La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 10 - dicembre 1995

esistente quando questo gli sembra ingiusto. Gandhi non acconsentirebbe mai di vincere con la violenza, perché· è convinto che solo una vittoria ottenuta con la non violenza sia durevole, giusta e fondata. Da qui discende anche' la concezione politica di Gandhi, con l'elozio del comprome~s~, e l'idea fondamentale che i fini ~on po~sano mai giustificare 1 mezzi. Il principio della non violenza implica un modo di intendere l'azione politica ben preciso, che peraltro ha avuto molti imitatori, dalla Norvegia alla Cina di Tienanmen. A dire il vero non sempre ho condiviso le tesi del cosidetto "pacifismo integrale". Nel caso della Bosnia, per esempio, mi sono sentito avversario politico del pacifismo. Credo che nessuno possa illudersi di trovare in Gandhi delle ricette da utilizzare· così, sic et simpliciter per guarire qua!- siasi malattia. Quello che bisogna tener presente è il nucleo forte della concezione gandhì'ana: che il fine non può mai giustificare i mezzi, che l'etica deve recuperare un contatto con la politica. Non penso che si possa oggi dirsi gandhiani, anche perché lui non l'avrebbe apprezzato. Per quanto riguarda il compromesso, è curioso che Gandhi parli di "bellezza del compromesso", mentre noi attribuiamo di solito a questa parola un significato negativo. L~ pratica del compromesso s1 lega alla volontà di non voler vincere mai solo per se stessi ma anche per il proprio nemico. In questa idea c'è un tratto molto diffuso nelle culture orientali dall'India alla Cina: quello della lealtà, del non pretendere di stravincere, del lasciare una via di fuga al nemico perché se lo mortifichi prima o poi cercherà vendetta. E, coerentemente, Gandhi avvertiva sempre i suoi avversari politici prima di iniziare una manifestazione di protesta, non tendeva mai agguati. Senza dubbio si troverebbe molto a mal partito nell'Italia di questi giorni,così aggressiva e così poco leale. Il giudizio di Gandhi sulla moiernità è particolarmente duro e la sua considerazione della storia e del progresso è del tutto negativa. Possiamo oggi trarre aei suggerimenti dalla suaposizione ? "Cantate per la pace, tt " non so ovoce... Jane Galin (traduzione di Riccardo Duranti) ]ane Galin, poetessa e psicoter:apeu~, v~ve a !'or~land i~ Orego_n.Sue poesie sono apparse in Italia in Stone d1ordmana ~oes1a.Po~u americani degli anni '70, a cura di R. Duranti, Savelli 1982. ♦ Così, questa è la morte. Non lo sapevo. Guardate come si levano tutti, spaventati e offesi, e certi urlano come se morissero anche loro, come se sanguinassero a morte da secoli - da millenni - della mia stessa morte. Di colpo tutte le mani si sono svuotate d'offerte, svuotate di fiori, svuotate della candela non ancora accesa, svuotate di pane, svuotate di uova, di pesce, di sas~i, . . . svuotate di vuoto, le vostre m~1 sono nd1ventate pugru - accorrete verso il mio corpo come se fosse ancora me, o io provassi dolore. . No. Il destino mi ha condotto a questo luogo e a questo momento come a un pozzo, un pozzo profondo dall'acqua abbondante, fresca e pura, e il cielo sembra acqua dell'azzurro più fondo. La luce del sole è quasi troppo dolce da sopportare, e tu.tto quel che devo fare ~ bere subito . e godermi il sole sulla faccia e sulle mam. La mia pace è arrivata. Se.solo potessi cantarvi la pace che ho nel cuore - bastereobero poche note e la smettereste perfino ?~ pia!lge;mi .. Ma non posso e questo e 11mio nmp1anto. . . Per il mio rimpianto insisto con Dio perché m1faccia tornare, e per un attimo immagino di riu~cir davver~ a tornare in quel corpo spezzato che continua a cambiare man mano che la morte penetra più a fondo - . di tornare a rinfilarmici dentro come un bambino che cerchi di rinfilarsi nella sua culla di tanti anni fa. Ma non ci entro più. Troppo piccolo ormai, il mio corpo, e vola via veloce, vola nel tempo, vola nel passato, non riesco più nea1:chea1 avv~cinarmi. Tutto vola via da me, anche ora che indugio 9u1. Se solo potessi raccontare a voi, gente mia, e a tutto il mondo questa gioia, questa luce, questa pace. Se solo potessi cantare per voi, se solo poteste ·sentirmi ora, non avreste più paura. Ora sì che dimoro nella mia Israele, la terra che non può essere mai vinta n~ divisa, Israele, la terra della pace, la terra santa. Ci vivrete in pace pure:;voi, anche se vedo che ancora non lo sapete. Questa nuova vita mi si apre da".anti così_abbagli~nteeppure, se mi fosse permesso, m1fermere1 con voi. Fermarmi non posso ma sempre canterò per voi la pac~. . Fermatevi voi e tendete le orecchie al mio canto. ♦

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