Spettacolo : Via Consolare - anno III - n. 2-3 - mar.-apr. 1942

piace. (stacco. Poi co11 tutt'altro tono) Allora meuetevi da parte. Voi non contale più. Lasciate parlare solamente me. ]SP.ETrORE - l\fa parlate chiaro! Chiaro! Falli voglio. Fatti concreti, ne avete? -CARLO- Sì, ne ho. (eccitato) Fatti solidi, tangibili, misurabili, traducibili in ci.fre, lire, q~intali: vi dico che ne ho. ($'apj1oggia alla porta e con una voce assente, quasi raccontasse una cosa che non. lo riguarda più) Qui abbiamo rubato, ispettore: rubato sut carichi di cemento. "\\'ALTER. Carlo, basta! l)1RETroRE - Lascia che parli, lascia! 1Sl'ErroRE - Fermi! Che succede? (si guardano ansimanti e contratti in silenzio. A Carlo) A vanti, voi. .CARLO • I carichi arrivavano al porto, su dei barconi. lo allora mi muovevo di -qui, attarversavo la palude con l'acqua fino al ginocchio e andavo al moto per la verifica. Facevo il viaggio di cattivo umore, 1mp1ccando - era una fa.Licata, credete - ma la vista del porto bastava per farmi diventare allegro. Chissà: forse l'aria, il chiaro che c'era nel mare, nel cielo - non so. Voglio dire: dopo tullo, per me, era un po' una festa. J:s1•ElTORE. Più svelto. on divagate. .:CARLO• (un respiro) Si cominciò così. Che una voha l'ingegnere mi annuncia l'arrivo di un barcone. Bisognerebbe premettere ... ls1•E·rroRE . Al sodo, mi raccomando. fC,\RLO • Ecco: io gli dissi: •che m'imJ>Orta dei barconi di cemento! Volete prosciugare la palude? Tutto lavoro inutile. Si muore di fatica per delle s.ciocchezze a questo mondo! lo non mi ·nuovo! Ho altro per la testa! • (a Walter) Ti dissi press'a poco cosi. E quel giorno andò lui al porto a ... verificare. Io scrissi, al suo ritorno, sui registri, le cifre che mi portò. Quel cemento .però non è mai giunto fino alla palude - mai più. fio detto <.-ome si incominciò. Mi pa- .reva una cosa senza importanza ... Poi... ·andò ·iui, sempre, a... verificare. Sem- "brava già stabilito tra noi due ch'io non dovessi più muovermi, come se l'avessimo pattuito. Io continuavo a scrivere sui registri, semplicemente. Noi, però - noi due - c'intendevamo subito, sempre. Non crediate, Ispettore ... ·Lui diceva: • oggi, mille quintali •. "i\1i veriiva da ridere certe volte, soltanto --da ridere. • Quanto, quanto ce.mento • ·dicevo, e lo guardavo. Allora lo vedevo cambiar colore, Jui che non tremava mai, per niente, davanti a nessuno; e avevo 'l'impressione precisa di tenerlo ·in pugno, capite, di poterlo schiacciare quanclo volessi. Un uovo marcio, capile Ispettore, - ci si insudicia ma lo si può spezzare quando si vuole purchè · lo si aJ;tiia in pugno. :IsrerroRE - · Finitela! Non mi interessa afFondazione Ruffilli - Forlì fatto. Voglio invece chìedervi perchè non avete parlato prima. Quando è successo? CARLO- Da un anno - poco più. IsrEn·oRE . E durante quest'anno e più voi avete taciulO. Perchè? CARLO - Vi dirò, che non avrei parlato nemmeno oggi se non ci fosse stato di mezzo l'altro affare, il vostro. Oggi però ho parlalo. (si scalda leggermente) Oggi arrivo a dire perfino questo: oggi mi sono per la prima volta rallegrato che sia successo quel che è successo tra noi due (Walter e Carlo) perchè cosi ho potuto offrirvi u~a prova di fatto, una prova che si misura, che vi obbliga a considerare sotto un altro aspetto risultati della voslra ispezione. \V.U,TER - Sei un vigliacco! ISl'ErroRE - Nervi a posto, giovanotti! (agitato) Ma, perdio! Voi siete pazzol Pazzo! Che credete d'aver detto, voi? Che fatto decisivo credete d'aver porLato? Ma siete voi, sapete, solamente voi che dovrcle rispondere cH quanto è successo. C.\kLO - (Pacato) Lo so bene. lsrE·rroRE - (smarrendosi) E allora? Allora io non ho ben capito ... non ho affer• rato... Voi avete parlato con l'inten• zione, con il proposito, sicuro, con il proposito di accusare l'ingegnere? CARLO- Anche. Non era giusto che lui rimanesse fuori, pulito, lui che è il princip:llc responsabile, quello che ha approfittalo di più. Non era giusto. Tutti sotto il torchio dobbiamo essere. Mi ci son messo anch'io - mi sono accusato. Ma la ragione vera è un'altra. - Vedete: passa per la testa un'idea - ~eml>ra una pazzia, come avete dello voi, - ma si crede che, dopo, la gente dovrà aprire gli occhi, e qualcosa di nuovo dovrà accadere. Capite il perche ... ? Vogliamo sapere perchè la palude non si prosciuga! Vogliamo sapere la vera ragione! V'ho detto che si rubava. Forse i lavori s<mo andati male proprio per questo. Io non lo so, ispettore. Siete voi che dovete concludere. Adesso c'è un indizio che non potete più trascurare anchC se voleste perchè è un indizio di fauo, quelli che piacciono a voi. ISPETTORE - Che dovrei fare? CARLO - Non lo so. Ma qualcosa dovete fare. Bisogna che sia messa in chiaro l::i verità ... Lo voglio io! ISPETTORE- Ma perchè voi, proprio voi? CARLO- Io! Io! Perchè sono io, tra tutti, qui, a non poterne veramente più! Andate avanti ispettore. Bisogna finire. Abbiate coraggio. Possibile che questo fatto 1movo vi abbia spauriti così! Ep· pure è una chiave. Può essere una chiave. Molte cose si spiegano. L'ingegnere, per esempio. Cominciate ad approfondire la condolla dell'ingegnere. Non gli avete nemmeno chiesto se è vero. Un momento fa eravate così sicuro, quasi arrogante col vecchio direttore. Avanti, allora, con lena. l:-.1·E·rro1tE • (imbarazzato, al Direttore) Ma è lui il responsabile, l'interessato diretto. CARLO. Non conta più lui. Era l'unico a 11011 sapere. Era già finito prima che questo pasticcio incominciasse. Perciò è sbalordito quanto voi. Andiamo avanti noi tre: io, voi, lui. Coraggio. ISPE·rroRE - (dopo una sospensione) 1\fi rifiuto. Questo... questo fatto nuovo coi11volge settori che non sono i miei. ro sono venuto come ispettore ai lavori, e basta. Non è mia c~mpetenzal CARLO. Capito. Non volete stringere il torchio. In-vocate le competenze. Perchè sono contabile, è vero? Ma io v'ho. detto che abbiamo rubato. Non importa? E va bene. Rispeuerò le vostre competenze. A chi devo ricorrere? I.SPErroRE • Oo,Tete fare un esposto alla Direzione Cenerate. CARLO- Si. Allora interesserò la Direzione Generale. (stacco) No: andrò io stesso a parlar'e. Di persona. E comin• cerò col dire che voi, ispettore, vi siete rifiutato di esaminare la faccenda ... hl'ErroRE - Ma... Volete andare? Volete andare. Riflclleleci, giovanotto! . Che cosa andrete a tu-e? (scoppia) Badate, perdio! Vi giocate ·il posto! Ve lo giocate! CARLO. lo non chiedo che mi si mantenga il posto. ISPF.rroRE - Allora ... Capisco ... beh, beh ... CARLO - (come prendesse soltanto adesso la vera decisione) Andrò alla Direzione Generale. Ho deciso. Si tratta di mc! Di mc! E non sperate che abbia. paura, non sperate! Via gli stracci sporchi! Via! Non ne posso più! - Credo che la seduta sia terminata. Rapidissimo il SIPARIO ATTO TERZO Lo. stessa scena dell'alto precedente. La matti11a del giorno dopo . Un istante a scena vuota, poi entrano da destra Walter e l'Operaio a lui fedele. WALTER . (accompag11ando fmo alla porta di fo11do l'Operaio) Tu pure sei spacciato se non riusciamo. I tuoi compagni t'hanno segnato, lo sai. L "OPERAIO- V'ho detto che son deciso. \-VALTER. Allora all'imbocco del ponticello con gli altri due. L'OPERAIO - Se sarù solo vorrà dire ... \VALTER. Intesi. L"Orr.RAIO - (nell',,scire s'imbatte con I'/. spettare che entra). !Sl'Er1-0RE - (dopo una pausa) Dov'è? \\'ALTER - Non lo so. Non s'è -più· visto da ieri. lsn:n·oRE - Bisogna tentare ancora di convincerlo. Tentare fino all'ultimo. WALTER. Certo. E con ogni mezzo. Anche con la dolcezza .. Non l'abbiamo saputo prendere fin da principio. 37

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==