La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 11 - gennaio 1996

pa" si è però rivelato molto popolare. Klaus spera che diventi una finzione che si avvera e non è escluso che ciò possa accadere. Per motivi analoghi, Klaus cerca di convincere l'opinione pubblica a pronunciarsi sull'integrazione nella Comunità, per distoglierla dalla prospettiva - poco invitante - di un'annessione alla Grande Germania. Uno stato aggressivamente riformista non ha comunque bisogno solo dell'acquiescenza dell'opinione 1;rnbblicama della sua cooperazione attiva. Ai cittadini postcomunisti si chiede così di conformare i loro comportamenti a nuove e più complicate regole del gioco. Ciò incrementa il bisogno di legittimazione del governo. Ma con che mezzi uno Stato paradossalmente privo sia del bastone sia della carota può ottenere tale legittimazione? Ancora una voltà, il simbolismo si rivela come lo strumento più importante e relativamente meno caro per legittimare le riforme. Per quanto i continui strali del presidente Havel contro la vuotezza spirituale della televisione commerciale irritino probabilmente l'im_paziente, professorale Klaus, l'opera del presidente .contribuisce senz'altro alla legittimazione generale del nuovo regime, alleviando il senso di alienazione eolitica dei soggetti più danneggiati dalla transizione, e disto~liendoli dalla tentazione di votare per i comumsti o per qualche movimento extra-parlamentare. Se questo è vero, il nuovo sistema ceco ricorda in modo sorprendente il modello britannico del diciannovesimo secolo, così memorabilmente descritto da Walter Bagehot: la Regina è il simbolo morale ed emotivo della nazione, mentre il Primo Ministro, un mero tecnocrate, fa le cose ·che bisogna fare. Nel caso Ceco, le scelte di Klaus paradossalmente vengono addirittura rafforzate dalle critiche profondamente imparziali e apolitiche che il presidente Havel rivolge alle conseguenze inattese e ai difetti della società di mercato. PIANETATERRA I problemi di legittimazione si fanno particolarmente acuti quando sono in ballo i diritti elementari di proprietà. Un economista dirà che il modo in cui i diritti di proprietà vengono assegnati resta una questione irrilevante. Se il libero scambio è garantito, il risultato sarà comunque efficiente. Ma la maggior parte degli esseri umani non sono economisti. Così la palese ingiustizia, l'ineguaglianza nella distribuzione della proerietà comporta un problema politico. I paesi occidentali non hanno mai affrontato un problema del genere: si sono infatti democratizzati in condizioni di amnesia storica, dopo aver rimosso i veri e propri atti di pirateria e di frode che avevano in origine generato l'acquisizione della proprietà privata. (I Cechi, invece, non possono dimenticare perché, diversi in questo da molti loro vicini, essi non avevano nessuna forma di proprietà privata prima del 1989; inoltre, il rifiuto; forse politicamente necessario ma moralmente discutibile di restituire le proprietà espropriate ai tre milioni e mezzo di tedeschi sudetti dopo il 1945, continua a ricordare inequivocabilmente l'ingiustizia dell' "appropriazione originaria"). Le conseguenze di questa situazione di ingiustizia sono difficili da calcolare. Una cosa è sicura. La propri~tà privat~ o&ginella R~pubblica Ceca non puo essere gmdicata· tramite le sue origini ma soltanto sul terreno dei risultati. Impossibilitato a sacralizzare la proprietà secondo lo stile occidentale, il governo deve almeno convincere l'opinione pubblica che la mercatizzazione" dell'economia conviene. Se lo stato liberale post-comunista non può essere "basato sulla giustizia", allora, deve quantomeno rendere possibile una vita decente e dignitosa. Klaus ha avuto successo, in termini relativi, perché i Cechi credono (come sug~erisce l'ultimo sondaggio d'opinione sull'mgresso in Europa) che questo sia ormai l'unico modo per cambiare in meglio la loro vita. Tutte le forme di privatizzazione degli as-

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