Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 11 - 15 giugno 1908

282 RIVISTA POPOLARE bilità nel momento presente; essa invece ba il diritto di rimproverare ai snoi av,·ersari la imprevidenza politica, di cui han fatto mostra sinora con ostinazione, con caparbietà incredibile; essa soprawtto puo con secura coscienza ricordare che sono anni che predica contro la inettitudine criminosa dei varii ministri delb guerra, che hanno sperperato circa dodici miliardi oltre i tre 111iliadi per b marina, sc11Za darci un esercito effettivo, senza assicurarci la difes;i. E quando la democrazia affermava e dimostrava che avevéll110s~1ltanto un esercito sulla carta, che serviva a creare ed a m:111te11ere colonnelli, ufTìciali e generali, gli uomini della monarchia la denunziavano come nemica della patria e c:iluoniatrice partigiana .... + Ma di fronte ali' interesse supremo della difesa del paese, e dèlla sua integrità e della sua indipendenza puo e deve la Estre111a inspirare la propria condotta ai risentimenti, per quanto giusti, che ha accumulato per oltre q Llarant' anni? Ah! no. La democrazia e stJta sempre animata del più alto sentimento nazionale ; essa ha sen1pre dimenticato le oflese, seguendo gli esempi nobilissimi di .Mazzini e di G:nibaldi ed ha cooperato coi propri nemici, sacrificando anche i propri interessi e le proprie convinLioui, pur di fare opera it:tlian;1. Ma in quest' ora veré1men te grigia essa non puo e non deve confondersi coi s~rvitori delb Monarchia. Non lo può e non lo deve, perche essi perseverano nel male e preparano al paese nuovi <lis:lstri, a petto dei quali Custozza, Lissa e Abba Garima forse impallidirebbero. Si essa, non puo e non deve assumere la parte di responsabilità che le si vorrebbe addoss:ire facendole votare i 223 milioni di oggi e i 300 milioni di domani. Se il governo affidasse, che questo grave sacrifizio che sì domanda al paese, raggiungerebbe lo scopo di assicurare la difesa efficace del paese, pur non tenendo conto del violato rapporto tra la spesa e la potenzialità economica del paese, l'Estrema avrebbe il d(,vere di votare i crediti militari, anche a costo di rinvigorire le istituzioni, die repubblicani e socialisti detestano, e che i radìcali tollerano. Ma l'attitudine delle sfere militaresche, che impiegheranno i 500 milioni, che la maggioranza certamente voterà ora e più tardi, pur troppo, dà la sicurezza che il mezzo miliardo che si darebbe loro servirebbe soltanto ad alimentare le cricche affaristiche, che ci fornirono sinora canoni inservibili - la dimostrazione venne fatt:i. dalla Tribuna; è tutto dire! - e promuovere, mercè l'opera improvvida dei tanti Pelloux, una nuova dozzina di generali, senza darci un esercito vero, senza elevarne lo spirito, senz;i assicurare la ditesa. E per la difesa, le fortificazioni e i cannoni giovano certamente, ma gli uomini - uomini - cittadini nel più alto senso della parola - sono più nectssari. L'assunzione al ministero della guerra di un borghese avrebbe dovuto indicare che cominciava una nuova era. Ma l'avvenimento :rnspicato non fu che un tranello volgare per mascherare la continuazione dell'antico discreditato sistema,. che fu un continuo fallimento. L'on. Casana non ha portato al· Palazzo di Via Venti Settembre alcun alito di vita nuova. Egli non vi ha portato la virilità e la sin .. ceri1à con una richiesta di somma insufficiente al bisogno, pur sapendola tale; egli non vi ha portato il benchè lontano indizio d'innovazione, che possa gradata men te avvi,uci verso la nazione armata, che a parità di spesa assicura al paese la massima efficienza defensiva ed oflensiva. Esso non si è incamminato verso 11 reclutamento territoriale; esso si è mostrato più conservatore di un vecchio generale dell'esercito come il deputato Pistoia, respingendo la ferma di due anni ... Perchè mostrare nel Sen,nore Casana una fiducia che abbiamo negato ai Viganò e ai tanti altri generali, che di cose militari s'intendevano più <li lui? Ah! non si chiese il ministro borghese pel solo gusto di avere un uomo in redingote ed in cilindro anzichè in uniforme militare ..... + Il Secolo a proposito della richiesta dei 223 milioni giustamente ba ricordato l'esempio della terza Douma - la Douma addomesticata. Questa larva di rappresentanza del popolo Russo composta d'imperialisti e di co:-.servatori non ostante le deprecazioni di Stolipyne lu rifiuuto ostinaLtmente i fondi per la ricostruzione della flotta, perchè essa ha l;1profonda convinzione, che continuando l'antico, disonesto e spensierato sistema di amministrazione, il concedere i 111ilionichiesti sari:bSe stato lo stesso che incoraggiare tutto il brulica me militaresco a preparare alla 1,ussia nuove sventure nazionali, nuovi disastri come quelli di M u..:kden e di Tsushirna. E l'Estrema sinistra che ha i suoi dolorosi ricordi da contrapporre a quelli Russi, si mostrerà più compiacente, più ingenua, più scio~ca della terza Douma, che siede a Pietroborgo e vota sotto la minaccia dei Cosacchi, che potranno ricacciarla nel nulla ad un cenno dello Czar ? Non lo crediamo ! La Rivistà + La nostra politica estera. - Il discorso dell'onor. Tittoni su la p)litica estera, non ha segnato, veramente, nulla di onovo che non fosse già saputo in paese, non ha accennato ad alcun nuovo problema, e si è limitato a constatare che l'Italia ora come prima, sta in bJoni rapporti con tutti, comi:,resa la Turchia cui l'Italia fece ingoiare il non gradito rospo degli uffici postali, e la viperetta del cabottaggi0. Naturalmente su la questione dei Balcani l'on. Tittoni s' è soffermato poco , s' è tenuto su le generali e tanto in rapporto alle riforme in Macedonia, quanto a proposito della fenovia non ci ha fatto sapere nulla che non avessimo già potuto desumere dai giornali, e che non fosse già enunciato in nn suo precedente diRcorso. Si è soffermato più a li1ngo su la questione della Tripolitania e dei nostri rapporti, in proposito, con la Francia. E questa è veramente q11estione che merita grande attenzione. L'on. Lnzzatti parlando appunto su la politica estera ha fatto notare la grande importanza che assumono ora i fatti, i trattati, e gli sviluppi economici, ha dimostrato, hteidamAnte, che economia e politica non possono più essere disgiunte, non solo, ma che questa. dipende molto dalle varie fasi di quella, e cue la vera politica estera è la difesa dei conuazionali, e del commercio e dei mercati 11azio11aliall' e.stero. Ora la Tripolitania è al temµo stesso che un ottiwo mercato e sbocco di mercati,. anchfl un prezioso campo di lavoro; e se noi sapessimo saviamente, ed anche egoistica-

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