La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 10 - dicembre 1995

SALUTE E MALATTIA SIEROPOSITNI: UN FILM Daniele Segre Maria N adotti RITRATTI DAL VERO Maria N adotti ... Come rispondere con il cinema alla strategia culturale -che il sazio e stordito Nord del mondo ha intessuto attorno al copione della sieropositività e dell' Aids? • Finora, soprattutto da Stati Uniti, Francia e Inghilterra ci erano arrivati preziosi documentari prodotti d;i. piccole e avvertite comunità locali. Materiali girati a caldo, per dare voce e visibilità a gruppi ed esperienze di margine, pe~ lo più rimosse, irrappresentabili se non da c~i ne era protagonista, poco appetibili sul piano del consumo di.massa. Testi pensati per far riflettere, affermare, controinformare soprattutto i diretti interessati, sieropositivi, persone con l'Aids, operatori e attivisti. . A fianco di questa produzione ormai stermmata e che pure - non solo per una resistenza del mercato ad assorbirla e farla circolare - è rimasta limitata a uq circuito militante in grado di farne buon uso, si è assistito ad un proliferare di piccole e srandi fiction: In un primo tempo film narrativi rigorosamente indipendenti, spesso scritti, diretti e prodotti da chi il virus Hiv se lo era ritrovato nella vita di tutti_ i giorni, la propria: e quella del proprio ambiente. Ne è prova New York che, a partì re dai primi anni ottanta, si trasforma in una necropoli incapace di rappresentarsi al di fuori di una dolente presa d'atto dei nuovi scenari di- ·segnati dalla malattia e dal lutto. In una sorta di sforzo collettivo che va al di là di una logica della solidarietà i suoi migliori artisti e intellettuali si mobilitano per raccontare e interpretare quella che ben presto si qualifica come la nuova frontiera della convivenza civile con~ temporanea. Arrivano poi - ma è storia recente e ancora tutta da valutare per moventi ed effetti.- i primi prodotti commerciali a tema, i film di cassetta a grosso budget e cast miliardario, come Philadelphia, destinati a glamourizzare il virus di fine millennio e a farne l'oggetto ideale di un melodramma consolatorio e in fondo inoffensivo. Sott~atto a ogni riconoscibilità sociale e a un vero impatto politico, il copione dell' Aids si stempera in un sentimentalismo generico e buono per tutti gli usi. . I protagonisti della tragedia si trasformano in santini senza diventare personaggi, negandosi_e neg~ndoci la co~plessa ambiguità propria di una vicenda:collettiva che ha saputo, invece, rimettere in discussione i termini di ogni relazione pubblica e privata, la nostra idea di chi siamo e di chi siano gli altri e riattivare sentimenti a lungo taciuti o repressi, paura, rìfiuto, viltà e vergosna. . L'Italia cmematografica è, nel frattempo, rimasta a guardare. Occupati, i nostri autori, almeno i migliori, in opere di grande impegno civile, eppure incapaci di misurarsi, o forse sempli~~mente.d~~e,ntir~come cos~ loro, l'urgenza e 1meludibihta dei problemi sollevati dal1'Aids. . Che oggi sulla scena italia~a compaia un'opera come quella di Daniele Segre è dunque una specie di piccolo miracolo e un segno da raccogliei-econ estrema attenzione. Come prima, più di prima, t'amerò, sessanta minuti di parlato a più voci, nasce per desiderio di un'associazione milanese, A77, che da anni si occupa di disagio, sieropositività e Aids. L'urgenza che spinge i suoi fondatori a riv?lgersi_a_uno dei filmaker italiani più attenti ai conflitti che attraversano la società è semplice: raccontare con la propria voce invece di nascondersi nel silenzio, nel vittimismo, nella recriminazione; parlare, invece di lasciarsi parlare; assumersi la responsabilità di dire di sé uscendo da un sistema di delega e di dipendenza. Ma anche fare il punto su anni di duro e appassionato lavoro collettivo che hanno prodotto saperi e sensibilità nuovi e la capacità di sovvertire ogni paternalistica logica assistenziale. · Senza negare e negarsi la fatica e la com~ plessità di un processo che si regge sulla costante volontà di ripensare, disfare, tentare altre strade. Con attenzione e delicatezza. Con enorme rispetto per la dignità umana. Senza regol~ p~estabilite e senz_aretorica. Con quella spregiudicatezza: che puo nascere solo da una vera passione per gli altri, chiunque essi siano e qua~~nque sia la storia che li ha portati a·essere c10che sono. . Sulla scena di Comi prima, più di prima, t'amerò compaiono, non a caso, solo persone, una ventina circa, che hanno deciso.di non fare SALUTE E MALATTIA

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