La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 7 - settembre 1995

SCAMPÌA UN QUARTIERE SENZA STORIA Rosanna Costagliola Rosanna Costagliola, sociologa, lavora al Dipartimento assetto del territorio al Comune di Napoli. ♦ A Napoli, in una periferia consolidata di antica tradizione rurale e successivamente sede di attività manifatturiere, con un tessuto edilizio e urbanistico contrassegnato dalla presenza di centri storici, gli antichi casali, nasce nel 1987 un quartiere senza storia né identità: Scampìa. L'unico carattere di riconoscibilità, e al tempo stesso di ar.partenenza per gli abitanti, è quello di essere 11 prodotto di un consistente intervento di edilizia pubblica, avviato negli anni '60 sull'onda del modello di urbanizzazione intensiva delle periferie delle grandi aree urbane e proseguito durante il decennio successivo, dando luogo a un processo insediativo ad ondate che si è completato negli anni più recenti. Scampìa costituisce, nell'ambito della periferia napoletana, il 'luogo' dove è possibile leggere con mag~iore evidenza gli effetti del modello di crescita della città, che, a partire dall'immediato periodo post-bellico, si è fondato essenzialmente sulle trasformazioni della sua periferia, lasciando pressoché inalterata la grave situazione ambientale e di sovraffollamento del centro storico. Il processo si è attuato saturando dapprima le aree intermedie, poi approfondendo l'uso intensivo di quelle perifenche per procedere infine all'aggressio~ ne del territorio extracomunale. Questo modello di espansione della città si è espresso con la massima intensità soprattutto nell'area nord interna ed esterna al territorio cittadino, dando luogo a un insieme compatto e senza soluzione di continuità, composto dai quartieri e dai comuni contermini, fortemente caratterizzato da alti valori di densità e di congestione e da livelli di affollamento sempre superiori a quelli del capoluogo. La tesi che si intende dimostrare, analizzando i dati dell'ultimo censimento, è che in queste aree operano negativamente fattori strutturali - essenzialmente demografici e economici - che creano condizioni di profonda marginalità economica e sociale. Il territorio considerato comprende i quartieri cittadini di Scampìa, Piscmola, Miano, Chiaiano, Seeondigliano, S.Pietro a Patierno, e include una parte dei comuni posti sull'altopiano a nord della città, limitatamente a quelli direttamente confinanti con il capoluogo, e tioè Melito, Casandrino, Arzano, Casavatore e Casoria. Su una superficie complessiva di circa LA CIUÀ ( 5.300 ha, pari al 4,3% del territorio provinciale, si addensa il 12% della _popolazione dell'intera provincia: 362.701 abitanti, con un indice di densità di 68 ab/ha; a Scampìa, dove vivono 43.980 persone, questo valore è pari a 104 ab/ha. Nello stesso territorio il censimento del 1961 faceva registrare poco meno della metà degli abitanti attuali. In nessuna altra porzione del territorio dell'area napoletana si sono verificati incrementi analoghi. Mentre nell'insieme di quartieri che costituiscono la zona nord della città è possibile osservare nell'ultimo decennio una sostanziale battuta d'arresto della crescita demografica, espressa per la prima volta da un indice di variazione negativo seppur molto basso - in linea con l'evoluzione delle dinamiche a livello cittadino - al contrario ciò non si verifica nei comuni contermini. In questi ultimi si registrano infatti tassi di incremento della popolazione ancora assai sostenuti, pur in presenza di alti livelli di saturazione del territorio urbanizzato. Gli effetti dell'andamento demografico sulla trasformazione della struttura della popolazione insediata sono stati rilevanti, in primo luogo per quanto riguarda la composizione per classi d'età. In un contesto meridionale, che vede la Campania la regione leader quanto a presenza di giovani e l'area napoletana detenere lo stesso primato rispetto alle altre grandi aree urbane del paese, la zona nord rappresenta a sua volta l'espressione più significativa di questa condizione. In questa area, nonostante si sia verificato - per effetto di una graduale riduzione del tasso di natalità, in linea con la tendenza naziona- _le ma con ritmi più lenti - un progressivo decremento di giovanissimi, cui è corrisposto un aumento peraltro ancora assai contenuto degli anziani, siamo ancora in presenza di valori molto elevati di popolazione con età inferiore ai 14 anni rispetto a quella con più di 65 anni. Questo rapporto è pari a 3,2 giovanissimi per ogni anziano residente nei quartieri cittadini della zona nord ed è ancora più alto nei comuni contermini, 4,6; a Scampìa l'indice si avvicina a questi ultimi, con un valore di 4,1; in media nella città di Napoli _perogni anziano residente risultano 1,6 giovani in età inferiore a 14 anni. Nelle altre ~randi aree urbane, per le quali è più utile rag10nare al contrario in termini di indice di vecchiaia, si sono calcolati in occasione del censimento 1991 mediamente 1,3 anziani per ogni giovane; a Bol.osna il valore dell'indice, pari a 2,8, ha consentito di conquistare il primato di città più vecchia d'Italia. In secondo luogo, una non indifferente trasformazione si è verificata anche nella struttura delle famiglie. Nelle situazioni urbane mature generalmente a un trend demografico negativo, prodotto dall'avanzata del fattore crescita zero e dal fenomeno di spopolamento delle città, si accompagna una progressiva riduzione delle dimensioni delle famiglie residenti. È· il caso di grandi città del nord come del meridione, dove si assiste, in particolare nell'ultimo decennio, a questo andamento, con indici molto bassi rilevati a Milano, Genova e Roma, rappresentati da poco più di due persone per famiglia. Anche a Napoli, seppure in misura più ridotta e con una battuta d'arresto registrata

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==