La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 2 - marzo 1995

Bi LA GUERRA DEI MEDIA Luigi Lusenti Luigi Lusenti, dirigente dell'Arei di Milano, è tra i fondatori dell'asociazione Est-Ovest, che si occupa dell'informazione sulla ex-jugoslavia attrasverso l'omonima agenzia di stampa e il suo bollettino (v.iaAdige 11, 20135). ♦ All'inizio è scoppiata la guerra dei media. Improvvisa ma deflagrante. Nessuna repubblica ne é rimasta esclusa,nessun giornale si è salvato. Ha infierito a lungo, ovunque. Senza pietà alcuna ha ucciso la verità rendendo tutto più facile. Spianando, nella coscienza della gente, la strada della bonifica etnica e dei massacri. Chi ha iniziato per primo, chi ha urlato più forte, chi ha mentito di più è impossibile dirlo. Dopo però tutto è stato possibile: riscrivere la storia, cambiare la realtà, mentire sui fatti. Le edicole si sono progressivamente svuotate. Se le notizie erano tutte uguali non servivano più tante testate o tante trasmissioni televisive e radiofoniche. Alla voce del padrone bastavano semplici mega/ oni che ripetessero un 'unica, martellante, informazione: "abbiamo ragione noi":Dall'altra parte della frontiera c'è il nemico e solo il nemico. Ciò che pensa, ciò che dice non ha nessuna importanza. Me- ~lio non sapere che "anche loro muoiono, soffrono e vanno in guerra malvolentieri". L'informazione così purificata ha messo al bando le altre possibili verità che non trovassero una sistemazione nel criterio razziale, nell'esaltazione della croaticitàpiuttosto che della serbitudine, e con pignoleria ha riproposto ogni dettaglio culturale, storico, linguistico, gastronomico o estetico, sottolineando le differenze e spacciandoleper inconciliabili. "Ogni pallottola sparata è stata prima innescata da una parola scritta su un giornale, detta alla televisione o alla radio". Ha ripetuto più volte l'intellettuale belgradese Filip David sottolineando come il lavoro di preparazione al conflitto abbia trovato nei media uno strumento fondamentale. All'incombere del quinto anno di guerra nella ex-Jugoslavia nulla è cambiato in quel paese. Gli osservatoripiù attenti, anzi, ritengono peggiorata di molto la situazione. Qualche ammirevole eccezione esiste ("Novi Listj" a Fiume, "Vreme" a Belgrado, "Feral Tribune" a Spalato, "Oslobojene" a Sarajevo, "Nostra Borba" a Belgrado, "Arzin" a Zagabria, "Monitor" a Podgorica, e pochi altri) ma il panorama dell'informazione in tutta lapenisola balcanica rimane fosco e preoccupante. I media sono sempre catalogati tra quelli amici e quelli nemici, tra i fidati e gli inaffidabili, tra quelli a cui si crede, o si deve credere sempre, e quelli a cui non si crede o non si deve credere mai. L 'indipendenza è vista come un male da evitare a tutti i costi, l'obiettività un pericoloper le sorti della nazione, il pluralismo una quinta colonna nemica infiltrata tra leproprie fila. "Dittatori del secolopassato, ma comunica- . . PIANETA TERRA 1no 1anco tori del duemila", così l'opposizione pacifista ha definito i vari signori della guerra, i governanti di Belgrado, Zagabria, Pale, Knin. Nell'indifferenza più totale della comunità internazionale, questi "dittatori" si sono impadroniti di quasi tutti i mezzi di informazione e tramite questi mezzi riesconoa mantenere il loropotere e i loro privilegi, raccontando le loro verità ai popoli che governano, impedendo a chi non pensa come loro di comunicare le loro idee. ' Una lezione che avrebbe dovuto far suonare un campanello di allarme, non soloper i Balcani, ma per il pericolo di balcanizzazione di tutta l'Europa, è caduta invece nel silenzio quasi totale. Eppure il "terzo paniere" della Conferenza per lapace e la sicurezza in Europa aveva un impegnativo titolo: Diritti civili come diritto alla libera circolazione, all'espressione e all'informazione. Qualche rara· eccezione a questo quadro deprimente esiste. Si chiamano Aim in Francia ed Est-Ovest in Italia. Sono reti di giornalisti indipendenti della ex-Jugoslavia, collegati fra loro e con i colleghi europei per favorire lo scambio di esperienze e notizie. Il progetto italiano è promosso dall'Arei della Lombardia, dall'Associazione Lombarda dei Giornalisti, da Cgil, Cisl e Uil di Milano. Attivo da Giuino del 1994 svolge parecchie attività. Di informazione, con il bollettino mensile News-News, di banca dati, di pubblicazione di materiale, libri e inchieste, di incontri, seminari e convegni internazionali, di solidarie tà attraverso campagne di raccolta di aiuti e denunce su casi di censura o di offesa ai diritti civili e professionali dei giorna'fisti, di formazione con corsiprofessionali per apiranti giornalisti della ex-Jugoslavia di stage e di scambi fra redazioni. L'Associazione Est-Ovest è patrocinata dalle Federazioni Nazionale e Internazionale della Stampa, dalla Confederazione Europea dei Sindacati e da gruppi di giornalisti dellepiù svariate testate italiane; ha la sua sede a Milano ed è possibile abbonarsi e ricevere il materiale via modem, via fax o via posta. La sua originalità è nella composizione dei promotori, associazioni di categoria, di utenti e sindacati, e nelle motivazioni dell'impegno che porta avanti per rompere l'isolamento delle voci realmente pluraliste tra i media slavi. Paolo Rumiz, inviato del "Piccolo" di Trieste, nel suo bellissimo ma, purtroppo quasi clandestino libro, La linea dei mirtilli conclude l'introduzione affermando che forse non sono gli jugoslavi ad aver bisogno di noi ma noi ad aver bisogno degli jugoslavi per capire cosa ci sta accadendo. Se la guerra in Jugoslavia è una malattia europea, se il rischio di informazione riguarda tutti i paesi del nostro continente, i balcani diventano, allora, un grande laboratorio dove studiare e cercare di capire i meccanismi, i processi di incubazione e di sviluppo, le degenerazioni per tentare di non ripetere gli ~tessierrori e avviare sperimentazioni risolutive. Un appuntamento per approfondire queste riflessioni sarà il convegno internazionale promosso da Est-Ovest in collaborazione con la Società Umanitaria e il Gruppo Giornaliste per l'Europa, dal titolo La Guerra nella ex-Jugoslavia e la libertà di stampa, che si svolgerà a Milano l'B aprile. ♦

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==