La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 10 - dicembre 1995

ricata da Capitale e Stato del tradimento della ferrovia, ci offre un triste e complesso esempio: chiusura delle linee e soppress~one dei treni (compensata, ovviamente, dall'introduzione di nuove linee di autobus, alcuni con la scritta Renfe sulla fiancata, per riempire il vuoto creatosi) con il pretesto della redditività, secondo lo stile dell'Impresa come Dio comanda; conseguente concentrazione di spese e attenzioni nelle grandi linee di congiungimento degli ·agglomerati urbani e, soprattutto, nel servizio periferico delle città, sostenendo in entrambi i casi l'ideale del popolo, disastroso per la gente e la vita, ma necessario a Stato e Capitale tecnodemocratici che lo sfrùttano chiamandolo Futuro; il pretesto della redditività prevede il misero risparmio di poche centinaia di milioni derivanti da queste chiusure e soppressioni, che sommato al risparmio ancora più misero causato dal disservizio, dall'abbandono delle stazioni, dall'abbandonò della manutenzione minima, porterebbe all'abbondanza e all'efficacia di materiale e personale (l'abbondanza di amministratori e funzionari per riprogrammare gli ora(Ì, tanto più frequenti quanto più disastrosi, per cui sarebbe meglio per la ferrovia che non facessero), a treni più frequenti, puntuali e comodi (ma la comodità non consiste davvero in schermi video che impediscono di godere il panorama dai finestrini). Tuttavia il pretesto della redditività perde di credibilità quando si paragona questo misero risparmio all'ingente sperpero di. centi-. naia di miliardi che Stato e Capitale dedicano volentieri al treno ad Alta Velocità, perfettamente inutile per la g~nte e che dim?stra nella sua stessa struttura d1 non essere ne un treno né una ferrovia, ma una specie di aereo che si trascjna per terra; ma il pregio di questo treno non è solo l'alta velocità, che non serve a niente e a nessuno (tranne a quattro dirigenti, appositamente programmati perché ne abbiano bisogno) e, di conseguenza, viene imposta come unico ideale dell'Impresa e dell'Umanità ·(ciò che conta è arrivare: cancelliamo le ore di vita perse in viaggio nella speranza del Futuro); il suo triste valore consiste piuttosto nei milioni che fa circolare invano. La fine dell'impero dell'automobile e nel frattempo ... Alla fine l'Impero dell'Automobile e della Strada sicuramente crollerà e già si avvertono i primi scricchiolii premonitori. Crollerà, perché sembra che comunque in questa sventurata orda di esseri umani il buorì senso e la sensibilità siano ancora destinati a vincere e a debellare la superba follia dei Signori. Sì, ma mentre gli Amministratori del Capitale ne ap- .profittano per continuare a farlo circolare invano nella speranza di arrivare a morire credendo nel suo Futuro, quante vite e ore sprecate nel nulla! Più di un secolo perso prima che il buon senso riesca a farsi strada in questo mondo! Promemoria politico per gli ingegneri Infine vorrei ricordare agli innocenti ingegneri che c'è una differenza tra un'invenzione che risolve le necessità immediate reali provenienti dal basso e le semplici applicazioni imposte dalle esigenze del Capitale o dello Stato; e che la forma e il funzionamento di queste ultime rivelano, a un attento esame, la mancanza di genio e utilità e la cieca obbedienza che ON THE ROAD muove gli in~egrii al servizio del Potere. Forse gli mgegneri e i tecnici, in un accesso di onestà, potranno aiutarci a comprendere questa differenza con altri esempi e con una conoscenza più precisa delle diverse forme e funzioni di strade e macchine. Ma non vorrei che dimenticassero che una macchina è un'istituzione (politica, economica) e che quindi, per esempio, non si può sepa-· rare lo studio per lo sviluppo della strada ferrata e dei trem dalla lotta contro l'automobile e le strade. In realtà questa è solo una battaglia (certo importante) della guerra del Potere contro la gente e della gente contro il Potere, che è anche la guerra della ragione contro l'Idea fissa e dominatrice. Ma questa guerra non si· svolge solo negli spazi che i Mezzi di Informazione dedicano alla Politica e all'Economia, ma anche in quelli della Scienza e della Tecnica. È qui che avviene . · lo scontro senza tregua fra il criterio di utilità per la gente e l'ideale di Sviluppo, che si spaccia per Futuro, e comporta, per esempio, l'imposizione di mezzi di trasporto impotenti e arretrati in vece di quelli utili ed efficaci. Ed è anche la guerra tra la menzogna del principio "Il valore di un mezzo dipende dal fine per cui si utilizza" e l'umile ammissione . (umile perché non parte dalla stupida fede che si sa ciò che si fa) che il fine è impresso nella forma del mezzo.· È, quindi, una guerra sempre dura e difficile, ma non disperata (sarebbe tale se si credesse nel Futuro) perché confida nell'impossibilità che gli ideali del Potere si avverino fino in fondo e nell'instancabile·resist.enza da parte della gente a lasciarsi trasformare totalmente in Massa di Persone. Alcune maledizioni Comunque vada a finire questa guerra, vorrei esprimere alcune maledizioni indispensabili. · ... . Maledico quelli che continuano a credere che lo sviluppo della ferrovia sia compatibile con il mercato dell'automobile e della benzina e che sostengono il principio: "Il treno e la ferrovia hanno un posto e una funzione diversa e indipendente da quelli dell'automobile e delle strade". Maledico quelli convinti che, qualsiasi mezzo ci venga venduto, questo non prevede già un determinato utilizzo, ma dipende invece dall'uso che ne facciamo; quelli convinti di usare effettivamente l'auto o la televisione secondo i loro desideri e gusti personali, senza subire alcuna pressione per il loro acquisto. Maledico in special modo quelli che continuano ad apprezzare il treno e la ferrovia come piacevoli ricordi di un passato romantico e incantato, quelli che vorrebbero trasformare le vecchie stazioni in musei e destinare dei fondi (perché no?) a mantenere in vita alcuni trenini estetici e culturali, affinché i giovani e i bambini ogni tanto possano provare cosa significava viaggiare in treno. ♦

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