La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 3 - aprile-maggio 1995

Cinquant'anni fa, Hirostiima· Emanuele Vinassa de Regny Emanuele Vinassa, fisico; si occupa dei rapporti tra scie~za e società e di divulgazione. E direttore editoriale della Cuen. •• . Il titolo di un bel libro di A .. Nirenstajn, pensato e scritto due anni fa per gli studenti affinché conoscano e ricordino lo sterminio degli ebrei, si adatta,perfettamente all'occasione: E successo solo cinquant'anni fa. .· · · · Nel 1945 - appena 50 anni fa - sono successe tante cose. La Liberazione deWitalia, innanzitutto. Ma anche il bomb ard amento di Dresda (200.000 morti, la·città rasa al suofo ), la sperimentazione e l'impiego della bomba atomica: Hiroshima e Nagasaki, insomma. Tutte cose successe "solo" 50 anni fa, e tutte più o meno assieme. Per questo, il 1945 può forse essere davvero considerato "l '-anno zero", come propone la rivista "Gia- · no" (che dedicherà i tre numeri del 1995 proprio a questo tema), ispirandosi a un brano di Gunther Anders riportato nell'editoriale del n. 19: "Capii subito, già il 7 agosto, _un_gì_ornodopo l'~ttacc~ a Hiroshima e due pnma d1 quello assolutamente inescusabile a Nagasaki, che il 6 agosto rappres.entava il giorno zero d1un nuovo. computo del tempo: ,il gior?? a pa_rtire dal quale l umamta era 1rrevocabilmente in grado di au- · todistruggersi". Anche per gli scienziati quell'anno fatidico segn_al'origine di una nuova epoca perché - come ebbe a ricordare J.R. Oppenheimer - proprio in quell'anno gli scienziati '~conobbero il.peccato". E Oppenheimer non parlava a vanvera, perché quel peccato lo conosceva berte: si era travestito da serpente tentatore (anche se più avanti se ne pentì amaramente). . La Liberazione dell'Italia la ricordano quasi tutti, Dresda la ricord~no in pochi (forse solo quelli che nann'o letto Vonnegut), Hiroshima si tende. ormai a dimenticarla. Da questa tendenza a dimenticare - che peraltro non 'riguarda solo· Hiroshima - metteva in :g1:1a~diaKurosawa in Rapso~ dia in agosto, e mettono oggi in guardia alcuni soci dell'Unione scienziati per il disarmo (Uspid) che, nel numero di aprile di "Le Scienze", si pro- . pongono alle scuole come possibili "testimoni" di un evento che _non può e non deve essere d1ment1cato. La drammatica rottura che la bomba _atomica _ha rappresentato nei r~pport1 tra scienza e poteFe ci viene ricordata d;i · un recente libro di Roberto Fieschi e Claudia Paris De · Renzi - Macchine da guerra. . Gli scieniiati e le armi, Einaudi,. pp. 225, :5.;24.000- che riper~orre_, sin dal_leorigini, la stona dei rapporti tra .scienza e tecnica, tra ricerca "pura" e ricerca "applicata". Una lunga storia, in cui è da sempre la domanda (il mercato ?) a spingere la ricerca, una dòmanda. che viene da ogni dove, ma soprattutto dal potere... · Nel libro, il priino a essere coinvolto nella vicenda è Vulcano che costruisce per Teti monili e gioielli, ma anche le armi _più belle. del mondo per · .suo figlio Achille. Forse per questo motivo - si chiedono gli autori - è l'unico brutto tra gli dei dell'Olìmpo? Poi tocca ad Archimede che, nonostante la sua indole pacifica (la tradizione vuole si sia fatto uccidere piuttosto che interrompere la dimostrazione di un teorema), costruisce per Gerone gli specchi ustori che · distruggono le navi romane che assediano Siracus,a. Più tardi l'elenco si allunga: Tartaglia e Galileo, che si occupano di balistica; Stevino e Car~e~io, ingegne_ri mi_litari al serv1z10 del pnncipe d1 Orange; Lazare Carnot, organizza-' tore degli· eserciti della. Rivoluzione Francese. Anche Leonardo, uno dei pochi esempi di scienziato "libero professionista'\ offre i suoi· servigi a Ludovico il Moro con urta v001 ~caGinoBianco lettera in cui magnifica mortai, bombe amano e carri d'assalto e solo aldecimo posto cita le sue attitudini "in tempo di .pace". Perfino Edward Teller, il "fa)co" per antonomasia, sempre alla ricerca di armi mic:idiali perché osses$Ìonato dalla potenza dell'Urss, ha un antesignano in Ruggero Bacone, che temeva l'avanzata dei tartari e chie~eya armi migliori per· i crociati. Ma nella vicenda tro- .vano posto sia le intrusioni ideologiche che deformarono il pensiero scientifico (dal · raz?~s~o _degli a1:i.t:opol~giil- . lumm1st1 alla f1s1ca anana, dalla biologia lisenkoista al · darwinis)Jlo sociale) sia il ruolo positivo che ebbero alcune ricerche militari, dive- .nute fondamentali per la vita ·di ogni giorno (il radar, per esempio) e la trasformazione in strumenti di morte di invenzioni. del tutto pacifiche (per esempio il filo spinato, brevettato nel 1867 negli Usa per delimitare i pascoli e i terreni coltivati). . In M acchin.e · da guerra non viene demonizzato nes- · • suno (a parte { fanatici). Non c'è atteggiamento di condanna · . e viene tenuto_in gran conto il ruolo della sfida mtellettuale presente m ogm ncerc.;t: non· , ... . . •. c e motivo per non ncercare. Certo, la realizzazione della ·bomba atomica rappresentò una s1tuaz1one completamente .· nuova e, in certa misura, diversa: per la prima volta foro- . no: gli scienziati a proporre una nuova arma. Dopo la · !11ess3:a punto 4ella bomba, mfatu, ·I mtrecc10 tra potere politico-militare e ricerca scientifica - fino allora episodico - divenne inestricabile. La nuova bomba era qualcosa che andava al di là della comprensione dei politici, era . 9ualcosa che. d.oveva essere e promossa", "sostenuta", "spiegata". Hitler era un ottimo testimonial (in negativo) perché rappresentava un'·enorme minaccia: la possibilita che la bomba se· la facesse costruire lui fece piazza pulita di eventuali du5bi. A favore . della bomba giocò ançhe il fatto che a promuoverla (in positivo) fu Albert Einst~in - . lo scienziato più noto dèll' epoca, il "paci.fista" per eccel": lenza che con fa bomba non volle mai avere nulla a che fare -, che nel 1939 scrisse al presidente Roosevelt una famosa lettera per metterlo in guardia. co1;1troil pericolo _che la Germama usasse le pencolose potenzialità militari of- .ferte clalla fissione nucleare. E la richiesta di· scrivere la lette-

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