Spettacolo : Via Consolare - anno III - n. 2-3 - mar.-apr. 1942

CARLO . Io sl. Spettatore. Mi piace. Te l'ho detto. GINEVRA . Che uomo! Un niente! (altra voce) Ci sono altre vie? CARLO. (si rimette a sedere) Lasciami in pace, t'ho detto... Ci penserò stanotte ... (si prende la testa tra le mani, e poi guarda Ginevra) Vorrei risentire le campane... di quand'ero bambino ... SIPARIO ATTO SECONDO Uno stanzone. Una porta a vetri nel fondo mette nel terrazzo del· primo atto. A destra un'altra porta comunica con gli <Uffici. L'arredamento: una lunga tavola rettangolare, sedie di vimini, un armadio. Le pareti giallastre, quasi porose, sono nude. Due giorni dopo il primo atto. H1'RIS . (è seduto accanto alla porta di destra e sembra far la guardia). GINEVRA. (entra dopo un momento) Carlo. Dov'è? Ha1s - (si è alzato e si è messo davanti alla porta) CARLO • (appare. Scosta Heris con la mano) GINEVRA. (con un certo affanno) Il collaudo è finito. CARLO- Non sono andato. Son rimasto qua. Non so niente. GH~EVRA - Sì, è finito. Ritornano: l'ispettore, il habbo, tutti... CARLO. (fis~andola) Com"è finito ...? G1NEVRA. Gli operai brontolavano lasciando la palude. CARLO . -Brontolavano? Che importa agli operai? GINEVRA - Carlo, non si può più aspettare. .t arrivato il momento di muoversi. CARLO. Chi l'ha detto che non si può più aspettare? Io posso sempre aspettare. Tocca a me a decidere. G1NEVRA - Ti muoverai I CARLO. ( brusco, quasi spavaldo) E se avessi paura? GINEVRA- Paura? CARLO - Si, paura. l.ln uomo non può avere anche paura? GINEVRA. Ma di che? Tu sei fuori dei pasticci - pulito. Tu non c'entri. CARLO. Finchè sto fuori. Finchè non parlo. Per aiutare bisogna invece buttarsi dentro i torchio. GINEVRA • Allora lascerai ch'io venga insultata senz~ nemmeno tentare di difendermi. Tutti lo farebbero. Anche Alf, scommetto. CARLO. No, Ginevra, non è questo il modo di spingermi. Non mi conosci proprio per niente. Mi consideri come uno degli altri. Adoperi le stesse armi. GINEVRA • Lo so. t. diverso con te. Ma non so come farti capire. CARLO • Lascia stare. (stacco) Che posso fare io per voi? Lo sai? Dimmelo. GINEVRA. (lo guarda soltanto) CARLO. Sai quel che posso fare? C'è una so)a via. Ma se tu lo sapessi forse non mi spingeresti cosi. Ci vorrebbe una gran fona, una forza che non ho. 34 Fondazione Ruffilli - Forlì GINEVRA. (avvicinandosi a lui) Carlo, arlesso tu sai dove puoi cercare la tua forza ... CARLO . No. T'ho detto che non è questa la strada. Ti credi ancora troppo importante. E così ritardi le mie dedsio• ni. E' peggio per tutti... (quasi d se stesso) Solamente io posso darmela que• sta forza ... solamente io ... (Pacato) Esci, Ginevra. G1NEVRA . (allontanandosi) Allora dove\'i lasciarc_i compiere la nostra vendetta. Tu ce l'hai i,lpedito. Eri anche tu del complotto. CARLO • Non dire cose che non puoi credere ... Va ... G1NEVRA. Ma allora Carlo ... CARLO . Va, va ... Lasciami fare ... GINEVRA . (sulla porta) Ricordati... Ricordati! (in quel mentre entrano dalla porta di mezzo Ruspa e I O e 2" operaio. Altri operai s'indovinano fuori, 11el terrazzo. Ginevra è risospinta dentro) CARLO . Che c'è? Ancora da questa parte venite? 1° OPERAIO - La prova è finita adesso. RUSPA • La tubazione non scola. E' da rifare. 2° OPERAIO • L'acqua ristagna come pnma. RUSPA . Aver lavorato. per un anno ... 1° OPERAIO • Aver lavorato per niente .. 2• OPERAIO . E qualcuno butterà la colpa addosso a noi. .. l" OPERAIO - Si sa. per scaricarsi. (fuori un mormorio di voci). 2° OPERAIO . L'ispettore era... imbestialitol CARLO • L'ispettore? Mah! Commedianti, commedianti tulli! lo li conosco! RUSPA • Voi lo sapete come sono andate le cose! CARLO - (rimane interdetto, poi di scatto quasi gridando) Io? (Piano) Sì, io lo so. Io dirò che voi non c'entrate, che avete lavorato fino a sera nell'acqua ... e che meritate un aumento di paga; sì, dirò anche questo. E' giusto. Gu OPERAI - (ringraziano). CARLO . (ambiguo) ]Ifa attenti! Dove arriva l'acqua nella palude? Dove? Qui? Qui? Sciocchezze! Vedremo ben altro! L'acqua crescerà, crescerà e forse affogheremo tutti... ve lo dico io! (gli operai la guardano senza capire. Bmko) E adesso fuori, fuori tutti, che qua si comincia a lavorare! Fuori... (agli operai) Fuori! (Heris) Fuori (Ginevra) ... GINEVRA . (Resistendogli) Carlo: che hai voluto dire? CARLO - ( quasi dolce) Fuori, fuori anche tu. (Ginev·ra esce. Come liberato si appoggia a un angolo della tavola un po' di sbieco) Ci sono immischiato anch'io. E' inutile nasconderlo. Basta non parlare, · chiudere gli occhi, non dire •no:. al momento giusto: ecco, si è immischiati. Per vivere in pace lo facevo; mi parevano tutte sciocchezze. Non importa. Era una vigliaccheria. Mi tiravano dentro e io non m'accorgevo. E' vero che non m'accorgevo? E' vero? No, non c'è scampo. Perchè lui intanto prendeva coraggio e sicurezza per fabbricare il suo castello. Lo fabbricava anche sulla mia vigliaccheria. Ci contava, .inzi! E questo mi bruciai Che mi abbia conosciuto. Lui sa dove sono arrivato; giù, al fondo, e sa anche che di là non ci si muove più. Ma non è vero: si va giù, giù, si tocca il fondo. il duro - tac - si rimbalza, si risale prima di annegare. Bisogna cogliere quel momento, saltar fuori e buttarsi nel torchio, costi quel che costi. Allora il torchio stringe. schiaccia tutto! Non importa. Si deve, a un certo momento, si deve! Anche a costo di farsi schiacciare! Si. insomma: il miracolo! La neve in piena estate. Si dice che accadesse, un tempo. E li ci costruivano le chiese, per ricordo. La neve in piena estate. (Sospensione) A muovere il torchio, però, saranno gli altri. E se non vorranno stringere~ O magari stringeranno troppo forte. Troppo forte. Allora non è più giusto se stringono troppo forte. (Ansima) Ho paura, si, ho paura. Paura di uscire dalla palude. Ne ho schifo, ma ho paura... E lui m'ha conosciuto e mi tiene... mi tiene ... (silenzio. JValter entra dal foudo se. guito dall'Operai" a lui fido, s'avvia verso gli uffici) Dove vai? Sono ad aspettar te, sai? WALTER Me? CARLO - Ritorni di là, vero? WALTER - Si capisce. CARLO • E allora ... \VALTER - Che vuoi? CARLO - Restiamo soli. WALTER . (all'operaio) Aspettami fuori. L'OPERAIO . (dando un'occhiata traversa a Carlo) Va bene ingegnere. CARLO - (stentando a trovare un avvio) Non sei rimasto con gli a)tri? \VALTER - Son corso avanti. Volevo che l'ispettore e il direttore restassero un momento soli. Forse hanno qualcosa da dirsi. Ma il tuo ... CARLO - Il mio? WALTER . Sl, il ragioniere aggiunto ... CARLO · Che ha fallo? WALTER . S'è attaccato all'ispettore come una mignatta. CARLO · E ti dà fastidio? WALTER. A me? CARLO • E allora lascialo fare. • Però noi divaghiamo... Volevo dirti... (si guarda· 110 e sembrano entrambi timor0si di affrontarsi) Sicchè, alla palude ... cosi. WALTER - Già. Non era più possibile rimeaiare. Quasi un anno di lavori. CARLO • E' proprio questo che non capi• sco: che in un anno di lavori non abbiate avuto un indizio. Tu almeno ... \VALTER - Chi dice ch'io non mi fossi accorto da tempo? CARLO• Ahi E allora? \,V ALTER • Con certa gente non è possibile parlare e accordarsi.

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