Tabella t. Le forze di lavoro al gennaio '95: occupati inoccupati 19.698.000 2.739.000 di cui: disoccupati in cerca di prima occupazione altre persone in cerca di lavoro 1.059.000 1.115.000 565.000 Totale Fonte /stat. Ciò che caratterizza (e al tempo stesso differenzia) le categorie che si confrontano sul mercato del lavoro è il dato di fatto per cui in Italia i lavoratori occupati sono sufficieutemente tutelati dalla legislazione, mentre coloro che non hanno mai lavorato godono di una legislazione volta a favorire il loro ingresso nel mercato del lavoro mondo scarsa e solo negli ultimi anni appena più significativa. In Italia sono infatti assenti sia sussidi sia forme di indennità per le persone in cerca di occupazione. Del resto, l'elevato numero di giovani in cerca di prima occupazione mette in evidenza quanto sia tutelata la sicurezza occupazionale di coloro che già lavorano: chi è già occupato ha molte probabilità di restare in questa posizione per molto tempo nella sua vita, e chi viene licenziato può contare su di un cospicuo impegno di welfare, attraverso le liste di mobilità, la cassa di integrazione e· tutte le altre forme di tutela del lavoro. L'Italia è povera di strumenti per chi cerca il lavoro e abbastanza prodiga nei confronti di chi lo ha perso. Si è dunque in presenza di un tipo di disoccupazione che oltre a esseré escludente è anche punitiva. Un elemento da non sottovalutare come indicatore di disoccupazione, per le donne come per i maschi, è il tempo d1permanenza in tale condizione. In Europa la disoccupazione di lunga durata (più di un anno) interessa oltre la metà dei disoccupati e riguarda prevalentemente i giovani del Sud europeo. In Italia è il 68% delle forze di lavoro a essere disoccupata da più di un anno, mentre la durata media della ricerca di un lavoro è di 26 mesi nel meridione e di 18 mesi nel centro-nord. 22.437.000 In un contesto in cui i giovani scontano la carenza di strutture che si occupano del loro orientamento professionale, l'espediente di risolvere a livello i,ndividuale-privato il proprio destino occupazionale è la strategia più frequentemente utilizzata. Molti giovani cercano di risolvere il loro stato di inoccupazione sia mostrando la disponibilità al trasferimento (il 64% dei giovani meridionali dice di essere disposto a trasferirsi al nord - meglio emifrato che disoccupato infelice - mentre solo i 34% dei giovani settentrionali si trasferirebbe a sud- meglio disoccupato che emìgrato infelice - Iard '94) verso le aree a più bassa disoccupazione, sia mostrando una preferenza per i lavori autonomi (anche se questa è un tipo di disponibilità particolarmente legata ali' origine sociale). · I dati più recenti sulla condizione occupazionale dei giovani registrano un tasso di inoccupazione fari al 24,6%, che ripartito fer sesso scende a 21,2% per i maschi e sale a 29,1% per le donne. È evidente da tali percentuali quanto possa essere, quindi, pressante il problema occupazionale dei giovani e l'esigenza di smussare, soprattutto sul piano legislativo, u~, m.?dell?. di ,?isoccll:fazione così "escudente e pumtivo come 1 nostro. Tuttavia, è vero anche che il tasso di inoccupazione viene calcolato utilizzando come base l'insieme dei giovani in condizioni di forze di lavoro, ossia che nelle rilevazioni trimestrali dell'Istat hanno risposto al questionario in modo tale da lasciare emergere qualche tipo di rappòrto con il lavoro: perché ne hanno perso uno, perché ne stanno cercando uno nuovo avendo perso il precedente, perché Tabella 2. Il mercato del lavoro giovanile (14-29 anni). Italia(%) Maschi e femmine 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 occupati 39,6 39,9 40,4 40,5 39,6 44,1 42,5 ~isoccupatf 2,0 1,9 1,8 1,8 2,0 3,5 3,8 m cercapnma occ. 9,2 9,1 8,2 7,8 8,2 7,5 7,9 altri in cercadi lav. 3,8 3,6 3,4 3,3 3,2 2,2 2,3 Tot. forze lavoro 54,5 54,5 53,8 53,4 53,1 57,3 56,6 Tot. non forza lav. 45,5 45,5 45,2 46,6 46,9 42,7 43,5 Totale giovani 100 100 100 100 100 100 100 Fonte: elaborazione All. su dati /stat SUOLEDI VENTO
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