La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 4 - giugno 1995

re necessariamente un'opera lenta e difficile. È il caso di citare un ultimo autore tra gli esploratori di questa zona del mare dei desideri e delle mentalità. For Love of the Automobile. Looking Back into the History of Our Desires 20 , il libro pubblicato dal sag~ista tedesco Wolfgang Sachs una decina di anm fa, è effettivamente una prudente incursione nella storia dei desideri, attraverso l'appassionato e appassionante amore per quest'oggetto chiamato automobile. Un oggetto che 'è molto più che un mero mezzo di trasporto e può considerarsi veramente come "la rappresentazione materiale della cultura", un "simbolo culturale". Negli ultimi capitoli del suo libro Sachs abbozza un progetto per cambiare la storia di una dipendenza che prometteva di essere liberatoria: "velocità più lente e distanze più brevi sono le pietre angolari di una politìca che voglia smantellare i presupposti politici ed economici della società basata sull'automobile". In realtà, tutti gli autori citati in questo articolo hanno realizzato simili sforzi per suggerire alternative rispetto allo stato delle cose che criticano. Bisogna allora domandarsi se sia valsa la pena d_idispiegare tutto questo insieme di sforzi pratici e intellettuali, realizzati controcorrente rispetto alle politiche e alla mentalità dominanti, e se realmente abbiano cambiato qualche elemento significativo dell'evoluzione del sistema di trasporto. È lecito pensare che i risultati siano stati scars_io prevedibili. Però è anche lecito e stimolante trovare atteggiamenti decisamente positivi e ottimisti sulla capacità di cambiamento dei comportamenti individuali e delle attitudini collettive. Un esempio di questo atteggiamento è offerto dal giornalista inglese Patrick Rivers che ha brillantemente esposto le conseguenze sociali ed ambientali del trasporto. Nella prefazione del suo libro La generaci6n inquieta 2 1 dice: "Quando, assieme ad un gruppetto di persone, vincemmo il primo round contro il progetto di costruire un'autostrada che avrebbe causato gravi danni alla comunità, capii che gli effetti della cupidigia e dell'insensatezza non erano . inarrestabili: prosperavano semplicemente peréhé di fronte ad essi si adottava quasi sempre un atteg~iamento passivo". La magg10re virtù di chi desidera cambiare le cose sta forse nell'evitare di disperarsi _di fronte alla lentezza con cui le cose effettivamente cambiano, e nell'affrontare le battaglie e le tregue per guardarsi e cambiarsi allo stesso tempo. Rivers apre il suo libro con un capitolo espressivamente intitolato "Mobilità: il nuovo dio". Se effettivamente ·questo assunto dell'automobile, del traffico e del trasporto affonda direttamente le sue radici nelle credenze, valori e speranze degli esseri umani, non sarebbe male prendere le cose con pazienza attiva, e, accettando l'ammonimento di Rafael Sanchez Ferlosio che "finché non cambiano gli dei nulla cambia", preoccuparsi di causare a questi dei qualche fastidio. Note 1. Tra i numerosissimi testi critici sul Piano Interstatale di Autostrade, spicca H. Leavitt, Superhighway-Superhoax, -Ballantine Books, NewYork 1970. 2. L. Mumford, The Highway and the City, 1958. Pubblicato in origine nella rivista Architettura Recorde successivamente nell'omonima raccolta di articoli, Mentor, NewYork, 1963, Secker and Warburg, Londra 1964 . 3. Sotto l'impeto delle lotte cittadine co~tro le autostrade sono state pubblicate in Spagna le seguenti opere: M. Gaviria, Libro negro sobre la autopista de la Costa Bianca, Cosmos, Valencia 1973; B. Diaz-Nosty, El "affaire" de las autopistas, Zero-Zyx, Madrid 1975; X. G. Sequeiros, M. C. Diaz e M. X. Barreiro, Autopista del Atlantico. Sistema de transporte e desenrolo galego, Galaxia 1977; Coordinadora de luchas contra autopistas (197,9), La lucha contra las autopistas en el Estado Espanol, Zero-Zyx, Madrid 1979. Nello stesso periodo si pubblica.rono diverse analisi delle implicazioni tra gli interessi immobiliari, l'industria legata al trasporto e il modello territoriale sviluppato dal piano regolatore urbano, tra queste spicca l'opera di R. Fernàndez Duràn, Transporte, espacioy capita!, Nuestra Cultura, Madrid 1980. Nell'ultima ondata di costruzioni di autostrade e superstrade in Spagna, realizzata grazie al Piano di Strade e di una serie di convenzioni tra lo Stato centrale e le amministrazioni regionali e locali, l'opposizione è stata meno articolata rispetto agli anni sessanta, cosa che spiega il fatto che negli annì ottanta, solamente il conflitto per la costruzione della superstrada di Leizaràn è stato riportato in un libro: J. Fernàndez, La autovìa en el espejo, Txalaparta, Tafalla. 1989. 4. J. Jacobs, The Death and !ife of Great American Cities. the Failure of Town Planning, Random Ho use, New York, 1961. 5. J. Gehl, Livet Mellem Husen, Arkitektens Forlag, Copenhagen, 1971. Tra le edizioni pub~licate in altri paesi troviamo Life between buildings. Using Public Space, Van Nostrand Reinhold Company, New York, 1987. . 6. D. Appleyard, Livable streets, University ef California Press, California 1981: 7. A. Sauvy, Les quatre roues de la fortune. Essai sur l'automobile, Flammarion, Parigi 1968. · 8. E. J Mishan, Grow,th:_The pr~cewe pay, Stap_le! · Jress, Londra 1969. L editore O1kos-Tau pubblico nel 19.71la versione in lingua castigliana con il titolo Los costesdel desarrollo economico, Barcellona. 9. I. Illich, Energìa y equidad, Barrai, Barcellona 1974. Tra gli autori che si rifecero al discorso di Illich spiccano: J. P. Dupuy e J.Robert, La traiciòn de la opulencia, Gedisa, Barcellona, 1979 (versione spagnola nell'edizione del 1976); J. Robert, Les temps qu 'on nous vole. Contre la_société Chronophague, Seui!, Paris, 1980 10. J. M. Naredo, "Circulamos a 8 Kilometros/hora", Ciudadano, Madrid, maggio del 1974; J. M. Naredo, " Las cuentas de automovil desde el punto de vista del usuario", articolo del numero monografico della rivista Economia y Sociedad dedicato alla mobilità metropolitana. Comunità di Madrid, n°6, aprile 1992. 11. A. Soria y Puig, (1980), ''. A qué se llama transporte ?", Ciudad y Territorio,n° 2/80, Instituto de Estudios de Administraci6n Locai, Madrid. Un riassunto di questo articolo è stato recentemente pubblicato nella rivista Gaia, n°3, Madrid, 1993. 12. Indipendent Commission on Transport,ChanONTHEROAD

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