Il Socialismo - Anno II - n. 13 - 25 agosto 1903

IL SOCIALISMO 197 solo fatto di di-re ttua parola, biasimando la condotta dei Governo in presenza dei lavoratori delle vie ferrale, poteva condurre ùt prigione. Il fatto di commentare semplicemente l'atto di John Hampden che rifiutava, sotto Carlo II, di pagare le imposte per la flotta non votate dal Parlamento, poteva essere in simili condizioni considerato da un ignorante policeman come un incoraggiamento per gli sciope• ranti. Il fatto di un giurista che esprimesse il parere suo intorno alla illegalità e incostituzionalità della legge proposta, era pure considerato come un delitto. I giornali e le pubblicazioni che appoggiavano gli scioperanti, le persone che raccoglievano il denaro della solidarietà (art. 7) cadevano sono dure condanne. Infine le riunioni di più di sei persone in favore degli scioperanti erano considerate come illegali! {ar– ticolo 9). Ecco qui! Siamo dinanzi ad un regime come quello dello knout, e non in una « trionfante democrazia! » E si noti che nella condotta degli scioperanti niente giustificava simili rigori. Lo sciopero era condotto senza la minima violenza, ed il Governo dovette fare rilasciare, in difetto di prove, qualche scioperante accusato di avere suscitato 'disordini. Non solamente questo mostruoso progetto di legge fu approvato da tutti i partiti della maggioranza, ma il capo dell'opposizione «liberale» si associò a questa scandalosa violazione della libertà della stampa, della libertà di riunione, del diritto di associazione. Egli aggiungeva che il dovere degli operai era cli rimettersi al Parlamento per il perdono dei loro torti! Nello stesso ten,po l' Irvine offriva doppia paga e posti privilegiati nella lista ·cti anzianità agli operai che cercavano di tradire la causa della loro classe: questi krumiri egli li decorava del titolo di operai «fedeli». È in queste condizioni che, avvertiti dal capo del• l'opposizione che il bili sarebbe stato votato certamente se lo sciopero non fosse terminato 1 gli infelici lavora– tori delle strade ferrate dovettero capitolare. I principali militanti che sapevano ·che sarebbero senza pietà cacciati via, presero essi stessi l'iniziativa di proporre la ripresa del lavoro che fu decisa << senza condizioni ». Di maniera che appariva che in Vittoria i salariati dello Stato non hanno nessuno dei mezzi di difesa che hannO i salariati dell'incll1stria privata. * * * Le cause di questo stato cli cose sono interessanti a conoscersi. Esse ci edificano pienamente sul carat– tere dello Stato nelle Colonie australiane ed in genere sul carattere fondamentale dello Stato nel regime capi– talista. La pioggia ed il bel tempo sono fatti a Melbourne da due potenti giornali quotidiani 1 The Argus, organo .conservatore, e The Age, il giornale dei liberali. Ma questi giornali, essi stessi, non sono che degli istrumenti docili nelle mani della borghesia capitalista, che tutto può in questo paese ideale del Socialismo fabiano. J capitalisti della Vittoria si sono accorti che il saggio dei salari pagati agli operai dei servizi pubblici, e particolarmente agli impiegati delle ferrovie, era su– periore a quello dei lavoratori di private aziende, nelle quali quindi si verificava un movimento costante per la equiparazione con quei pili alti salarii e tesero a re– golare la scala dei salari sulla base di quelli dell'in– dustria privata. Hanno anche intrapreso una furiosa campagna contro le « esigenze intollerabili » degli impiegati dello Stato di cui gli echi sono giunti fino a noi, compiacentemente ripercossi dai giornali borghesi. In questa bisogna capitalistica l' Age e l' Arg-us; un tempo avversari accaniti, si sono uniti strettamente contro la classe operaia che non possiede che un pic– colo organo settimanale T/Je Tocsùt. La rappresentanza parlamentare molto forte del par– tito operaio si è trovata cosi impotente contro gli at– tentati dei governanti capitalisti. D 1 altronde, infiacchita nel suo spirito da tanto costante uso riformista e poli– tico, non ha saputo neanche pensare all'ostruzionismo. Siamo dinanzi ad un caso di applicazione della fa– mosa legislazione sull'arbitrato obbligatorio in caso di sciopero, quella legislazione che Millerand ha voluto introdurre in Francia e che sollevò le proteste ener– giche delle organizzazioni sindacali e ciel Partito socia– lista francese. Anch'e il Congresso delle T1·ades-U11io11s inglesi la respingeva l'anno passato ad una enorme mag– gioranza. Essa comincia a sollevare in Australia 1 come· nella Nuovq Zelanda, delle vive proteste nella classe operaia, e non è pili possibile cl' illudersi oggi sul vero carattere di questa grande riforma. Nella Nuova Zelanda c1è una decisione del tribunale arbitrale di \Vellington secondo la quale le 7ì-ades-Unions sono tenute ad ammettere nel loro seno tutti coloro che ne fanno domanda; anche i sospettati e anche quelli di cui si è convinti che sieno dei krumi1·i. D'altra parte l' Amcrica11 F"ede1-alionist organo della Federazione Americana del Lavoro (che è molto viva– mente contrario all'arbitrato obbligatorio) ci apporta il resoconto del recente Congresso delle Trades:.Unions australiane tenuto a Sidney, nel quale i delegati della Nuova Galles del sud dove, come nella Nuova Zelanda. esiste il sistema dell'arbitrato obbligatorio, si sono la– mentati molto amaramente dei risultati della sua appli-· cazione. Uno dei delegati dichiarò che i lavoratori non avevano niente guadagnato con questo sistema, che permetteva ai padroni d'usare dei sistemi che essi non avrebbero mai osato impiegare, allora che lo sciopero era possibile. Gli intraprenditori trovavano sempre delle buone ragioni per spiegare alla Corte d 1 arbitrato le cause del l'icenziamento d'un operaio. - Un altro delegato, Mac Donell, aggiunse che con· l'arbitrato obbligatorio, tutto dipendeva dai/a volontà del Governo. Inoltre, la legge era interpetrata da dei legisti ignoranti del movimento operaio e delle Sue aspi– razioni. Era molto difficile per )e organizzazioni operaie cli sconfessare le false Trades-U11ions, i sindacati gialli creati dai padroni, e che pretendevano al titolo di veri ag– gruppamenti operai. Il delegato Colborne fece osservare che secondo l'ultimo rapporto del segretario del suo sindacato e della Corte d'arbitraggio erano intollerabili. Un affare che si presentava in ottobre arrivava difficil– mente ad essere giudicato fino a luglio o agosto del– l'anno seguente! li delegato cli Largie infine sembrò riassumere l'opi– nione generale', dichiarando che, a suo avviso, la legge sull'arbitraggio obbligatorio non aveva in nessun modo risposto alle speranze della classe operaia e che biso– gnava bene guardarsi di raccomandarla alle· organizza– zioni operaie delle altre colonie australiane. Fino a qui le colonie d'Australia e della Nuova Ze– landa non contavano dei Partiti socialisti. I partiti operai molto fortemente costituiti nelle 5 colonie, specialmente nel Queei'lsland, Nuova Galles del sud e Vittoria erano costituite sulla base ciel lrade-u:nionismo classico, vale a dire ch'esse accettavano la società capitalista .e mira– vano unicamente ad otteneré dalla borghesia le migliori co11clizioni di vita possibili nel quadro stesso di questa società. Questo movimento trade-unionisla si faceva d 'altroncle delle strane illusioni sul carattere reale dello Stato. Bi-

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