La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 10 - dicembre 1995

LEZIONI SULLA DISOBBEDIENZA CNILE Giancarlo Gaeta Piergiorgio Giacohè Marino Sinibaldi RESISTENZA MORALE E CULTURA DELLA PACE Giancarlo Gaeta .. . Per Anna, che se ne è andata a diciassette anni lasciandoci il prof umo della speranza. La lezione che Alexander Langer ci ha lasciato in materia di pacifismo deve indurre, mi sembra, a privilegiare una visione lucida della realtà internazionale e la ricerca di risultati concreti, oltre la testimonianza pur coraggiosa ? ella v~rtù pacifista. Perciò, preferisco parlare mnan~itut_to non di pacifismo ma più in generale di resistenza morale, come condizione indispensabile a motivare una azione politica capace di modificare la situazione attuale. Indub~iamen~e_pacifismo, nonvio~enza .e disobbedienza civile sono forme eminenti di resis~en~~mor~le, ma occorre ricomprenderne il sigmfic~to _nspetto_a una s~tuazione compresa nel_~uo_msieme_e_nspettoai presupposti culturali indispensabili per una loro pratica efficace. Ragioni sociali, culturali e politiche della resistenza morale. La_resistenza morale nasce da un patire non più puramente subito, ma vissuto consapevolmente nella sua natura, nelle sue cause e nei su<?ieff~tti. Senza una vi_sionecomplessiva della situazione reale, non si dà resistenza ma solo acquiescenza o ribellione. Occorre dunque innanzitutto una visione chiara della realtà attuale del nostro Paese nel suo insieme, e non solo_de~ nostr~ Pae~e, ma di esso come parte costitutiva dell Occidente; ovvero una visione della crisi di civiltà che nell'ultimo secolo ha segnato l'Occidente e i cui effetti condizionano gravemente la situazione mondiale. Ritengo che tale realtà possa essere brevemente riassunta nei seguenti punti: 1 . a. Dal punto di vista sociale: stiamo vivendo l'avvento della borghesia di massa come prodotto del dominio dell'economico sull'insieme della vita sociale e individuale. b. Dal punto di vista culturale: si è oramai realizzata l'identificazione delle classi dominate con i valori e i modelli delle classi dominanti, previa distruzione dei valori e comporta- !11entipropri della cultura popolare e del ceto intellettuale. c. Dal punto di vista politico: il ceto politico nella sua grande maggioranza riconosce come inderogabili le esigenze di modernizzazione, anche a costo della perdita di identità sociale, _diriduzione drast~cadella partecipazione effettiva alla cosa pubblica, e qumdi scontando un ampia parte di corruzione economica e più in generale di disordine morale. Ora, una situazione colta sinteticamente in questi termini porta a concludere che nel suo insiem~_la".ita sociale e politica nei paesi occidentali e di fatto permeata da una cultura di destra, malgrado le molte ambiguità e i molti correttivi che ci si industria di introdurre in essa. Così se già vent'anni fa Pasolini annunciava "la prima vera grande rivoluzione di destra" avvenuta in Italia, è oggi Bobbio ad avvertirci che "la società creata dalla televisione è naturaliter di destra". Questo vuol dire che siamo andati ben oltre la rivoluzione fascista degli an~i v_entie ~re~t~, né è difficile cogliere eleme~u. di co;11unuita da allora a oggi: ad esempio il razzismo. Il fatto è che per mezzo secolo abbiamo nascosto ed esorcizzato con la retorica dell'antifascismo il nascere e crescere e dilagare di una cultura dell'economico assolutamente pervasiva, che del fascismo è una versione assai più complessa e potente, e davvero in grado di dominare il mondo. Presupposti culturali per mettere in atto forme di resistenza morale.- La consapevolezza vissuta di tale situazione nonché il rifiuto delle conseguenze che essa ?etermina a livello planetario, e più da vicino m Europa e nel bacmo del Mediterraneo, sono attualmente il presupposto necessario ad ogni forma_di resistenza morale; presupposto necessano ma non ancora sufficiente. Altrimenti c'è il rischio che la resistenza morale si riduca I testtpubblicati in q':"estasezione de_llarivistasono la rielaborazionedi alcunidegli interventi svolti a çapodarco 1t J:ermo.ama~gto'95 nell'ambito di un seminariosu Disobbedienza civile, non v10lenza, obiezione di coscienza. · 1=ll1Slli1.

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