La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 8 - ottobre 1995

GIRO D'ITALIA "LAVORO CULTURALE" CINEMA A UDINE Thomas Bertacche Thomas Bertacche, obiettore, è operatore culturale presso il Centro Espressioni Cinematografiche di Udine. ♦ In un recente numero di "Linea d'ombra" Piergiorgio Giacchè, in un lungo e ironico articolo sulla figura dell'operatore culturale, definiva il lavoro culturale, e la cultura in genere, come visione critica dell'esistente. Come offerta cioè di opere, discussioni ed altro che siano in grado di portare ad una riflessione sullo stato delle cose, proponendo alternative, e, soprattutto, ascoltando anche chi dice di pensare in maniera opposta alla tua. Come dovrebbe essere scontato e necessario quando un gruppo di persone che vivono nello stesso paese, provincia, regione e stato decidono di autoregolare la loro vita in comune. Come sembra non essere più possibile ora che le strutture dello stato sono qualcosa di altro e distante da chi le legittima. Il cinema, e la gestione di una sala d'essai, è ancora, nonostante la definitiva crisi di pubblico, lo strumento in grado di raggiungere un maggior numero di persone, meno impositivo e radicale nei punti di vista riportati, con un termine ormai triste, più "democratico". Questa, unita ad una passione che, con un a1tro termine triste, potremmo definire "ciné-fils", la motivazione che deve stare alla base di chi decide di dedicare al cinema una parte importante della sua vita. In Friuli esistono sei grupJ?i che si occupano di cinema, stranamente divisi in maniera razionale sul territorio: uno per ogni città (Trieste, Gorizia, Pordenone e Udine) e due che coprono l'alto Friuli (Gemona e Tolmezzo). Due di questi (Udine e Pordenone) gestiscono quotidianamente una sala, gli altri, che in maniera periodica (Gorizia e Gemona), chi no, organizzano rassegne, incontri, seminari, mostre. Esiste anche qualche altro gruppo la cui attività però è marginale, nonostante i contributi che riescono ad avere dagli enti locali. La cineteca dal Friuli, oltre ad essere tra le più attive cineteche italiane, organizza, in collaborazione con Cinemazero, ogni anno Le giornate del cinema muto di Pordenone, festival di livello internazionale (probabilmente tra i pochi necessari in Italia). Cinemazero di Pordenone, la Cappella Under&round di Trieste, il Kino-atelier di Gorizia e 11 Centro Espressioni Cinematografiche di Udine sono gruppi ormai "storici", con un forte radicamento sul territorio. Questi sono nati mediamente negli anni Settanta, investiti quindi (per lo meno di striscio) dai movimenti eversivi succeduti al '68, alcuni hanno saputo rinnovarsi, perdendo il lato più deleterio di quel decennio, il settarismo, ed assieme, però, anche l'utopia, altri no, SUOLEDI VENTO attraversando per inerzia l'ultima parte degli anni Ottanta. Tra questi il Centro Espressioni Cinemato grafiche di Udine, dove lavoriamo anche noi da qualche anno.Il Centro Espressioni Cinematografiche gestisce sei giorni su sette una sala d'essai, dove è possibile proiettare solo ai soci (8000) per la mancanza della licenza pubblica. A Udine esistono altre sette sale, una a luci rosse, cinque di proprietà di un'unica società. La nuova, tanto attesa, legge sul cinema rende praticamente impossibile l'apertura di nuove sale. Il non avere la licenza pubblica e il non poterla ottenere ci esclude automaticamente dai contributi ministeriali per la ristrutturazione delle sale e per la programmazione di qualità. Altra attività è quella di organizzare annualmente un~ r~ssegna ;etr?spetti~a, eh~ q':1est' anno era dedicata ali Italia degli anm Cmquanta, vista attraverso i suoi film dimenticati, forse meno importanti artisticamente, ma fondamentali per conoscere un pezzo fondante della nostra storia. Questa rassegna è stata direttamente organizzata da un gruppo di giovani sotto il coordinamento di Lorenzo Codelli . Ogni due anni il Centro Espressioni Cinematografiche organizza la Mostre dal cine furlan (mostra del cinema friulano). Una specie di minifestival competitivo tra film girati in lingua friulana. Tra l'altro, la "patria" e la lingua friulana sembra essere l'argomento che più coinvolge i giovani udinesi che si occupano di cultura, una ricerca di diversità e di originalità rispetto al resto della nazione in cui a volte è difficile distinguere tra ciò che è comunque interessante e ciò che è solo "patriottico". Una radio, Onde Furlane, e due riviste, "La Patrie dal Friul" e "Usmis", rappresentano i gruppi più interessanti dell' "avanguardia friulana", vicino a organizzazioni più canoniche come la Società Filologica Friulana. Ultimo gruppo che deve essere citato per offrìre un panorama completo di quello che accade a Udme, il Centro Servizi e Spettacoli, nato soprattutto come circolo di produzione teatrale, diventato ora il principale referente anche economico del comune di Udine. Questo più o meno il quadro in cui si muove: quali le difficoltà? La prima è, ovviamente finanziaria, molti di questi circoli nati attraverso il volontariato non sono in grado di gestire situazioni diverse. Il nostro lavoro, sicuramente considerevole dal punto di vista, viene comunque considerato non necessario e quindi non necessariamente retribuibile. Questo anche per questioni di bilancio: nonstante tutte le chiacchiere, le accademie, i baroni, i giornali, le medaglie d'oro dello stato, i soldi buttati, il cinema rimane, secondo gli enti pubblici, l'ultima delle arti. Confrontando i soldi spesi dalla regione per il teatro e quelli per il cinema il rapporto è 10 a 1. La rassegna sugli anni Cinquanta, costata cento milioni, ha ricevuto un finanziamento ridicolo di 8 milioni. (Piccola l?arentesi: l'assessore alla cultura di Udine ha imposto che dal prossimo anno in piazza Matteotti - centro di Udine e sede degli spettacoli estivi - non ci siano concerti rock. Per gli amministratori dello stato cultura e arte continuano a essere sempre e comunque concerti di musica classica, Goldoni, Tiepolo e, solo in occasione dei ventennali, Pasolmi). L'impossibilità di ottenere la licenza pubblica d'altronde evidenzia una volontà conservatrice rispetto all'attuale situazione.

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