Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 11 - 15 giugno 1908

284 RIVISTA POPOLA RE L'altro articolo che segnaliamo è del Veneto di Padova; va rilevato a prova della crassa, della bestiale ignoranza di certi giornalisti italiani. Quel giornale osò scrivere che Colajanni ei·a noto per la sua sistematica avversione al dazio sul qrano ...... E passiamo sopra ad un nasiano di Sicilia che in una rivista di Roma, non conoscendo nemmeno l'abici della quistione si diverte ad attribuire all'egoismo ed al malefico tornaconto le opinioni dell' On. Colajanni. Già t egli s'interessa per le terre... che non ha e pel grano ... che non prùdnce. Singolare egoismo e più sin golare tornaconto! • Per le assicurazioni di Stato. -L'interessante articolo sulle Assicurazioni di Stato del Prof. Pisani, che la Rivista pubblicò nel numero precedente ha avuto un commento eloquentissimo nella relazione del Curatore provvisorio nel fallimento della Mutuai 1·eserve degli Stati Uniti. L'avv. Miragoli, il curat.ore provvisorio in discorso, nella adunanza dei creditori avvenuta il 5 giugno presso la seconda sezione del Tribunale civile di Roma , ha dimostrato la nessuna. garanzia che hanno gli assicurati presso le Compagnie estere; mancanza di garanzia, che in fondo è, comune a tutte le società private. L'avv. Miragoli ha dato un sapore di scandalo politico alla relazione , fornendo le prove della grave responsabilità assunta dal Ministro di Agricoltura del tempo lasciando svincolare, contro la legge, L. 300,000 della cauzione che la Mutual reser·ve era obbligata a mantenere in Italia. Il curatore provvisorio, che, merita.mente, venne confermato come definitivo, disse che il Ministro che aveva dichiarato prima che quel deposito era l'unica garanzia degli assicurati italiani e perciò sacro ed intangibile mutò opinione in seguito agli argomenti addotti da un deputato, dietro al quale forse ce n1erano degli altri. Il disastro avvenne, adunque, per ragioni parlamentari; e diciamo disastro percbè dalla esposizione del Miragoli risulta , che nulla hanno da sperare gli assicurati italiani. Il ministro su cui ricade la responsabilità è l' on. Rava che nel 1905 era ali'Agricoltura e il Deputato che si assunse il triste incarico di convincerlo a violare la legge fu il Deputato Vendramini, ex sottosegretario di Stato ed e_ residente della Giunta del Bilancio ...... Egli stesso si è denunziato con una le+.tera pubblicata nei giornali, nella quale ha tentato giustificarsi. Il curatore Miragoli, infine, ba accennato nella sua onesta e limpida relazione ad altri fatti gravi. Noi speriamo, che l'affare venga riportato alla Camera. Il curatore ha lasciato intendere che lo porterà innanzi ai Tribunali chiamando responsa ile lo Stato dei danni subiti dagli assicurati italiani. Noi non po:;siamo estenderci su questa quistione; ma facci amo nostre le osservazioni dell'Economista di Firenze (10 magp:io) sul minimum di garanzia che lo Stato dovrebbe esigere dalle Compagnie estere di assicurazione che volessero fuuzionare in Italia. La nostra diffidenza; però, di accordo in ciò col Pisani è tanto coutro le compagnie estere quanto contro le nazionali. Noi stiamo per l' asijicurazione di Stato. Un principio di applicazione di questa idea si avrà se passerà il progetto caldeggiato dal Nitti - che in una al Pantano è da tempo partigiano del!' Assicurazione di Stato-sull' assicurazione degli emigranti che attualmente alcune società fanno al decuplo del prezzo di costo e che il Commissariato dovrebbe fare al prezzo di costo, comprendendo in questo le possibili spese di amministrazione. ~ i L' agsicurazione degli emigranti dovrebbe comprendere non solo il caso di morte durante la traversata e pei primi mesi di soggiorno all' estero, ma anche i1 caso di ritorno percbè respinti dal paese d'immigrazione. Sono circa 2000 all'anno che sotto vari pretesti vengono recpinti dagli Stati Uniti e che ritornano in Italia desolati dopo avere vendn to le masserizie , la casa il pezzetto di terra ..... Coll'assicurazione, che dovrebbe essere obbligatoria per tntti, almeno si troverebbe nelle mani il prezzo del trasporto pagato ! Il fondo dell'Emigrazione, ch'è di già di oltre dodici milioni e ch'è sacra proprietà collettiva degli emigrati in questa guisa avrebbe un parziale, opportuno, bene fico impiego. Nella mente del Nitti questo primo saggio di assicurazione di Stato dovrebbe avere un ulteriore svolgimento nel senso dal Pisani e da noi vagheggiato. + e milleottocentotrentasei tenenti a nostra difesa. - Mentre si pubblicava l' ultimo nu- • mero della Rivista, in cui si rispondeva ai superuomini dell' esercito , che si sentono offesi perchè sono messi tra gli elementi utili allo Stato, accanto ai professori di Università ed ai ferrovieri; mentre a Bologna un altro ufficiale superiore nel Resto del Carlino protestava scioccamente contro il nostro linguaggio improntato alla sincerità ed alla realtà , i giornali di Roma pubblicavano una specie di appello , ìi manifesto , di lettera aperta, rispettosamente se i:tiosa, indirizzata al ministro della guerra , nella quale la quistione di stomaco trionfava nella forma più laida e piu brutale. Vorremo vedere ora tutti i Rauzi e tutti i Bonelli modernisti di questa povera Italia negare ancora la natura vera della quistione morale nell'esercì to ..... Perchè i signori tenenti hanno fieramente protestato e minacciato? Perchè il ministro Casana ha proposto di migliorare la carriera dell'artiglieria I In ciò la laidezza della protesta ; perchè accanto alla quistione di stomaco, la quistione morale si è affacciata sotto forma di gelosia, di invidia, che non dovrebbe essere nemmeno sospettata tra cameratl , tra compagni dello stesso corpo. E non accenniamo ai diritti che spettano aìl' artiglieria , i cui ufficiali fanno un corso di studi superiori - e di molto- a quelli della fanteria e che sinora si trovarono in condizioni d' inferiorità nella carriera. Il ministro della guerra , rispondendo ad analoga interrogazione a Montecitorio bollò con severissime parole il manifes-to dei tenenti e, assistito dall'on. Giolitti, affermò che esso non era opera di ufficiali italiani, ma di qur • ·1e ameno imbroglione, che aveva scritto in loro nom . In qnesto modo il ministro della guerra credette l-'rovvedere alla dignità dei signori tenenti. Questa bella trovata non ha che un piccolo difetto: non fu creduta nemmeno dagli uscieri ·piu umili della Camera; nemmeno dal gatto, che spadroneggia in farmacia. Tutti ad una voce conchiusero: o il ministro è stato in buona fede e la sua ingenuità infantile lo rende indegno del posto, che occupa; o egli sapeva di affermare il falso e la difesa dei 1836 tenenti costituisce la propria condanna. + Il liberale e l'autocrate a Reval. - Se la politica potesse esser fatta a base d'idealità - e noi ci auguriamo arrivi il giorno in cui questo sogno diventi realtà - la visita di Eduardo VII a Nicola II non dovrebbe, non potrebbe aver luogo. Troppo distanti sono i metodi di ~overno, ed i governi dei due sovrani, e troppo dolore sostiene il trono dell'uno, perchè sia vista con occhio simpatico la visita che l'altro fa a costui. Ma la politica, oggi-e, ahimè! per lungo tempo ancora - non è fatta di sentimentalismi. Interessi validi, e chiari, e necessità di difesa ed anche di pace violentemente imposta e mantenuta la guidano; ond'è che le idealità più lontane- e però le più belle - cedono forzatamente il campo alle più immediate, che sono poi urgenti, vitali necessità dei paesi. Ed è lo-

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