La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 2 - marzo 1995

sia grave lo si è visto con le conseguenze di quello che considero un atto politico criminale, oltre che stupido, da parte dell'Unione Europea: il riconoscimento della Croazia e della Bosnia-Erzegovina all'interno di confini corrispondenti a quelli amministrativi dell'ex Jugoslavia. Si tratta di due regioni considerate come fossero nazioni: ma non si ha una nazione se settori rilevanti della popolazione non vogliono farne parte. Persino Kissinger - una persona che non è di quelle che cito abitualmente - ha ricordato che il 56% della popolazione della Bosnia-Erzegovina non voleva vivere in Bosnia-Erzegovina, e cioè i croati e i musulmani. Lo stesso vale per i serbi: il 30% dei serbi vive fuori della Serbia, in Bosnia-Erzegovina e in Croazia, dove sono stati vittime di genocidio, né più né meno degli ebrei. La decisione presa dall'Unione Europea nella notte fra il 14 e 15 dicembre 1991 è stato secondo me un errore del1' ordine di grandezza del Trattato di Versailles: credo abbia significato porre le condizioni per una guerra decennale nella Croazia orientale e in vaste zone della Bosnia-Erzegovma. Che relazione vedi tra la Comunità Europea e l'Unione Europea? Non ho avuto niente in contrario alla Comunità Europea in quanto tale: rappresenta non solo una costruzione pratica dal punto di vista economico, con una sufficiente autonomia degli stati membri e in linea con la realtà capitalista, ma direi che la Comunità, avendo favorito la collaborazione franco-tedesca, ha contribuito alla pace. Al referendum che abbiamo avuto in Norvegia nel 1972 avrei votato a favore dell'adesione del mio paese alla Comunità se non fossi stato a conoscenza del dossier a cui si stava lavorando all'interno della Comunità: se non avessi cioè saputo che quello che si voleva, partendo da quella Comunità, era l'Unione che ci ritroviamo oggi. L'Unione è una costruzione totalmente diversa dalla Comunità: l'Unione Europea è una superpotenza. Il punto centrale non è tanto la moneta comune quanto la politica estera comune e la creazione di forze armate europee finalizzate BibliotecaGinoBianco a una politica di superpotenza. L'Unione Europea si sta già muovendo per dotarsi di armamenti nucleari e Mitterrand ha già messo a disposizione i propri. Ed è quasi inconcepibile che l'Europa slavo-ortodossa e l'Europa musulmana non facciano altrettanto. In che modo? Prima un mercato economico comune, poi un'unione ,, ., ,, sempre pm stretta , per usare il linguaggio di Maastricht, poi l'integrazione militare, che inizia con esercitazioni militari comuni e si amplia poi fino ad arrivare alla standardizzazione dei sistemi d'arma. Vorrei ricordare che nel novembre 1992 è stato costituito l'Eco., di fatto un mercato comune composto da dieci paesi: oltre alla Turchia, che ne rappresenta il nucleo, le sei repubbliche musulmane dell'ex Unione Sovietica (Azerbajan, Turkmenistan, Uzbekistan, Kirghisistan, Tadjikistan, Kasachistan) più Iran, Pakistan e Afghanistan. Si tratta dell'Islam non-arabo: 300 milioni di persone su una superficie di 10 milioni di Kmq e tre potenze nucleari: il Kasachistan, l'Iran e il Pakistan. La risposta ovvia al tipo di integrazione della cristianità occidentale che stiamo vivendo. Una tendenza simile è visibile nella parte slavo-ortodossa, con la Russia come motore. Dovrebbe essere chiaro a tutti che questo significa una corsa al riarmo a tre e temo che questa sarà la politica europea del XXI secolo. Ci stiamo lasciando trasportare in questa direzione quasi senza alcuna discussione pubblica e l'Unione Europea porta avanti con grande rapidità la propria integrazione militarè, dove lo svil~ppo .P,!Ùrilevant~, sono i cos1ddett1 Eurocorp1 , composti al momento da sei paesi, Italia compresa: 65.000 militari pronti a intervenire. Per esempio nell'Africa settentrionale. Quali similarità e differenze vedi nella situazione dei serbi e dei russi? L'Unione Sovietica e la Jugoslavia erano per certi aspetti molto simili. Ma qui vorrei ritornare su una caratteristica comune a entrambe, VOCI

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