Il Socialismo - Anno I - n. 13 - 25 luglio 1902

IL SOCIALISMO 205 mettere imposte proprie, come per grav:ire di sovrimposte :ll di là. del 60 °fo per le imposte dirette e del 20 °fo per quelle indi– rette, occorre l' a.utorizzazionc del Governo centrale. L' A. conclude dicendo che se per or:i i Comuni non la.sciano che un campo ristrelto a11'azione soci:ilista, ciò non dovrebbe in– durre il Partilo :l disinteressarsi delle cose comunali. Anzi, è c6m– pito del Partito di dare :i.ll 'agitaziooe per il suffr:i.gio univcrs:ile nelle elezioni amministrative un'impronta unic.'l e di clev:lrla da questione locale al significato che le spetta di una questione cii principi i. Dal numero di agosto dei Sodali.stiuhen Afo1tatslu/t/ rilevi:t.mo un articolodi Helma Steinbachsull'organizzazione delle donne lavoratrici. Alt' ultimo Congresso delle Leghe di resistenz.'\ tedesche a. Stoccard_a si è tntttato b questione dell'organizzazione economica della donna, e In relazione mise in chiara luce b grande gravità dell'argomento per tutto il proletariato organizzato. Si rilevò, an– zitutto, l'azione dei bassi s:ilari femminili sui silari degli operai maschi. Nelle piccole città la donna percepisce - a parità di lavoro - il 63 °fo dei sa.lari dell'uomo, nelle grandi città l!l percentuale si abbassa a 59. Questo st:tlo di cose non può non deprimere le paghe, e continuando cosl, l~sci:mdo che In donna resti inorganiz– zata e priva di volontà e forza di resistenza, vedremo un bel giorno, come dice l'Autrice, realizzato l'articolo del nostro programma, che domanda per i due sessi a parità di lavoro parità di salario, ma lo vedremo realizzato a rovescio: il salario dell'uomo sarà. disceso al livello di quello della donna. L'Autrice che è propagandista attiva, nota che l'incoscienza delle lavoratrici è tale, che essa ebbe a sentire dellC cernitrici di tabacco che notavano ridendo l'abbas– sarsi cost:tnte delle paghe dei maschi per la concorrenza della donna. Come rimediare a tali condizioni? Non era. . certo nel potere del Congresso di risolvere il pro– blema. Gran parte delle cause che rendono la donn:1 indifferente od avversa. a.I movimento cli organizz:tzione non possono essere eli– minate. L'opc~io maschio sa fin da.Ila fanciullezza che, secondo ogni probabilità, egli sarà opet3io per tutta la sua vita. La qu:,.si cer– tezza che nessun cambiamento esterno lo sottrarrà a quest:i. sorte gli fa c:1pire l'importanza della redenzione della propria cbsse. Ed a questa sua vit:i. così monotona e cosl grigia, l'alto ideale della solidarietà dà senso, scopo e valore. L'operaia, invece, nella grande maggiornnza dei ca-;i, considera la sua condizione come una fase lieve della sua vita. lntanto è pronta a sopporta.re tutto, perchè poi prenderà marito ed allora non andrà più in fabbrica. Il sen– timento di solidarietà con le compagne non ha. tempo di nascere - anzi, molte volte, un'operaia gu:trda l'altra con gelosi:'I, vedendo in essa la rivale nella conquista della sua mèta agognata: il matri– monio. Di fronte a tutto ciò la propaga.oda resta pressochè impotente. Si può e si deve ben far capire all'operaia che rimanendo disorga– nizzata è<l impotente a resistere allo sfruttamento, essa contribuisce direwnnente ad abbassare i salari dei mn.schi e a.d aumentare il numero di coloro che per miseria non possono contrnrre matri– moni. Ma non si deve aspettare troppo da questo ragionamento, percbè ognuna, per conto proprio, si illuderà sempre che a lei il marito non potrà m:i.ncarc. Tuttavia è partita dal Congresso una proposta. pratica e feconda. Invece di seguire la via finora seguÌL'\ dalle Leghe di domand::ire :i.Ila donna un contributo minimo e di corrispondere loro poco o nitnte, si deliberò di interessarla materialmente alla I .ega, dando maggiore sviluppo ai rami del mutuo soccorso e della previdem-À'\. Assicurando alle operaie organizzate il soccorso nelle malattie, nei B"b ot e e lC casi di disgrnzia, ecc., si attircra.nno, appunto perchè pratiche e previdenti, all'organizzazione. Ed una volta a.ttratte non sarà dif– ficile ritenerle oltre che pel mezzo dei vantaggi materiali, per quello del concetto di solidarietà che una propa.ganda. paziente ed avve– duta saprà svegliare e fortificare. È il primo passo che deve essere ritto: finora la donna salariat:i. non prende sul scrio l'organizza– fione e si è tentati a credere che neanche l'organizzazione prenda sul scrio la donna. dando ad essa un:i. lega a scartamento ridotto domandandole poco ed offrendo meno ancora. Da un articolo di E. Fischer nella Neiu Zeil, del 14 giugno, togliamo qualche notizia sulle organizzazioni padronali in Germania. Come in Italia, l'organizzazione operaia di resistenz.'\ ha dato anche in Germania l'impulso al formarsi di sindacati padronali, che si trova.no oggi in quasi tutti i rami dell'industria. Il più vecchio di questi sindacati, che può dirsi il modello di tutti gli altri, è il sindacato fra gli imprenditori di Amburgo ed Altona che si affermava. nel 1890 con un gmnde out/od: (licenziamento) di lavomtori, ed era il centro della resistenza. nel grandioso scio– pero degli opera.i del porto nel '96 e '97. Scopo unico del sin– dac.'ltO è quello di contrapporre all'organizzazione del lavoro quella del capitale per non dover cedere alle esigenze operaie. Natural– mente ciò non è detto crudamente. Nello Statuto si legge anzi che il sin< hca.to mira a stabilire fra operai e padroni relazioni ami– chevoli, concedendo le domande giuste e respingendo quelle in– giuste. Il sindacato si propone ancora di promuovere una avveduta legislazione operaia; ma fra le altre cose vuole ammettere nei con– tratti d'appalto lo sciopero come forza maggiore, poi obbliga i pro– prii membri di non impieg:u-e ma.i operai licenziati per rappresaglia o scioperanti, ed ha finnlmente fondato una. C.'\ssa di prestiti per soccorrere i padroni colpiti dagli scioperi. Anche sul modo di ottenere relazioni amichevoli fra capitale e lavoro il sinda.cato ha delle idee speciali. In una sua cir– colare è detto che l'elevatezza del sa.lario deve essere fissata uni– c.'\mente dal!' imprenditore 1 pcrchè solo a lui è possibile rendersi conto di lutti i fattori che regolano il compenso dell'operaio. Ogni tentalivo dei lavoratori per ottenere aumenti abbandon:1ndo il la– voro, dovr:\ essere respinto. • Anche la giornata di lavoro deve essere fissata dai pa.droni. Per Amburgo ed Allona l'Associazione padronale h:i. fissato un minimo di nove ore e mezzo. Essendoci dei fabbricanti che avevano concesso la. giornata di 9 ore, il sin– daca.lo iniziò delle trattative ed ottenne difatti che la concessione fosse revocata ». La • avveduta » legislazione sociale che il sindacato dice di voler promuovere è anch'essa ispirata a simili criteri. Esso ha sempre respinto gli uffici dei probiviri in ogni conflitto fra capi– tale e i:l.voro, ha combattuto l'istituzione di Camere del l:i.voro, stigmatizzandole come rappresentanze unilaterali degli interessi di una classe. Si c:i.pisce che il sindacato rappresenta gli interessi so– lidali di tutte le classi! Per questo co~b:1tte l'assicurazione degli operai contro ln disoccupazione, combatte gli uffici di collocamento in mano degli operai e propugna quelli in mano dei padroni, che pennettono di porre ali' indice e di condannare alla disoccupazione continua i « sobillatori. » li sindacato padronale è, in un:i. parola, l'esplic.'\Zione più cruda della. lotta di classe come la intendono i padroni. Tanto per es– sere sinceri essi' però inseriscono nello sta.tuto che l'intento loro è quello di eliminare la lolla. di classe per il bene di tutti! Oda Lerda-Olberg.

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