Il Socialismo - Anno I - n. 21 - 25 dicembre 1902

3-lO IL SOCIALISMO ci impecli - e fu bene, come \·edremo sul?_ito, - di adottare metodi e programmi cli ogni altra scuola fra quelle che noi conosciamo, anteriori alla nostra, e com– portanti lo studio dei lavori manuali. Nelle 1lfan11a/Training sclt0ols (scuole di lavoro ma– nuale) degli tati Uniti, e negli altri Istituti creati a loro imitazione negli altri paesi, ci si giova del piacere spontaneo che i giovani provano a fare e a disfare delle macchine, per contribuire al loro sviluppo fisico e alla educazione delle loro attitudini e del loro ingegno. Ci si formano degli amatori, ma non dei lavoratori. I progressi nel macchinismo provocano la richiesta sempre maggiore di disegnatori, di costruttori di la– \'Ori, ecc., che uniscano alla abilità tecnica anche delle cognizioni estese. I bisogni della produzione sono qui, come sempre, i veri fattori delle trasformazioni sociali e cooperano alla unione dei lm·oratori manuali con gli intellettuali. Bisognava non tralasciare nulla delrapprendisaggio speciale sotto pena cli togliere ai nostri allie\·i la possi– bilità di collocarsi, ma bisognava d'altronde non tra– lasciar nulla di ciò che poteva contribuire a! pili largo sviluppo intellettuale, chè, se no, non si anebbero che degli specialisti, ristretti e non dei cittadini che dieno l'esempio di quello che saranno gli uomini della società socialista, la\·oratori e c61ti. Occorreva, infine, realizzare tuttociò senza prolungare la durata degli studi e senza produrre un eccesso cli fatica fisica e mentale. 11 problema pedagogico che così si presentava, sem– brava ben difticil~ a risolversi. Se si fossero insegnati i principii generali delle scienze, secondo i metodi ordinari, sarebbe stato neces– sario che i nostri alunni vi consacrassero, in mediaJ lo stesso tempo e la stessa atti\·ità che nelle altre scuole. E se in seguito si fossero fatte loro applicare le cono– scem~e acquisite alla professione speciale ch'essi deb– bono abbracciare, sarebbe occorso loro un tempo sup– plementare considerevole, e ne sarebbe seguìto un pericolo, perchè se la parte teorica dello insegnamento fosse male o imperfettamente assimilata, tutta la parte pratica che ne deriva ne risentirebbe nell°escrcizio della attività quotidiana. Si seguì in\·ece un sistema positi\'ista; attirare. du– rante lo stesso insegnamento pratico, l'attenzione degli allie\'i sui fenomeni di ogni r.-enere che il loro lavoro provoca costantemente. Cosi si arriva a far compren– dere l'esplicazione e la ragion d'e!--serc degli atti di lavoto manuale; e se ne deduce che per la durata del– l'apprendisaggio si può fare appello alla rifles!'-ione spon– tanea, in\·ece di fissarla con un indirizzo meccanico e con uno spirito ger:1rchico. Se in seguito ci si appog-gia alla conoscenza dei fatti così constatati, diminuirà eon– siderevolmente la durata degli studi teorici. poichè non resterà pili da far conoscere che k relm:ioni tra le nozioni già acquisite. Si evita, infine, l' inco,n-enientc del metodo opposto. poichè le cose immediatamente utili sono apprese di– rettamente, e restano come nozioni acquisite all'indi– \'icluo. /}cri-:·are i11sommnIn koria da/In pra/i(a, ùr;.:cccdi fare della pralica. 1111a semplice applicazione de/In leoria. Questo principio è balzato fuori dalle necessità stesse dell'opera da intraprendere, ben pili che cl:i. vedute speciali di psicologia e di mctodolog-ia: queste ,·cdute sono state precisate dopo: esse sono un risultatalo, 11011 una causa. Dopo la fondaz1orn.. ! dell'Istituto. nel 1~~7. si è la,·o– ratv ad esso senza posa. ' 11 metodo si elabora sempre ' Ì•: stato inticrnmcnte riorg :rnizz:i.loncl '99; è li:t questa l'poca che è !!lato posto souo il patton:i.to del Partitv sodali:,1;1. più, si modifica. !=-i perfeziona. man mano che si acquista esperienza. L'esperienza non è ancora assolutamente definili\·a. ma presenta un assieme abbastanza coordi– nato da permetterci di dirne sistematicamente. Gli stuclì dureranno quattro anni, i primi tre sono comuni a tutte le specialità; il quarto solo si distingue per i disegnatori, per i direttori dei lavori. per i chimici, per· i lavoratori in ferrei e in legno. La somma delle nozioni pratiche necessarie all'in– sieme di tutte queste professioni è infatti più conside– revole, che la somma delle nozioni speciali di ciascuna di esse. Ed anche l'industria chiede sempre più uomini capaci di far tutto. E 1 così che un grande industriale mi manifesta\'a ultimamente la sua intenzione di pren– dere nel suo laboratorio, come chimico, un giovane meccanico lasciandogli imparare ciò che mancava alla preparazione speciale per la chimica, perchè egli non m·eva che questo mezzo per procurarsi un impiegato capace di capire il meccanismo e di sorvegliare il fun– zionamento delle macchine nuo\·c. Tutti gli allievi dei primi tre anni passano tre mat– tine della settimana al laboratorio di falegname e le altre tre all'officina meccanica. Si è riconosciuto che questo doppio apprendisaggio è sollecito quasi tanto quanto lo è un apprendisaggio unico, a\·endo i lm·ori in ferro e in legno molti punti di contatto: sono operazioni ele– mentari in gran parte identiche, i cui mezzi di relazione differiscono solo per la natura dei materiali impiep.-ati. Il passaggio dall'uno all'altro di questi due gruppi di occupazione obbliga l'allievo a un lavoro continuo di comparazione e di generalizzazione che costituisce giù di per sè un meno eccellente di sdluppo della intel– ligenza; la facoltà di rinessione ch'egli s\·iluppa. faci• lita assai il lavoro manuale, così da compensare a suf– ficienza la perdita di tempo che il doppio apprendi– saggio procura. Non dimentichiamo l'utilitù pratica che vi è a cono– scere due mestieri. Il lavoro nei laboratori si lega intimamente allo studio del disegno che ne è la base, e che è un primo grado di generalizzazione delle conoscenze pili diret– tamente utili al lm·oratori manuali. Ogni oggetto ese– guito sen-c poi come modello per g-li allievi più gio\·ani. \'i sono, adunque. fra il laboratorio e l'uflicio di disegno, i medesimi rapporti, presso a poco, che esistono nelle officine. Gli oggetti dapprima semplicissimi sono rappresen– tati in sezione orizzontale e verticale e nello stesso tempo in prospettiva. Gli allievi non hanno, in questo periodo, nessuna nozione di geometria. Le nozioni di proiettiva e cli prospettiva sono loro insegnate col mezzo del semplice vederle applicate sotto gli occhi. Agli eser– cizì di disegno si aggiun~ono, per gli allie\·i pili pro– grediti, lo studio e la concezione di progetti completi di macchine, di costruzioni di oggetti qualsiasi, destinati il pili delle volte ad essere effettivamente compiuti nel laboratorio. Essi vi lavorano in tutta libertù imellettiva ..cercando essi stessi le disposizioni più pratiche e il modo pili semplice cli lavorare. Essi sono semplicemente iniziati e consigliati dai professori, che hworano con loro i11 una sala comune. li lavoro è tuttavia indi\'iduali;.zato. e tutte le no– zioni teoriche acquisite e quelle da acquisire si presen– tano in modo nawrale e logico. senza esercizi proposti artificialmente. Queste libere COn\·er~azioni fra lavoratori egualmente desiderosi di apprendere e distinti s,,1tant1 per la I0ro età, in professori ed allie,·i, sostituisce con una :;uperiorità schiacciante i classici disegni a domi(·iliu che impongono a tutta una classe la sen-itù cli un me– desimo esercizio, senza facoltà nè possibilità di scm• plìficare, e senza utilith., e senza interesse. La co11oscc11za elci mt:~tieri manuali e del disegn" è utile, alla sua volta, allo studio delle matematiche;

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