Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 11 - 15 giugno 1908

RIVISTA POPOLARE 299 Il cristianesimo sopufan uo~vionario (l) Quei reverenti e semirevereudi che - e vedremo con quanta logica - si appellano modernisti, inconsapevolmente stanno per dare un altro tracollo al cristianesimo· ' essi confessano che la chiesa cristiana, per un errore di calcolo o di ottica, abbia fino ad oggi fatta falsa strada e sia ridotta sopra una specie di binario morto, . donde bisogna tirarla fuori ad ogni costo, per non perdere oltre di vista la società moderna, che marcia veloce in senso divergente, se non opposto. Alcuni però sostengono che bisogna fare macchina indietro, risalire alle origini e rifare nuova rotta· altri ' ' al contrario, cap=scono che tornare indietro a questo punto e con questi lumi di luna sio-nifica allontanarsi o ancora di più dalla società che si vuole rao-o-iungere • 00 , tanto più che questa procederà sempre più speditamente nella sua via solida, ver.:;o la sua. meta precisa e non intende affatto attardarsi per fare· comodo a quella religione che l' è stata sempre d' impaceio. Di questi alcuni vogliono tra.balzare la chiesa tout cou1·t sopra un binario laterale; altri stimano più utile, retrocedendo di poco fino al prossimo deviatore. condurla sopra u~ nuovo binario, che la faccia uscire dal cul de sac in cui s'è cacciata. Nella e Critica Sociale:. (1° marzo 1908) abbiamo rilevato l'assurdo dei primi, dimostrando che la pretesa falsa rotta era la sola rotta possibile al cristianesimo; agli uni e agli altri poi - poichè questo è il punctum saliens della questiotle - domandiamo: La via della storia è lunga, molti souo i deviatori, molti i binarii in tutte le direzioni; fin dove volete retrocedere? Sopra quale deviatore o piattaforma volete manovrare? Sopra quale binario vostro o altrui vecchio ' o nuovo, volete trabalzare e in quale direzione? Per fare opera seria tutto questo si deve precisare; diversamente uscire dalla vecehia rotaia sio-nifica solo de- . b ragliare, e deragliare, slittare o formarsi è la stessa cosa, cioè arruginire e marcire sul posto· è insomma ' ' ' un altro assurdo e un altro scacco. Errare è di tutti g;j uomini - lo sappiamo ; correggersi è degli uomini intelligenti e onesti; ma errare non è degli dei; una religinne che confessa di avere errato e di volersi correggf're dicliiara il riù vergo•- gnoso fallimento. - Si dirà che furono_ gli uomini che stavano a capo della istituzione che errarono e che la istituzione non ci ha colpa. - Sopra altro terreno tale argomento pot"rebbe reggere, ma non regge sul terreno religioso : che cosa faceva nel frattempo il vo- + a· ? D • .e s ..ro 10. orm1va 1orse o aveva dimenticata la sua chie~a e se n'e ricordato solo adesso per i vostri begli occh1. Volete· una religione senza dio? Concepite la chiese come una scuola ifilosofica? Confessatelo' e vi di mostreremo che la filosofia non può fare da religione e la religione non può fare da filosofia : sono concezioni antitetiche. (1) In questo articolo ci ri foriamo più specialmente alla bellis _ sima lettera di Raghnild Lunò, stamposta nei N. 4 di questa stessa Rivista• L'umanità ha intrinseco il bisogno di evolvere sempre, perchè nella propria evoluzione sente di tn,vare il proprio miglioramento e perfezionamento; colla propria evolutione sente di realizzare una mflggior parte di ve1ità. Non così la chiesa che, stimandosi verità assoluta non può sentire tale bisogno; sentirlo significerebbe non aver fede in sè stessa e diventerebbe menzogna e truffa volgari. Vero è che la chiesa insensibilmente evolve anche essa, ~uasi senza avvedersene e senza farsene avvedere, vergogno.3a di mnoversi; ma ciò nel passato , quando la marcia dell'nÌ'nanità era piutto~to lenta e la chiesa poteva seguirla senza parere ; ora però che la mareia sociale è piuttosto veloce, la chiesa non può . segnirla più o troppo a rilento, anche perchè vecchia. in ambiente contrario, sopra un terrene difficile. E poi retrocedere - poco o molto non importa - o trabalzare significa sgombrare; in ogni sgombro, si sa, molti oggetti inutili si buttano via per sostit.uirli con altri più utili. Ora se i modernisti avvertono che la chiesa là dove si trova si dissolve inevitabilmente sotto il di3prezzo e l' indiffcJrenza che le hanno ammur.chiato att.orr,o gli ort-.dossi; se voglio110 sµingerla verso la. vita, dicc1.no qual' è il bagaglio ingombrante che la chiesa. vnole ripndiare, quale quello che vuole conservare, quale quello n 1ovo che vuole acquistare, dove e da chi. Ma essi, poveri untorelli, parlano nel1' interesse di una chiesa che non li ascolta; cosi il semplice desiderio, senza la forza e i mezzi di poterlo realizzare, è nient'altro che dimostrazione d'impotenza. L'umanità da. poco è uscita. dal viottolo C(Uasi impraticabile per sterpi di pregiudizio e spine di m!Seria, insanguinate dall'olio teologico; dc:1.pJco ha potuto costituirsi una via maestra !aro-a e ,,iana dove • t:') t' ' può marciare t·utta quanta e dove possono sboccare tutti i binari, donde t11tti i biuari possono uscire in tutte le direzioni; via fatta di lavoro, di libertà, di tolleranza; la via della ragione, che chiamano anche via della scienza. Ora dicano i modernisti: è q~i che essi vogliono trascinare la loro chiesa, fatta di ascetismo infecondo, di intolleranza feroce, di fanatismo delittuoso? È sopra q'.1esto binari~, costruito colle conriniste della più indiavolata ragione, che la lorv chie:ia ,può venira e cor• rere? Non c'è chi non veda: questo sarebbe fallimEnto bello e buono; e fuori di questo binario? L'avete detto: sarebbe un fallimento peggiore, la morte certa a breve scadenza. L~ vit.a è moto e il moto è la trasformazione, possibile solamente negli organismi giovani e sani, suscettibili di ricambio; gli organismi vecchi - ipsa senectus morbus ~st - non possono nè muoversi nè trasformarsi, chè ciò ne affretterebbe il disfacimento. Ora la chiesa cristiana, organismo doppiamente millenario , è vecchia, per non dire decrepita; e i suoi organi di assi:. milazione e di ricambio s·Jno esausti; non può vi vere che economizzando con l' inerzia le sue riserve • oo-ni ' E, moto le riuscirebbe fatale. I modernisti non si mostrano coscienti di questa grande legge ,dslla vita; hanno delle bnone aspirazioni , ma non sanno qhe sono inattuabili. Notano delle correnti

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