La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 7 - settembre 1995

der del dissenso cinese - anziani di saldissima formazione marxista o giovani di vaghe conoscenze democratiche - non sembrano avere le idee molto chiare. Quelli all'estero, strappati alla loro terra, vivono di nostalgie e rancori. Non sono organizzati. e non appaiono certo come. una forza alternat_ivaall'~ttuale p~rtit_ocomu,?ista. q_ue~~! ancora m patna - pochi e 1meno prest1g10s1 - non hanno di fatto possibilità di movimento. La polizia, forte della .lezione passata, li tiene sotto strettissimo controllo. Quando diventano troppo "pericolosi", nel senso che inco- . minciano ad avere un certo seguito e il fermarli ri~hiede un eccessiv<;>dispendi~ di energ~e, il partito concede loro d1andare all estero, d1solito a "curarsi" negli Stati Uniti. Ben sapendo che là, lontano, diventano innocui. Al massimo possono mandare in Cina via Internet, come è successo quest'anno, una Statua della li- 'bertà come quella che venne eretta sulla piazza Tiananmen poco prima dell'arrivo dei carri armati - con la scritta "non dimentichiamo". Basta pensare al numero degli abbonati in Cina alla rete telematica - poche migliaia - per valutare l'impatto di simili iniziative. Eppure il governo li teme. Perché le indispensabili riforme stanno creando inevitabilmente grandi insoddisfazioni: le sicurezze di 50 anni di Repubblica popolare - lavoro, casa, assistenza medica e sociale - stanno tutte eroi-. lando per i dipendenti pubblici. Nelle campagne, l'imf eto della riforma agraria si sta esaurendo. I costo della vita sta crescendo, così come si stanno acuendo le differenze tra le regioni ricche della costa e quelle povere dell' enPIANETA TERRA troterra sottosviluppato. La disoccupazione è in aumento e, con la modernizzazione dell' agricoltura, ci sarà un surplus di 200 milioni di forza lavoro nelle zone rurali. Già oggi decine di milioni di persone arrivano nelle città in cerca di lavoro, premendo su servizi necessariamente inadeguati. Il dissenso non ha proposte per risolvere alcuno di questi f roblemi, ma può fungere da catalizzatore de malcontento. La sua condanna della corruzione del partito, dei privilegi della casta dei dirigenti, della burocrazia sprecona e incompetente, non è difficile pensare che sia condivisa da chiunque non goda, direttamente o di riflesso, del grande caos oggi regnante in Cina. È grande quindi il timore di quello che potrebbe fare un sindacato autonomo - si dice che esista già e conti "migliaia" di iscritti, di fatto non è stato per ora possibile verificare indipendentemente la partecipazione se non di alcune decine d.i persone, molte delle quali sono state arrestate nei mesi scorsi per costituzionè di associazione illegale. Non è quindi il dissenso così com'è oggi a spaventare gli imperatori rinchiusi dietro le mura purpuree della Città proibita a Pechino, ma il fatto che esso potrebbe porsi alla guida di rivolte operaie o ribellioni nelle campagne. Se lo sviluppo economico non dovesse più soddisfare le aspettative, se le speranze di un domani migliore dovessero crollare. In quel caso è auspicabile per la Cina e per il mondo che ci sia un'alternativa valida al partito comunista. · ♦

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