La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 7 - settembre 1995

peribile, sotto vuoto spinto, forse a termine. E per adesso, vive la sera, nei pub o nei centri sociali". Tante città, che si muovono a velocità diversa. I ragazzi hanno voglia di divertirsi, di spendere per mangiare fuori, eppure il 35 per cento dei disoccueati (che sfiorano i settantamila) sono giovani con meno di 25 anni. Città diverse che convivono fianco a fianco: a trenta metri da piazza Scammacca, centro metri quadrati e cinque locali, c'è l'Auro, centro sociale occupato quattro anni fa. "È un centro che funziona, che organizza diverse cose - dice Claudio - ma a mandarlo avanti siamo solo in trenta. Soprattutto non c'è la gente dei quartieri, che dovrebbe esserne la linfa. Ma è un problema comune a tutti i centri sociali nel Sud, qui manca il referente principale, magari da noi trovi il figlio del professore, chi è cresciuto in certo ambiente culturale, ma non trovi il figlio dell'operaio". In città i centri sociali occupati sono tre: ci sono anche l'Esperia e il Vulkano. L'Auro, che occupa uno splendido palazzo (per anni lasciato in abbandono) a ridosso della Cattedrale, ha avuto l'informale promessa dal Comune di poterci rimanere senza srossi problemi. E intanto cerca di rimanere vivo organizzando un po' di tutto, dalla campagna antiproibizionista a quella per lotta zapatista, dalle serate ai concerti; l'Esperia ha invece recentemente riunito tutti i graffitari della Sicilia; mentre il Vulkr;mo, il più piccolo e occupato di recente, ha tentato subito di trovare un'integrazione con il quartiere. Eppure, nonostante trenta metri, rimane distante la Catania dei tavolini da quella dei centri sociali, così come i ragazzi della ricca via Monfalcone da quelli dei quartieri di Librino o di San Giovanni Galermo. Per cercare di abbattere queste barriere, per creare non solo aggregazione ma anche cultura, un gruppo di ragazzi ha dato vita ad Ambito, a metà tra un centro sociale, un'associazione e un semplice punto di ritrovo. "Vogliamo che sia un momento di confronto, per fare musica o per parlare di informatica - spiega Biasio Guerrera, alle spalle esperienze nell' animaz10ne teatrale e video -. Catania ha un grande hinterland, qui vengono gli universitari dalle altre provincie e quello che trovano sono solo forme di aggregazione effimere: tutto finisce con un giro per i locali o per andare ali' acchiappo. Quello che manca è proprio un discorso di programmazione". Ambito si trova in un vecchio stabile di viale Africa a due passi dalla stazione ferroviaria; nello stesso palazzo aprirà in autunno anche una saletta cinematigrafica. Di fronte c'è il Centro fieristico, mega progetto realizzato sulle antiche industrie di raffinazione dello zolfo, costato centinaia di miliardi e inizio della tangentopoli catanese .. Prima dell'estate è nat_oun Comitato che, raccogliendo un'idea lanciata dal mensile I Siciliani, si è posto come obiettivo quello di occupare il Centro e farlo diventare quello spazio che manca alla città. "Bisogna fare qualcosa - dice ancora Biagio - uscire dalla logica dell'attesa dei finanziamenti pubblici. Nonostante tutto arrivano ancora oggi a pioggia, come una volta, così le risorse vengono polverizzate e finisci col rimanere nelle mam dei politici. In questo momento a Catania ci sono stimoli nuovi, c'è fermento, non bisogna lasciarsi scappare anche questa . " occasione . ♦ GIRO D'ITALIA MILANO VISTA DALLA PERIFERIA PaoloPagani Paolo Pagani è educatore professionale della Cooperativa Sociale «A77» di Milano. ♦ Sono le 9 di sera in casa Lobascio quando suona il campanello, lo zio Vincenzo, venuto a far visita ai parenti, si avvicina alla porta per vedere che c'è. Dietro a lui il fratello Giuseppe, il padrone di casa. Nemmeno il tempo di rendersi conto di chi stia aspettando sul pianerottolo e la scarica di pallottole parte impietosa. Vincenzo muore quasi subito e Giuseppe rimane ferito all'addome, se la caverà con qualche settimana in ospedale. Qualche appartamento più in là, un'altra famiglia, un 'altra storia, un 'altra angoscia.Stefano sta morendo di Aids, suo fratello Riccardo li ha lasciati un anno fa. Overdose. Il padre non c'è e forse è meglio così, tanto, dice Rosy, la sorella più piccola "più che dare botte e riempirsi di alcool non sapeva fare. Che non ci sia è solo un problema in meno". Il giro continua. Si ridiscende in cortile e si imbocca la scala "D ". L'ascensore non f unziona, i citofoni e le caselle della posta sono inutili suppellettili di cui nessuno ormai ricorda la remota funzione. Sono inutilizzabili da tempo, esattamente da quando, qualche Carnevale fa, qualcuno li ha individuati come bersaglio ottimale per testare il potere distruttivo dei petardi. L'esercitazione si è conclusa con ottimi risultati per quanto riguarda il potere distruttivo dei petardi. Arrivati al 7° piano si incontra la famiglia Di Lonardo. Renzo è stato licenziato da due giorni. Il suo datore di lavoro, appena dopo una settimana di prova, gli ha detto che "se non riesce ad arrivare puntuale all'inizio del turno di lavoro, alle 8 di mattina, è meglio che lasciperdere e che non si faccia nemmeno vedere!". Ma Renzo davvero non ce la faceva ad alzarsi presto la mattina. Negli ann~ delle medie, quando ci andava, si era guadagnato del tutto autonomamente il privilegio di entrare e uscire a qualsiasi ora tanto, anche_per i professori ormai non c'erapiù molto da fare ... Adesso Renzo stapensando di presentarsi al prossimo concorso dell'azienda che si occupa della nettezza urbana. Chissà che non gli vada meglio che dal carrozziere. Queste sono solo alcune delle storie conosciute andando a lavorare in un quartiere Iacp (Istituto Autonomo Case Popolari) della periferia di Milano. Un quartiere come tanti dove, chissà per quale strano scherzo del destino, si condensano un gran numero di casi di disagio sociale e dove si concentrano le stigmatizzazioni di una città che è malata dentro, fin nelle sue radici ma che non può permettersi di riconoscerlo e di mettere in discussione il sistema che la regge. Quanto all'équipe che avrebbe seguito la SUO/EDI VENTO

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