La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 11 - gennaio 1996

Lotta alla povertà e solidarietà Nord/Sud Padre Zanotelli, in questo stesso dossier, denuncia che nel 1985 la cooperazione italiana era il luogo della spartizione della "torta" secondo gli interessi dei partiti e tra le ditte loro collegate. E che l' obiettivo - allora - era l' espansione del nostro mercato nel mondo. Partecipando alla conferenza or~anizzata dal Gruppo progressista noi della Comunità Internazionale di Capodarco abbiamo avuto l'impressione che sotto l'etichetta di "nuovo" si nascondeva molto di "già visto". Dopo dieci anni si continua senza chiarezza di obiettivi, con gli si:essi interlocutori privilegiati di allora: il mondo dell'impresa (Confindustria), le banche (Mediocredito centrale), e le istituzioni (ministero degli Esteri). Unica novità la presenza degli Enti locali, che rischiano però di avere lo stesso ruolo che il ministero ha avuto finora, e senza l'esperienza in materia. Solo dopo le ore 17 del pomerig~io hanno avuto diritto di cittadinanza le voci delle Ong italiane. Completamente assenti i soggetti del Sud del mondo impoverito, le realtà organizzate degli immigrati, che pure sono diretti interessati. Per quanto riguarda i contenuti, con alcune rare eccezioni - gli interventi dell'onorevole Ennio Grassi (riportato in questo dossier), di Gildo Baraldi, di Carlo Borgomeo (presidente della Società per l'Imprenditorialità Giovanile) -, abbiamo assistito a come si può contrabbandare per cooperazione allo sviluppo qualsiasi interesse di parte economico, delle imprese, delle banche, industriale. Queste cose possono esistere, ma chiamiamole con il loro vero nome: commercio estero, aiuto alle imprese in crisi, cassa integrazione per gli esuberi e non cooperazione allo sviluppo. Abbiamo anche ascoltato le richieste di un associazionismo italiano - poco visibile nei J?aesi in via di sviluppo, prigioniero di atteggiamenti corporativi, debole a livello politico-culturale internazionale, ancora troppo ideologico o strumentale - che desidera il riconoscimento formale per cominciare ad accedere ai finanziamenti pubblici (legge 49). Sarebbe meglio non ricominciare sempre dall'inizio, valorizzare le esperienze e le competenze già esistenti, e soprattutto mantenere ridotti gli interventi in occasione di drammi, guerre e calamità che favoriscono una solidarietà corta, contin~ente ed emotiva. Riconosciamo che nel panorama politico italiano gli unici che tentano di affrontare questo problema sono i Progressisti, ma alcune cose - come minoranza critica - vanno dette, anche come modesto contributo di contenuti e di chiarezza: è necessario il coraggio di cambiare. Concludendo: per noi l'obiettivo principale e unico della cooperazioneallosviluppo, il suo significato più profondo, è la solidarietà internazionale e la lotta alla povertà e all'esclusione sociale ovunque nel mondo. Costruire un mondo di giustizia, di pari diritti per tutti. Attraverso progetti di aut?~vjluppo nei paes_iim~ovenu, insieme a organizzazioni locali popolan, Ong del Sud, che sono protagoniste del loro sviluppo, cioè hanno un ruolo centrale nelle decisioni, nella gestione, nella scelta dei bisogni e delle priorità. E con gli Stati o le imprese. I beneficiari reali di questi piccoli progetti sono le popolazioni del terzo mondo e soprattutto le fasce più emarginate. Per sviluppo intendiamo non quello misurato attraverso parametri finanziari, ma quello umano: che si fonda sul diritto alla vita, la salute, l'educazione, i diritti umani, quelli dell'infanzia, l'habitat, l'ecologia, l'autosviluppo delle popolazioni locali ... E i "nuovi" soggetti nel Nord sono le organizzazioni "non" govern~tive, che operano con espenenza e competenza per cambiare le cose - nei Pvs e qui da noi. Radicate nel sociale visibilmente - attraverso ciò che fanno più che per ciò che dicono -, in gran parte autofinanziate, radicate a livello popolare. Cooperazione allo sviluppo? Le organizzazioni non governative popolari del Nord insieme alle associazioni del Sud del mondo cooperano per lo sviluppo umano delle popolazioni emarginate e impoverite del Terzo mondo, in modo paritario, interdipendente, con gli obiettivi di solidarietà internazionale, di autosviluppo_ e di uguaglianza tra Nord e Sud. Cari amici Progressisti, questa è l'unica cooperazione che possiamo accettare. ♦

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==