La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 2 - marzo 1995

denaro di cui teoricamente possono disporre senza poterne disporre. Gli interessi passivi incidono gravemente (in una misura che in media risulta oscillare tra il trenta e il quaranta per cento) sulle entrate reali. Sicché le sovvenzioni attribuite si riducono a volte persino della metà. Su queste basi, le pretese ministeriali di un .buon governo aziendalistico dei teatri finiscono col rispecchiare lo schema del "cornuti e mazziati". Inoltre, poiché il ritardo può essere manipolato, non sarebbe irrealistico che attorno a esso allignassero persino casi di concussione. 3.2.2. Esiste persino un teatro di anime morte. Per le diagnosi e le riflessioni sullo stato generale del t~atro ~on_o spesso strumento msosutuibile le cifre e le statistiche dettagliat~ sul nu~ero 1egli spettatori vaganti, stag10ne per stagione, teatro per teatro, spettacolo per spettacolo. Anche in questo caso le cifre sono (in quale misura?) menzognere. La pratica degli abbonamenti fa sì che vengano computati come spettatori presenti e paganti gli spettatori abbonati. I quali non, di rado a teatro evitano di andarci, anche perché non pochi abbonamenti non vengono dalle tasche di concreti spettatori ma da enti pubblici e privati, associazioni, industrie sollecitate a compiere azioni culturalmente benemerite. Teatri che sulla base dell'oggettività dei numeri sono esauriti, nella realtà risultano . . . praticamente semivuoti. 3.3. Las serie degli esempi potrebbe durare a lungo. Ancora più lunga sarebbe l'analisi dettagliata delle conseguenze negative che discendono dai punti che abbiamo delineato .. Il deterioramento generale ha la forza della sua debolezza: quanto più è diffuso tanto meno viene percepito. La sua stessa gravità e pervasività rende impossibili proposte di rimedi semplici e chiare. Combatterlo sembra donchisciottesco. L'intransigenza e il rifiuto·appaiono ridicoli e finiscono per realizzarsi soltanto al loro grado zero: l'astensione. 3.3.1. Coloro che praticano teatro attraverso l'esercizio della scrittura storica e teorica possono nutrire un'illusione astensionistica, in realtà anch'essa degradata e degradante. Consiste nello scegliere di Bit YQQ .,caGinoBianco concentrarsi su ricerche "pulite " e "imparziali", rivolte solo al passato. Questa scelta comporta due errori in uno: innanzi tutto collabora al degrado chiudendo gli occhi su quei teatri che praticano una ricerca di dignità umana e qualità artigianale. In secondo luogo, trascura una delle vene della cultura teatrale occidentale: lo scambio fra teatro-informa-di-spettacolo e teatroin-forma-di-libro. La formula perniciosa secondo cui "all'artista basta l' esperienza e non ha bisogno di libri" si specchia in quella altrettanto perniciosa secondo la quale lo studioso non sarebbe chiamato a impegnarsi nel presente. È vero che ci saranno _sempr~ teatri da indagare, ncostruire e raccontare. Ma non è detto che ci sarà sempre qualcuno motivato ad ascoltare i nostri racconti. 4. Questo punto è il più breve, perché richiede la lunga pazienza della pratica. A nostro parere, non sono né possibili né auspicabili visioni e progetti comuni. _È necessario, mvece, un atteggiamento condiviso che prenda le distanze dal degrado imperante senza cessare di combatterJo nei limiti delle proprie possibilità. 4.1. Più dei programmi comuni è importate la comune difesa di un territorio indipendente in cui siano realizzabili programmi diversi, tra loro alternativi o complementari, secondo una pluralità di poli, stimoli, tendenze, che in realtà arricchisce l'unità invece di disperderla. Non dobbiamo cercare l'accordo, dobbiamo invece approfondire le differenze, in un orizzonte comune di riconoscimento, rispetto e contrapposizione solidale e attiva. L'esperienza insegna che quando gli uomini in teatro cercano di comportarsi secondo le regole del gioco dei movimenti politici organizzati, sia quando vi si adeguano che quando li mimano, la loro efficacia diventa nulla. Non abbiamo bisogno di documenti, mozioni, voti, . . maggioranze e mmoranze convegnistiche. E non ne abbiamo bisogno per le ragioni opposte a quelle per cui non ne hanno bisogno i movimenti unanimistici e plateali: appunto perché tra noi non vogliamo affatto essere d'accordo. L'efficacia deriva dagli esempi. Quei "territori liberati" di cui parlava Julian Beck sono esempi, e quindi atti efficaci. Sono innanzitutto i luoghi delle tensioni, non i non-luoghi utopistici. 4.3. Proponiamo la pratica d'una cultura teatrale parallela. Ribadiamo che essa non ci parrebbe possibile né ci pare consigliabile come alternativa alla lotta quotidiana contro (e perciò stesso all'interno) del sistema teatrale degradato. Parallelo non significa alternativo, né emulo, né rivale. Significa la costruzione di una zona autonoma esente dalle logiche e dagli obblighi del sistema, così come ci mostra l' esemp i'O del teatro cileno al tempo di Pinochet, o l'operato dei critici uruguayani al tempo della dittatura. 4.3.1. Sono possibili molte attività per mettere in pratica il modo in cui ciascuno di noi pensa alla cultura teatrale. Ospitalità di spettacoli, dimostrazioni di lavoro, incontri, dibattiti, momenti di approfondimento storico e teorico, trasmissioni e scambi di tecniche, diffusioni di materiali, sperimentazione di progetti impagabili: sono tutte attività che è possibile fare senza grandi somme di denaro. Bas~al_alibera e spregiudicata iniziativa. Tutto questo già avviene, ma quasi sempre senza una chiara coscienza della sua importanza in un quadro generale di resiste?za al degr~do e all~ dissi~ paz10ne dei patnmom culturali. 4.3.2. Esistono molti luoghi, tutti più o meno minacciati, ma sufficientemente protetti per poter ciascuno a suo modo farsi testimone e luogo di un lavoro di costruzione di una cultura teatrale parallela: organismi e laboratori che a diversi titoli possiedono un riconoscimento e una piccola sicurezza; festival; case editrici e riviste; università; enti e organizzazioni culturali indipendenti. Non stiamo parlando di una pratica della solidarietà come altruismo e mutua assistenza, ma di legami tra egoismi intelligenti e lungimiranti, decisi a difendersi dal degrado. 4.4. Il degrado pervasivo e generalizzato ha, infatti, almeno un pregio: mostra che quello che oggi chiamiamo pratiche di cultura teatrale parallela saranno probabilmente il teatro di domani. ♦

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