Il Socialismo - Anno I - n. 8 - 10 giugno 1902

Rb IL SOCIALISMO fare sapienti pratiche presso l'Ambasciata degli Stati Uniti <1 1 America a Roma, per chiedere se alla Casa Bianca di \Vashington « sarebbe piaciuto che il gior– nale in questione avesse tentato di dirigere l'opinione pubblica italiana a favore degli Stati Uniti.» L'Ambasciata prese poco tempo per rispondere, e annunziò «·che se gli Stati Uniti avessero avuto bisogno dell'opinione pubblica italiana, non avrebbero esitato a comprare gli scrittori di quel giornale a qualunque prezzo; ma poichè di tale opinione pubblica la repub– blica americana non sapeva che farsene, non avrebbe offerto neppure un dollaro.» Il grande giornale italiano non fu certamente lieto della risposta, e - per ripicca - iniziò una vivace cam– pagna a favore della Spagna contro gli Americani. * .. Gran parte della funzione del moderho giornalismo - non parlo delle luminòsissime_eccezioni che tutti conoscono e davanti alle quali noi tutti ci inchiniamo ammirando e rispettando - si riduce a una tattica del genere di questa suaccennata. Do ut des~ parlo purchè tu paghi; taccio purchè tu compri il silenzio. Queste operazioni si possono però dividere in due grandi categorie: eia un lato quelle in cui il giornale i-.ivende ciecamente a qualcuno e gli obbedisce ap– punto come il servo al padrone; dall'altro quella in cui è il giornale stesso che va alla ricerca del filone aurifero, e, trovatolo, serra. alla gola P individuo e gli chiede non la borsa o la vi:a, come il brigante nella foresta, ma semplicemente la soluzione di un affare: o date il denaro, o le mie colonne vi renderanno dei !=tCrvizinon piacevoli, sia occupandosi cli voi quando voi oon vorrete 1 sia non occupandosene quando voi invece lo desidererete. Questo secondo genere di ope• razione, come si vede, è un po' diverso dal primo. Qui non c'è pili il servo, ma spunta nell'orizzonte il delinquente. * * * Esempio lucidissimo del primo genere di operazioni è quello che tutti conoscono e che è dato dalle sov– venzioni del Governo o dalla cassa di una banda qual– siasi che detta ed ispira articoli per i suoi più o meno leciti scopi. Allora la stampa vive su quei fondi che furono chiamati da Bismarck, con frase che ebbe il suo quarto d'ora di celebrità a Berlino, i fondi per i ,,ettili, e questo contratto non è altro che una forma di sCrvitù e di vendita della propria penna, della propria coscienza, del p:-oprio cervello. 11 secondo genere di operazioni è meno noto e ab– braccia una quantità enorme di sfumature, e lo verremo rischiarando con una serie di illustrazioni tolte scrupo– losamente dal vero. Prima sfumatura: prendiamo i resoconti teatrali cli ceni giornali, e studiamone il retroscena. L'impresa o la compagnia teatrale che vuol essere, non dico lodata, ma anche semplicemente nominata nelle colonne del giornale, deve pagare al cronista teatrale o al giornale stesso un tanto, nè pili nè meno che se la critica teatrale fosse un 1 inserzione di quarta pagina. Ricordiamo per– fettamente che, pareccl1i anni or sono, gli studenti dcli' Università di Roma. dopo avere messo su una rappresentazione studentesca, si 'recarono agli uf1icidei vari giornali cittadini perchè si degnassero di annunziare lo spettacolo nella Cronaca teatrale: quale fu la mera– viglia dei bravi ragazzi quando da qualche giornale serio e autorevole, e, naturalmente, piì.t che ministeriale, si sentirono rispondere che non si sarebbe fatto il deside– rato annunzio ·senza pagamento! Gli studenti non pot~– rono pagare, e l'annunzio - che in fin dei conti non Gin · 81ar o era che un semplice fatto di cronaca quotidiana - non comparve! La medesima cosa accadde, e con lo stesso gior– nale, a un grande e celebre artista di prosa. Egli, animo ribelle e conscio della propria forza, si rifiutò cli pagare il giornale, e il giornale non nominò, nep– pure una volta, nella sua rubrica fissa dei teatri, quel grande attore cli cui ogni .recita era un trionfale avve– nimento artistico. Questo metodo di considerare tutto ciò che si stampa nel giornale sotto rubriche fisse come una inseczione a pagamento, è assai più diffuso di quel che non si creda. Noi conosciamo un giornale formato q4asi tutto da ru– briche fisse, in verità assai bene disposte e trattanti di argomenti sapientemente scelti e variati - ma tutte, nessuna esclusa, sono inserzioni a pagamento; - cl.alla rubrica dei teatri a quella ciel tiro al piccione, da quella dello -sport, a quella delle fern:wie, ecc. E' un gior 8 nale in cui ogni pagina è.. : una quarta pagina. Diceva assai bene il poeta che spiegava 1 1 etimolo– gia della parola Gazzella, con la derivazione da Gazza bestia mendace, garrula, e, sopra ·ogni cosa, ladra del- 1'oro! La rubrica fissa, è quasi sempre nel giornalismo cri 8 minale, una fonte tanto certa, quanto peccaminosa, di guadagno. Alcune volte è semplicemente una inserzione: chi ha interesse cli fare nominare sè stesso o cose che gli appartengono 1 paga ed è servito, e i prezzi pas– sano per tutta la gamma possibile degli alti e bassi ; un giornale-rivista celeberrimo, ove· hanno scritto i più illitstri scrittori italiani, aveva una rubrica di Sport che fruttava un piccolo patrimonio i un altro giornalucolo, invece, con la medesima rub.rica, prendeva soltanto cinque lire per nominare, con una buona dose di ag 8 gettivi, il cavallo del principe X ... o del principe Y... Altre volte però la rubrica fissa non è una sem– plice inser=io11e, ma un vero ricatto. La rubrica - ad esempio - tratta di uno speciale ambiente del mondo ricco ed elegante, e descrive salotti, banche, tipi e fi– gurine; tutte le eleganti e interessanti figure dcli' Hi"gh– ilfe del blasone o del denaro, vi passano come sullo sfondo iridescente e mutevole di un caleidoscopio; e allora, quando il giornalista sa qualche scandalo a ca– rico del nobile Tizio o del banc:hiere Caio, fa capire alla disgraziata vittima presa di mira che... se non paga tanto, la rubrica si occuperà cli lui'. Il colpo è fatto. Queste rubriche. ricattatrici pullulano cl' ogni in– torno: per saperle scorrere basta ben guardare nella fungaia di giornali che si moltiplicano per ogni dove. Tutti ricorda,no le celebri rubriche che parla\'ano del mondo fi11a11=iario e del mondo blaso11alo che apparivano in una trionfale rivista cli Roma, qualche anno fa, e che non erano se non u·na serie continua cli ricatti. 1nfatti, la: rubrica riguardante il mondo fi11a11=iario ser– viva a spremere denaro •a questo o a quel banchiere, e a fare scontare le cambiali al giornalista; - l'altra, quella del 1110Ndo blasonalo, serviva a rendere quattrini al giornale quando sapesse serbare il silenzio sulle mac– chie, più o meno apparif;centi 1 che contaminavano questo o quel blasone. Le quinte di queste rubriche ricattatrici non tar– dano, però, ad esser conosciute dal pubblico intelli– gente. Il proprietario della rivista di cui parliamo - una rivista che fu ornata dalla penna dei più grandi poeti e dei più grandi prosatori italiani - aveva intr0- dotto un brillante giornalista, - assai ammirato, e acca– rezzato per quanto non lindo dal deploriamo di parecchie inchieste, - per entro le segrete cose del mondo fi– nanziario di Romà, per svolgere il seguente piano di battaglia. Data la posizione speciale di questo tale gior-

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