Spetttacolo : Via Consolare - anno IV - N.s. - n. 2 - gennaio 1943

Luigi Veronesi • Marionetta del• Diavolo• per la •Storia deJ soltJato• di Strawinsky possibiliLà cli porre praLicabili, una completa istalJazione di luce. Ecco ciò che occorre pCY la parte inanimata. DaJl'altra parte: attori, canlanti, danzatori, autori, musicisti ed artisti, tutti di buona \'0l011tà, che offrano il proprio talento all'opera nuova, senza per questo pregiudicare i loro doveri professionali e che si riuniscano secondo il bisogno per dirigere. suggerire o eseguii-e, secondo le proprie facoltà. Quando ci si sentirà abUastanza forti per una dimostrazione convincente, sarà fa. cile stabilire dei gradini di fortuna per un pubblico desideroso di imparare. Sarà nalUrale che qudto pubblico si trovi portato a collaborare con i suoi consigli ed i suoi aiuù. Poco a poco arriveremo a concepire con lui, senza dulJbio - dei nuovi spettacoli che sapranno meuere più o meno in evidenza momentaneamente l'importanza o la portata di un mezzo d'espressione in favore di un altro. Diverrà questo terreno d'esperienza il vivaio di un'arte drammatica che nessuna convenzione ingiustificata riuscirà a ritardare nel suo sviluppo. E si possono tranquillamente prevedere degli speuacoli nei quali il pubblico prenderà la sua parte, musica, parola, azione eh ·essa sia. L'arte allora vivrà in mezzo a noi! t questa arte che tulle le nostre esposizioni devono preparare. È a lei che tut• ti i nostri sforti devono tendere, in qualsiasi campo ~si si svolgano. Sapremo un giorno che l'arte nella..,sua espressione più nobile è un gesto di obbeFondazione Ruffilli - Forlì dienza reciproca che sorpassa di molto le nostre. aspirazioni personali. L'influenza di una istituzione quale abbiamo dcscriuo non può essere misurata. Sapnì forse stendersi su tutta la nostra cultura lJcr regolarla e vivificarla. Il piuore, lo scultore, il poeta non cercheranno, nelle loro opere, di esprimere ciò che 1';1ne vivente sola può realizzare, e gli autori e gli anisti si guarderanno ,Ìall"improntare alle belle ani, alla lette• r:uura quei motivi che il movimento contraddirebbe. 11 gusto del pubblico sarà purificato e affsned le sue capacità di giudizio, rendendolo ada110 a collaborare, sempre più efficacemente alla grande opera. Questo C. 1111 sogno per l'avvenire. Ma nulla impedisce che un giorno esso diventi reall:ì se noi incominceremo oggi a prcp,nare la sua nascita. Sono le esposizioni del Teatro che prendono il carauerc d'avanguardia e sono indubbiamente gli scenografi a soffrire me110 degli autori, per il peso di morte tradi- :,ioni. di una abillldine inveterata. In effetto noi l'abbiamo detto: la conre::.ione ciel teatro de\le affrancarsi. I nosrri drammaturghi non realizzano ancora i loro sogni di libertà e continuano a tenere in soggezione il teatro oppùre a sottomettersi passivamente? Come farne una colpa? È. a no~ scenografi che incombe il compiro di trascinarli. Nascono tutti i nostri progetti souo un solo segno di felice emancipazione. Trad. G. STREHLER Luigi Veronesi - .Marionetta del •Soldato» per la ,Storia del soldato• di Strawiosky L"OPERA TEATRALE nasce al di fuori della necessità scenografica e questa, i.:0111unque, ha sempre valore didascalico. Se ropern è Jetta in privato, a quaur'occhi con noi srcssi, tale validità sussiste cg11:ilmc11tc, nè, per tale cornpromesso, vien diminuita pcrchè ciò che è l'ambiente, l'elemento di precisazione, siamo noi a crearlo, ranto meglio quanto più siamo dotati d "imn,aginazione ricostruttrice e inventiva. D'altro canto, per chi, di tale immagin;llione, è povero, non sarà certo la fatiéa dello scenografo o del regista (ed a que• st·ullimo vorremmo lasciare soprattutto il compito di dircuore di recitazione) che lo porterà su piani di rnaggiore comprensione; chè, anzi, da questa fatturazione convc11zio11alizzata, il p0\'ero limitato speuatorello riceverà un'impressione ristretta alle concezioni più o meno vaste cli chi all"apparato scenico avrà provveduto. E, del resto, qualora tale capacità ricreativa sia potente in chi, lo spettacolo subisce (lo spcttarore subisce sempre mentre, in realtà, dovrebbe partecipare), ancorch.è i con1orni e i complementi delle paroJe siano i pilt perfeui e i pili riusciti, nulla sarà aggiunto a ciò che il nostro immaginose, spettatore si sarà da solo ricreato. \'IVA LA FACCIA elci comici da quauro soldi, dei guitti autentici. Con un fondale e una spanna di stoffa, con un po' di carta stagnola e un 1-1czzodi legno creano, in una stalla male illuminata, e fanno vivere imperatori e regine, eroi e poeti, foreste incantate e campi di bauaglia. Teatro è suggestione. Teatro è convenlione. Tearro è magìa di effeui con un minimo di mezzi. A TEATRO ,·ogliamo che i nostri occhi si dilatino, che il nostro cuore acceleri i 'Suoi battiti, che la nostra fantasia galoppi. Vogliamo insomma delle emozioni che agitino il nostro spirito e i nostri sensi. ~on vogliamo giudicare ma neppure ,·ogliamo subire: \'Ogliamo partecipare. ParLcciparc chè altrimenti a cosa sarà ser• vita !"opera dell'autore, la fatica degli spet1acolisti? Cc ne torneremmo a casa nudi e fred· dolosi, mentre dal reatro vogliamo abito e calore. i\la chi potrà darci questo se non la poesia? Ma poesia non di \lersi o di rima bensì di ritmi, di armonie, di accenti; poesia di danza e di musica, poesia di colori, di luci, di intonazioni: teatro insomma. G. R. 7

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