi da verificare; b) Stabilire delle relazioni fra il modo di comunicare di C. e il nostro. L'argomento dei gesti. è stata la molla che ha fatto emergere la malattia di C., aprendo così un confronto sul significato della parola "handicap". Qualcuno ha individuato che la traduzione in italiano era la l?arola svantaggio, e ha intuito come il suo s-igmficatopotesse esLe osservazioni effettuate per capire come fosse possibile comunicare con la compagna, dimostrano quanto i bambini vivano ancora la fase di tipo concreto, e come essi assimilino C. a loro, quando tentano di mostrarle delle penne, delle matite o dei fogli di carta. Le riflessioni scaturite dopo varie interazioni con C. hanno provocato una domanda sulle "cose" che erano successe dopo la malattia, e delle quali tenere conto per entrare in comunicazione con lei: - Non può più parlare; - non può muovere le gambe e le braccia; - è come se fosse andata via la luce [E]; - il sangue non passa bene nel cervello perché si sono staccati i ganci; ecc. Ma come possiamo comunicare con lei? . Alla luce di queste esperienze, il gruppo si è posto il problema di come poter individuare la via più idonea per far emergere in C. una risposta certa alle loro sollecitaz10ni. I canali ipotizzati erano : la parola, i rumori e i gesti. Si è. visto che per otto bambini la comuniK!lS2ld1
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