La Terra vista dalla Luna - anno I - n. 1 - febbraio 1995

tarli in modo non distruttivo. Una prospettiva educativa di questo tipo va in direzione opposta rispetto ai tentativi di introdurre in modo episodico nella scuola frammenti di educazione "alla pace", "contro il razzismo," "contro la mafia", eccetera, come corpi estranei alla normale attività didattica: ogni materia di studio, in ogni momento dell'anno scolastico dovrebbe implicare un'etica del dialogo, del riconoscimento e della valorizzazione della posizione dell'altro, capaci di agire sugli atteggiamenti etici dei giovani molto più di un ciclo di lezioni più o meno erudite o predicatorie. Ha scritto Magnus Haavelsrud che il modo più autentico per educare alla pace è "fare la pace nell'educazione" 12 : per venire incontro alla domanda di senso e al bisogno di speranza e di impegno che sono vivi in ogni ragazzo biso~na prima di tutto offrirgli l'occasione di sperimentare che, per quanto il mondo sia orribile, è sempre possibile, persino nella scuola, fare qualcosa per renderlo più abitabile per se stessi e per gli altri; e che una prospettiva di vita basata sulla libertà e sulla solidarietà può essere molto più anticonformista, avventurosa, affascinante delle più truci imprese dei nazi-skin o degli "ultras" del calcio e della pallacanestro. Una strategia "umoristica" Perché un insegnante riesca a ricavarsi, negli interstizi tra una circolare ministeriale e l'altra, gli spazi per questo lavoro creativo e rispettoso dei suoi interlocutori quotidiani, è necessario che sia dotato di una risorsa preziosa e assai rara nella scuola: l'umorismo, come capacità di sorridere delle infinite differenze che distinguono tra loro gli esseri umani, e di tradurre le situazioni di disagio che ne derivano in un'occasione di apprendimento 13 . Questa felice attitudine mi sembra ben illustrata da una storiella ebraica, che parla di argomenti gravi come Dio, la morte, i conflitti tra le religioni: Isacco Steif all'ingresso del paradiso mostra il suo lasciapassare. "Entra" dice l'angelo portiere. BibliotecaGinoBianco "Non posso" risponde Steif. "Sei un imbecille - dice l'angelo indispettito - con quel lasciapassare ... " "Ti prego - lo supplica Isacco Steif - fammi parlare prima con l'Alti~simo". Viene condotto alla sua presenza. "Signore benedetto - dice Steif - non posso entrare". "Ma se ti ho dato io l'autorizzazione". "Signore, ho un problema che mi angustia e ho bisogno di sfogarmi". "Bè - risponde l'Onnipotente - puoi rispondere liberamente, io non sono uno psicanalista". "C'è una macchia terribile nella mia famiglia". "E cioè?" "Mio figlio si è fatto cristiano." Risponde l'Altissimo: "E che importa? ~oi siamo gente d'affari; pensa, lo ha fatto anche mio figlio, ma va benissimo così. Su, entra" 14 . L'effetto umoristico prodotto da questa storiella nasce probabilmente dalla sua struttura paradossale: ci sono due verità religiose contrapposte e incompatibili che si incrociano e si implicano a vicenda: se il Dio che accoglie Isacco Steif è il Dio degli ebrei come può parlare di Gesù come di suo figlio? e se non è il Dio degli ebrei come può considerare un incidente di _percorso il fatto che il figlio "si sia fatto cristiano?" · Particolarmente rimarchevole è poi il fatto che questa barzelletta sia stata inventata da persone che hanno subito secoli di dlscrimirlazioni e persecuzioni per quella non trascurabile differenza.di convinzioni: umorismo in questo caso significa considerare con curiosità e stupore la diversità dell'altro e saperne sorri-. dere, ma anche e soprattutto guardare se stessi con gli occhi dell'altro e saper sorridere della propria diversità, relativizzandola. È evidente che, se si concepisce l'educazione come confronto e tentativo di integrazione tra diversi modelli di mondo, l'attitudine a compiere questo andirivieni psicologico appare un requisito indispensabile ad ogni buon insegnante, genitore, educatore. Ma c'è un altro insegnamento che investe da vicino i problemi dell'educazione: questa storia ci dice che i figli 1 (persino quel figlio) a . volte sfuggono al controllo e fanno cose impreviste dai genitori, e non sempre queste

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