La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 7 - settembre 1995

NUOVA SOCIETA', NUOVI SCRITTORI Maria Rita Masci Maria Rita Masci, traduttrice, ha introdotto in Italia alcuni dei testi più importanti della nuova narrativa cinese. •• Uno degli aspetti che più colpiscono della produzione culturale cinese contemporanea è l'assenza di un unico discorso dominante a vantaggio di una pluralità di stili, di linguaggi, ispirazioni, istanze e ricerche. La convivenza nei media della cultura ufficiale di Partito con una produzione eterogenea, a carattere tanto d'avanguardia che popolare, ha fatto definire questa fase della vita culturale cinese come una sorta di "socialismo post-moderno". La televisione ad esempio, divenuta come da noi il più potente dei media (basti pensare che dati del 1987 stimavano l'esistenza di 600 milioni di telespettatori!), trasmette in uno spericolato meticciato servizi sulle più recenti conquiste e realizzazioni economiche del socialismo di marca Deng parallelamente a sceneggiati "a tinte forti", come "Un pechinese a New York", o comici e dalla forte vena dissacrante, come il cele-· berrimo "Storie della redazione di un giornale", del prolifico scrittore Wang Shuo. Paradossi del genere non sono nuovi nella storia dello sviluppo intellettuale cinese, basti ripensare alle formule con cui, nella seconda metà dell'800, si cercava di giustificare l'adozione delle "tecniche occidentali" al fine di mantenere lo·" spirito cinese", o allo stesso "pensiero di Mao", il marxismo-confuciano. Eppure mai come oggi la coesistenza degli opPIANETATERRA posti - il Partito monolitico, l'apparato dominante, la linea e il controllo ideologico contro la società in evoluzione, la dinamizzazione e privatizzazione dell'economia, la modernizzazione dei mezzi di comunicazione - sembra essere non il se~no di un accomodamento, di un equilibrio, di un raggiunto sincretismo, ma piuttosto il sintomo di un definivo divorzio tra la società e il _potere. Un tempo gli scrittori rischiavano i lavori forzati se le loro opere venivano considerate di critica al sistema, oggi possono difendersi ricorrendo alle armi legali. Wang Meng ad esempio qualche anno fa ha fatto causa a un giornalista del "Wenyi bao", il più importante organo letterario ufficiale, per aver attaccato la sua novella Minestra di riso dura in quanto satira delle politica delle riforme di Deng Xiaoping. Wang Men~ lo accusò di diffamazione e persecuzione politica; naturalmente il suo ricorso venne respinto, ma creò grande sensazione in Cina. Le possibilità di pubblicare si sono moltiplicate, la politica editoriale delle molte e nuove case editrici non segue le direttive del Partito ma le scelte del proprio comitato di redazione, gli scrittori percepiscono i diritti d'autore, hanno agenti per l'estero e le opere controverse possono sempre vedere la luce, magari passando prima per Taiwan o Hong Kong. La Cina sta vivendo, probabilmente per la prima volta in modo tanto radicale nella sua storia, la grande epoca della prevalenza dell'individuo sulle masse. Negli anni Ottanta era ancora possibile riconoscere nello sviluppo delle arti una tendenza generazionale. I ' giovani istruiti", ex Guardie rosse e studenti mandati da Mao a lavorare in campagna per farsi rieducare dai contadini, una volta rientrati in citt~, si fecero promotori della prima straordinaria fioritura della poesia, della letteratura, del cinema. Opere di narrativa come La trilogia dei re di Acheng o Sorgo rosso di Mo Yan, film come "Lanterne rosse" di Zhang Yimou o "Terra gialla" di Chen Kaige hanno conquìstato l'attenzione del pubblico anche in Italia. La ricerca di nuovi valori aveva condotto questa generazione per strade molto lontane dal marxismo ortodosso, verso una ricerca di nuovi modi espressivi, di una nuova identità culturale, portandoli ad una profonda riflessione sulla storia della Cina stessa e sul carattere nazionale del popolo cinese. La narrativa si era avventurata

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==