La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 11 - gennaio 1996

Andreotti, Palermo, l'indifferenza Roberto Alajmo Proprio: non si scappa. Quando si tratta di Palermo, sfug~ire ai luoghi comuni opposti e correlati è impossibile. Già si era visto dor,o l'insurrezione morale del 92. All'indomani della seconda strage i giornali mantennero per qualche giorno a Palermo i loro inviati col tacito intento di veder e se succedeva ancora qualcosa. E siccome non succedeva niente se non che la città scendeva in piazza, ecco che anche la società civile venne buona per giustificare un titolo, con articolo e nota SJ?ese conseguenti. Quasi subito le manifestazioni di massa divennero p~r i cronisti _un_mero eserc1z1O computistico. I partecipanti alla marcia o alla catena umana erano più o meno di cinquecento? Se era meno: Manifestazione fallita, Tensione antimafia in calo, Città indifferente. I partecipanti erano più di cinquecento? Ecco lo stesso un titolo pret-à-porter: In migliaia scendono in piazza contro la mafia, Palermo rialza la testa. Per cercare di sfuggire al ricatto il volontariato palermitano ha compostamente protestato, ma già gli inviati erano sul piede di partenza (in effetti, poi, non è successo niente) e così come era stato giornalisticamente pompato il fenomeno diventò giornalisticamente impalpabile. Non ci sono vie di mezzo: o la macellazione delle idee o l'invisibilità. Un ricatto molto simile a quello dell'o troppi o troppo pochi è stato tentato in occasione del processo Andreotti. Gli inviati dei giornali e delle televisioni· sono arrivati in masa, ma mentre per gli stranieri l'equivoco {'Oteva essere ~ius~ificabile? i giornalisti. it~- liam son o 1mperdonabiuh. Un americano può aspettarsi che un processo cominci e fin isca in termini commensurabili con l'esistenza umana. Il successo televisivo del processo Simpson era dovuto proprio alle caratteristiche della giustizia statunitense, che nell'arco di pochi mesi è in condizione di stabilire, con !'in evitabile approssimazione, se una persona è colpevole o meno. Ma il giornalista italiano è tenuto a sapere che in Italia non è così.Sei! processo Simpson era uno sceneggiato televisivo, il processo Andreotti è una telenovela. Ci sono impennate spettacoari, come la compresenza (nemmeno il confronto o) di. Andreotti e Buscetta. Il tutto però è estremamente diluito. Per questo è offensivo dell'intelligenza quel che è accaduto nei giorni immediatamente ~uccessivi all'esordio, quando 11processo del secolo si è rivelato quel che era, e cioè un estenuante rosario di scaramucce legali. È successo che i ~iornalisti, nazionali ed esteri, m mancanza di meglio, si sono voltati a guardare la città, aspettandosi che la città fosse pronta a rilasciare dichiarazioni pro o contro, di in dignazione o connivenza, che insomma avesse qualcosa da dire. E invece - sorpresa! - la città non ha niente da dire e quindi - titolo! - La città è indifferente. Nell'ambito della macellazione delle idee in nessun caso Palermo può sfuggire ai clichés. Quindi indifferenza significa senz'altro apatia, eterna indolenza dei siciliani, gattopardismo eccetera. E invece esiste, e in certi casi è sacrosanta, una indiff erenza con- sapevole. Il caso del rapporto fra Palermo e il processo Andreotti è uno di questi. Il palermitano sa certe cose perché le respira. Sa, per esempio, che quello ad Andreotti è una versione troppo tardiva del processo alla Democrazia Cristiana che Pasolini invocava alla metà degli anni Settanta, e sa che la Dc nel frattempo si è dissolta. Il palermitano sa, respira che il paradosso pasoliniano era, appunto, un paradosso e che anche il processo Andreotti è un paradosso, perché molto verosimilmente non si con concluderà nei tre gradi di giudizio, ma forse nemmeno solo nel primo, mentre l'imputato è ancora in vita. Dal punto di vista dell'accertamento della verità giudiziaria è quindi un processo inutile, dal quale non sapremo mai se l'imputato è colpevoe del reato di associazione mafiosa. Il palermitano sa, respira (aprescindere da come poi si regoli in cabina elettorale) che adesso il Nulla IdeologicoMafioso che secondo Pasolini era la Dc esiste sempre e ha assunto nuove incarnazioni fra l'altro molto riconoscibili, a livello di quartiere o di cellula sociale. Sa, respira che quindi anche dal punto di vista dell'accertamento della verità morale, (Pasolini proponeva almeno una pena simbolica) si tratta di un processo inutile,

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