Il Socialismo - Anno III - n. 21 - 25 dicembre 1904

lL SOCIALISMO un contraccolpo inevitabile gli stessi progressi tecnici dell'industria. Bisogna dunque che la classe dirigente si abitui a sentire questi reclami delle classi lavoratrici e a persuadersi (ecco la conclusione pratica, la sola che rni pare possibile in questo momento) a persuadersi che le riforme non si può cont.inuare ormai a promet– terle senza mantenerle. La nostra opposizione al gabinetto. E la ragione· principale della nostra opposizione al– l'attuale Gabinetto è che appunto esso non ci dà nes– suno affidamento perchè si cambi quello stato di cose che fu espresso in un discorso della Corona di qualche tempo fa quando si disse: ,e li Parlamento ed il Paese hanno, con legittima insistenza. raccomandato la cor– rezione delle leggi che dovrebbero· curare il giusto as– setto delle imposte, un tema che richiede diligenza ed osservazione spassionata e paziente. Ormai le condi– zioni dell'Erario, fatte migliori mercè la coraggiosa ·sol– lecitudine dei legislatori e la patriottica rassegnazione dei contribuenti (che risponde a quella (< consuetudine delle sofferenze, di cui parla nella sua esposizione finan– ziaria l'onorevole Luzzatti), rendono po5sibile di co– minciare efficaceme.nte la trasformazione del sistema tributario pe;- cui conviene siano alleggerite le gravezze alle classi meno abbienti e si cerchino i necessari com– pensi in un'amministrazione meno costosa ed in una ripartizione d'imposte pii.1conforme all'equità sociale >>. Discorso della Corona che inaugurava un nuovo regno, il regno cli Umberto 1, nel giorno 7 marzo 1878, ven– tisei anni fa! E dopo ventisei anni siamo ancora nello stesso punto ed alla stessa fiducia patriottica nella rassegnazione dei contribuenti! Ebbene è evidente che bisogna cambiare rotta: in questo modo non si fa che accumulare una forza ne– gativa ed infeconda di malcontento e s 1 impedisce anche al Partito socialista l'adempimento di ciò che è suo do– vere politico e storico. Prima di tutto noi, forse perchè abbiamo più quo– tidiana abitudine di osservare dei fatti che intéressano la vita dei lavoratori, noi possiamo avere l'n senso di fiducia nell'avvenire del nostro paese piì.1 radicato che non altri, perchè noi sappiamo, per esempio, che è esperienza generale questa, che negli scioperi parziali o generali vi è una specie di regolatore automatico assai più potente delle guardie e dei carabinieri e dell'anti– cipo della chiamata sotto le armi. E voi ne avete l'esempio negli scioperi agrari verificatisi in Italia. Quelli del 1901-902 sembravano una vera epidemia sociale; ebbene, nel 1903-904 si è vista l'influenza di questo regolatore automatico che un Governo sapiente deve soltanto lasciare libero di svolgersi, sotto la responsa– bilità di quel partito il quale sta già compiendo opera integratrice di questo regolatore automatico. Infatti il partito socialista dove è meglio organizzato compie un'integrazione dell'organizzazione economica, per cui si distoglie il proletariato dall'unico e ristretto orizzonte della forma di resistenza economica, che orienta il pensiero delle classi lavoratrici nel senso esci usivo dello sciopero. li partito socialista da parecchi anni ha predicato e va predicando che alla funzione di resistenza economica bisogna aggiungere altre funzioni per l'elevazione del pro– letariato, fra cui specialmente la forma della cooperazione socialista, di cui nel Belgio si hanno esempi veramente splendidi e di cui in Italia la provincia di Reggio Emi– lia è insegnamento a tutto il paese. Ed è così che noi arriviamo ad un'opera di disciplina sociale, assai meglio che con le vostre guardie e con i vostri ·carabinieri, i quali di fronte alle condizioni cli miseria morale e materiale, non hanno alcuna efficacia, poichè si trovano ad avere innanzi delle creature umane che loro dareb– bero la risposta a me data una volta da un proscritto russo quando volli fare una piccola indagine di psico• logia sullo stato di rivolta nel paese degli czar. Io domandavo a quel proscritto come mai tante creature potessero affrontare e sopportare i pericoli ed i danni terribili della persecuzione della polizia e della deportazione in Siberia; ed egli mi rispondeva: perchè la vita in Russia è tale che anche affrontando la Si– beria noi non abbiamo niente da perdere e quindi noi abbiamo il coraggio della disperazione. Ciò si può, per. analogia psicologica, applicare ai lavoratori che si trovano sotto le torture di condizioni insopportabili: quando essi non hanno niente da per– dere, i vostri carabinieri e le vostre guardie non pos– sono essere la tutela dell'ordine e della civiltà. Invece con l'interes,;e indìretto che noi veniamo a dare a queste classi lavoratrici, dando loro delle coo– perative dì consumo e di lavoro da amministrare, esse acquisteranno il senso della responsabilità, insieme alle attitudini di gestione del patrimonio sociale (Approva– zioni - Commenti) e non avranno il loro sguardo unila– teralmente fissato sulla resistenza e sullo sciopero. Ma per far questo bisogna che la libertà di orga– ni,,za;,ione non sia intaccata. Perchè se voi avrete dei propositi di reazione, non dico violenta, ma anche sol– tanto larvati contro la libertà di organizzazione prole– taria, voi renderete allo stesso partito socialista im– possibile questa sua funzione di regolare umanamente l'elevarsi del proletariato. Il còmpitodel partitosocialista. E questo non perchè il partito socialista sia dotato di un miracoloso altruismo, ma perchè anche il partito socialista si muove per ragioni che determinano gli in– teressi delle classi che esso rappresenta. Come io ebbi occasione di dichiarare altre volte in questa Camera in altre legislature, nel momento attuale di transizione della civiltà, italiana il partito sociLtlista compie un duplice lavoro. Da una parte, il lavoro di difesa diretta negli interessi del proletariato, sia nella affermazione e propaganda dei fl11r:1titi1110 (che è la so• cializzazione dei mezzi di produzione) sia nella difesa delle co11quistepassale (libertà pubbliche, diritto di voto, di sciopero, ecc.) sia nella realizzazione delle n/orme economiclte e 111oraii. Dall'altra parte una difesa indi– retta degli interessi stessi del proletariato che va a van– taggio delle classi intermedie della produzione industriale ed agricola.

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