RIFIUTI Celia Dos Santos a cura di Andrea Berrini A Korogocho, una delle baraccopoli di Nairobi, lavora da anni come organizzatrice comunitaria Celia Dos Santos, filippina, che ci ha rilasciato questa intervista. • Che cosa ~ignifica esattamente Organizzazione Comunitaria? Dal punto di vista tecnico, l'Organizzazione Comunitaria è un lavoro di moltiplicazione delle capacità necessarie ad affrontare le difficoltà che le persone si trovano di fronte giorno dopo giorno, e delle conseguenti capacità di analisi dei propri problemi m vista della loro risoluzione. Noi prendiamo come riferimento i problemi quotidiani della comunità nel suo complesso, come possono essere la mancanza di acqua, la sua non potabilità, o l'assenza di vie di scolo adesuate. O la questione dei rifiuti, chi li raccoglie, dove vanno gettati: bisogna pagare qualcuno perché lo faccia, oppure bisogna organizzarsi su base volontaria? Si gettano nel fiume o dove? Sono tutte opzioni che vanno discusse, tutti gli aspetti della vita dei residenti della baraccopoli sono oggetto della riflessione iniziale. Siamo a Korogocho da due anni. L'obbiettivo del nostro intervento è la costruzione di un'organizzazione di residenti precisamente localizzata, che veda crescere di pari passo la percezione che gli abitanti della baraccopoli hanno di sé stessi come comunità. Si tratta di costituire una visione unitaria dei problemi: unità nell'individuazione delle soluzioni, nell'identificazione delle metodologie necessarie. Le domande a cui dare una risposta sono domande semplici. Ad esempio: chi deve intervenire per risolvere una certa questione: saremo noi o il governo? E la mia•OJ?inione è che non tutti, ma alcuni dei problemi vanno affrontati e risolti direttamente dalla gente, altri dalle istituzioni. È necessaria la compresenza di ambedue queste modalità di intervento. In assenza dell'una o dell'altra, le cose non cambiano. Lo stadio iniziale è quello della presa di coscienza. Può sembrare paradossale, ma la discussione ruota attorno ai metodi per portare i residenti alla chiara percezione che questi problemi quotidiani sono i loro, e non quelli di qualcun altro. Non è il governo che subisce queste condizioni: sei tu che ne paghi il prezzo. Non sono i miei figli che moriranno: sono i tuoi. Il problema degli anziani, o delle condizioni sanitarie sono affar tuo, una preoccupazione immediata. Certo, diventano poi anche affare del governo, ma la presa di coscienza PIANETA i'ERRA consiste nel fatto che la gente vede la realtà del problema: riguarda me, ricade su di me. Sono 10 che sento la puzza dei rifiuti, e coscientizzazione vuol proprio dire: io sono stufo di sentire la puzza e quindi cerco delle soluzioni. Questo cambio di mentalità è così difficile? Tu rendi l'idea di persone che hanno invece un 'attitudine completamente differente. Sì, chi viene nella grande città sembra pensare: questa è la città, lei si prenderà cura di me. Oppure: non è cosa mia, non è un posto mio, e quindi io aspetto che sia la città a risolvere i suoi problemi. A questo si aggiunge ben presto la assuefazione alla rinuncia, all'abbandono di ogni speranza. Nei fatti la gente si abitua a non usare più il pensiero. Il nostro metodo tende a svegliarli. A stimolare la domanda: cosa accade attorno a me? Cosa posso fare? I nostri operatori, che noi chiamiamo organizzatori comunitari e sono addestrati in questa metodologia specifica, devono riuscire a parlare almeno con venti persone al giorno nell'area di competenza. Si tratta di integrarsi con loro, conoscere i loro nomi, la loro storia, i loro problemi. Capire cosa pensano rispetto a quei problemi. A questo punto la gente comincia a parlare con loro proprio grazie a questa presenza continua, giornaliera. Questo processo di integrazione dura per tre mesi. Ogni organizzatore comincia a conoscere la sua area e le duemila persone che la abitano. Su questo lavoro l'organizzatore redige un rapporto settimanale. La funzione più importante di questo rapporto è quella di elencare i temi che le persone affrontano più spesso nelle discussioni con l'organizzatore. Tramite il lavoro necessario alla formulazione di questi rapporti si migliorano anche le qualità degli operatori. Aumentano la loro capacità di memorizzazione dei dati ambientali e la loro conoscenza delle persone. Viene anche richiesto loro di scrivere un diario, aumentando così le loro capacità di fissare dati e comunicare per iscritto. Questo vuol dire che il loro addestramento si svolge all'interno di una realtà comumtana m evoluzione: se gmngono a conoscere a fondo la realtà di mille persone, portandone cento a riunioni collettive, influenzandole e dando loro le motivazioni necessarie a trovarsi insieme, questo è indice di un lavoro eccellente. Che ciascuno dei residenti dell'area si convinca di poter dare il proJ?rio contributo: questo è un primo passo psicologicamente indispensabile, e questa esperienza viene ripetuta per molti giorni, orgamzzando molte riunioni. E tra la gente che partecipa, comincia a emergere una leadership. No, selezioniamo i leaders sulla base di più necessità. Prima di tutto, è necessario che il leader abbia una competenza specifica del J?roblema che viene identificato come essenziale. Che ne sia cioè direttamente coinvolto: ad esempio se il problema è quello dei rifiuti il leader deve essere qualcuno che ha parlato della puzza dei rifiuti. In questa prima fase l'organizzatore comunitario comincia a conoscere bene lo spazio in cui lavora, sa come procedere nel suo lavoro di contatto. Sa ad esempio, che il modo migliore di contattare persone è andare a cercare coloro che vivono a fianco dei rifiuti. Chi sarà più interessato al problema del drenaggio di acque reflue se non chi vive a fianco dei mucchi di pattume e subisce gli allagamenti durante le piogge? Se c'è un gruppo di famiglie preoccu-
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