La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 2 - marzo 1995

NORD E SUD LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE Giorgio Cingolani Antonio Perna Nicola Perrone Rosario Lembo Angelo Fanucci VIAGGIO NELLO SVILUPPO UMANO Giorgio Cingo/ani a cura di Santina Mo biglia Giorgio Cingo/ani (Macerata, 1936) è un economista agrario che si occupa dei problemi dello sviluppo rurale delle aree povere del mondo. Negli ultimi 25 anni ha accumulato una ricca esperienza personale e professionale in Asia, Africa e America Latina, partecipando in qualità di consulente a molteplici progetti di cooperazione, per conto di enti governativi, organismi internazionali e organizzazioni di volontariato e solidarietà. Partendo da una formazione accademica da agronomo, aveva successivamente allargato i suoi interessi al campo dell'economia. Un dottorato negli Stati Uniti, all'Università di Cali/ arnia (Berkeley), negli anni delle contestazioni studentesche, contribuì a orientare il suo impegno professionale e politico. Erano gli anni della sindacalizzazione dei braccianti agricoli in Cali/arnia, degli scioperi dell'uva dei braccianti messicani e messico-americani (chicanos) nella vallata centrale della California; la stessa vallata su cui si trovava a fare la propria ricerca di economia quantitativa. Da allora al centro del Sl:iO interesse per il mondo rurale sono state le condizioni dei contadini poveri che costituiscono la stragrande maggioranza dell'umanità attuale, concentrata nei diversi "Sud del mondo". Tornato in Italia, dopo un periodo nella ricerca, si è impegnato nell'attività sindacale presso la Cgil piemontese con varie responsabilità nel settore agricolo e agro-industriale. Alla fine degli anni '70 ha iniziato il suo lavoro di consulenza nel settore dell'economia agraria in progetti delle Nazioni Unite (Fao e Jfad), della Comunità Europea, del ministero degli Esteri italiano, come anche di organizzazioni non governative di volontariato e solidarietà. Parlando con lui del suo lavoro e dei suoi viaggi, lo sguardo si allarga rapidamente dalle realtà specifiche osservate alle contraddizioni drammatiche dello sviluppo mondiale e al quadro politico internazionale, cui sono interconnesse con forza. Abbiamo preferito spaziare BibliotecaGino CO piuttosto che restrin,l{eregli argomenti, perché ci sembra possano offrire materia e suggestioni per ragionamenti sempre troppo carenti nell'informazione episodica ed emotiva in circolazione nel nostro paese. Potremmo partire, nella nostra conversazione, da un caso concreto, dal tuo prossimo impegno professionale che ti porterà in Nicaragua a fine mese, per illustrare i caratteri e le funzioni della cooperazione per lo sviluppo rurale delle . areerovere del mondo. I mio prossimo impegno è per una organizzazione non governativa (Ong) di volontariato e solidarietà che si chiama Mais (Movimento per l'Autosviluppo, l'Interscambio e la Solidarietà) con sede a Torino. L'incarico mi impegna in un progetto a cui avevo già collaborato in passato, nel 1989. Tornerò, a distanza di cinque anni, a Santa Rosa del Peiion, una località all'interno del Nicaragua, nella zona seca de pendiente della regione pacifica, così denominata per le caratteristiche del regime delle piogge insufficienti e per la morfologia ondulata a volte con forti pendenze. La popolazione di circa 8000 persone è occupata prevalentemente in attività agricole e di allevamento ma anche, e in modo crescente in questi ultimi periodi, nell' estrazione artigianale dell'oro. La famiglie vivono in piccoli insediamenti, "comarcas" , sparsi a raggiera sulle pendici di piccole valli che gravitano sul centro amministrativo con i principali servizi. Solo il centro è accessibile attraverso una strada carrozzabile, mentre le comarcas possono essere raggiunte a piedi o a dorso di mulo. Nel 1989 avevo lavorato nella zona per valutare un progetto del governo di allora, sandinista, che prevedeva fra l'altro anche il trasferimento di popolazione considerata eccessiva rispetto alla produttività e alle risorse ecologiche della zona. Allora ci dichiarammo in disaccordo sulla prospettiva del trasferimento di popolazione, mentre avremmo finalizzato il nostro intervento a migliorare le condizioni di vita e di produzione nella zona. Proponemmo, quasi sotto forma di condizione sine qua non, una metodologia che implica la partecipazione dal basso dei contadini stessi (una cosa assai innovativa per i sandinisti che avevano una politica e una pratica molto verticistiche): l'intervento avrebbe dovuto favorire l'autorganizzazione dei contadini per decidere insieme il "che fare", il piano operativo, e poi, soprattutto, per realizzare il piano stesso. COOPERAZIONE INTERNAZ!ONAli:

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