La Terra vista dalla Luna - anno II - n. 11 - gennaio 1996

pate del pericolo di epidemie, con loro si comincia a parlare di prevenzione. Tutti questi sono i criteri che l'operatore ricerca. Inutile ad esempio parlare di Aids con chi non ne sente il bisosno, con chi non lo ha autonomamente identificato come proprio problema. La prima fase del lavoro consiste nell'individuare un problema e i soggetti che ne sono affetti. A questo punto l'operatore ha individuato numerose questioni: i rifiuti, le acque di scolo, i bambini di strada, l'istruzione, gli affitti del terreno, l'ostetricia tradizionale. L'operatore sa anche con chi deve andare a parlare di un determinato argomento. E quando convoca una riunione lo fa con gente che si sente profondamente investita del problema: e allora la gente parla. L'interazione tra le persone è garantita. A mano a mano che le persone si incontrano, si abituano a sentirsi a loro agio insieme, si abituano a convivere. Questo rimuove il primo e più importante ostacolo alla vita comunitaria nella baraccopoli: l'assenza totale di relazioni di vicinato. Si comincia a costruire uno spirito di unità, di appartenenza a .una comunità proprio ~razie al fatto che per quattro o cinque mesi si sperimenta il fatto che tutti parlano di un problema che è comune. La questione dei rifiuti porta un secondo vantaggio: si prende coscienza del problema più generale della terra su cui vivi, della situazione sociale in cui sei costretto: qui non c'è raccolta dei rifiuti da parte della municipalità perché sei nello slum, dove abita gente senza diritti. Le istituzioni non sono obbligate a fornirti servizi. Ed ecco che un problema semplice rimanda a uno più complesso, che richiede di essere affrontato attraverso una analisi politica. Perché noi non veniamo trattati come tutti gli altri? Non siamo anche noi esseri umani? Perché non andiamo noi· al municipio, e chiediamo a quella gente di spiegarci come stanno le cose? È così che le persone riescono a comprendere le connessioni tra problemi quotidiani e questioni più senerali. È proprio la scoperta di questa connessione che induce la volontà di partecipazione, la voglia di lavorare insieme. Lungo questo percorso di scoperta, l'organizzazione e i suoi leader si rafforzano. L'esperienza di risoluzione dei problemi di livello minimale (i rifiuti lasciati davanti a una scuola, o nel mezzo di un quartiere abitato) e l'individuazione di controparti i..stituzionali su cui cominciare a fare pressione con petizioni, delegazioni, rafforza l' or&anizzazione e il senso di comunità. Imparano e si rafforzano, intervenendo su questioni semplici e ottenendo dei risultati, delle {)rime vittorie. Raggiungono quel grado di fiducia in se stessi così necessario alla gente della baraccopoli, abituata invece a considerarsi non capace, non in condizione di ottenere mai nulla. E il grur.po prende la forma di un'organizzazione stabile. È un lungo processo, per il quale noi riteniamo necessari nove mesi di lavoro degli operatori. Vorrei capire meglio: quando nomini gli organizzatori comunitari, tu parli del loro addestramento. Cosa intendi dire? (forma di selezione: smart, respect the poor, non va visto solo come un job, ufficio e così via, disposti a lavorare manualmente insieme alla gente) La nostra è una forma di istruzione sul campo. Tra l'altro noi formiamo anche i futuri istruttori di organizzatori comunitari. Nel farlo si ottengono molti risultati diversi. Da un lato gli studenti che ci vengono inviati da diverse agenzie non governative o istituzionali, ricevono senza dubbio una buona istruzione perché al termine di questa hanno ·già dimostrato di saper costruire comunità sul campo. Sono persone che hanno fiducia nella propria capacità di lavorare, cosa che non avviene quando l'istruzione è teorica, in-house. Dal1'altro lato noi, qui, abbiamo costruito una nuova organizzazione, con i suoi membri di comunità e i suoi leaders. Certo, è un'operazione che ha le sue difficoltà. Korogocho non è il luogo {)iùfacile per lavorare, e per questo è importantissima anche la fase di selezione: ci vuole gente sveglia, che abbia rispetto per i poveri, che non veda il proprio impegno come un impiego qualunque, e che sia disposta a fare un lavoro sul campo, spesso anche manuale, rinunciando alle comodità del lavoro d'ufficio. Lavorare a Korogocho è difficile. Ma noi abbiamo una lunga esperienza in questo campo, io stessa ho lavorato in baraccopoli per più di quindici anni, in America Latina e nelle Filippine, oltre che nelle periferie delle grandi città degli Stati Uniti. L'organizzazione che abbiamo costruito qui si chiama Tak, da taka taka , che significa rifiuti in swahili. La sua costituzione formale PIANETATERRA

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