Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno XIV - n. 11 - 15 giugno 1908

RIVISTA POPOLARE 29? dita, mentre che con disdegno indicava gli altri col piede. E debbo aggiungere che il coute Andrassy non sarebbe stato certo compiaciuto se avesse conosciuto il posto assegnato dal dottor Virchow ai Magiari>. e N è fu pertanto senza un viulento sforzo sopra me stesso che io pervenni a rico11durre la conversazione sulla politica interna. Il Dott. Virchow si alzò di repente; rimise a posto prima i tre cranii albanesi, poi gli altri; dopo di che come quasi libero dalle elucubrazioni dello scienziato, si assise incontro a me e disse: ciò che noi rim proveriarno al Cancelliera è la sua smania di personificare la Germania in se stesso, e di fare non una politica Tedesca, ma una politica Bisrnarchiana ecc, ~ Discutiamo ora gli atti che sono emanazioni dello stato psicologico delle Potenze guidate dalla Di plo · mazia Europea. Dopo il trattato di Santo Stefano gli albanesi inviarono presso le potenze Europee Abdyl Be Frasheri, e Mebmet Aly Be Vrioni per perorare la propria causa. Chiedendo l'autonomia, ebbero essi buone assicurazioni in Francia da Vaddigton, e dall' Inghilterra; ma nel Congresso di Berlinopon si tenne nessun conto delle aspirazioni albanesi, ed i diplomatici diedero mano allo smembramento d'Albania, cedendo territorio albanese alla Grecia, Bulgaria, Serbia e Montenegro. Gli Albanesi a tale strazio, senza distinzioEe di religione si sollevarono come un sol uomo, si strinsero nella lega di Prizerendi, ed a Mitrovizza lanciarono dalle finestre i messi del Sultano, che imponeva a loro di sottomettersi allo sfasciamento della loro patria, voluto dalle potenze. Il grido di guerra chiamò tutti alle armi e in un sangqinoso combattimento fugano sul ponte di Ranitza i Montenegrini, comandati da Marco Milani. Non potendo allora la_ diplomazia aiutare i Montenegrini in· montagna, nel mentre imponeva alla Turchia di attaccare gli albanesi da un lato, cede al Montenegro le città Albanesi del litorale, Antivari e Dulcigno, nelle cui acque manda le flotte unite, costringendo gli albanesi a ritirarsi. E qui mi è caro ripetere i versi del poeta albanese, autore del e Luito della Montagna > scritto per quella occasione ....... « Ma chi ha detto all'orso Nordico : Disponi l'Europa intera è nelle tue mani? Vuoi pt.i diritti dell'uomo affaticarti? non li curare! Essa, l'Europa, è tua, smembrala come vuoi? Qual Dio disse allo Slavo: prendi la falce e mieti . Ove non st:minasti ? e semini in campi altrui? Apri il compasso fin dove è tuo volere, Pere hè nelle tue mani intera è l' Albania? » E andiamo innanzi. Di1:,cutendosi la legge organica a Costantinopoli dopo il Congresso di Berlino dalle potenze Europee, l'Ingbilterr:\ presentò l'idea dell'autonomia albanese a base dei Vilajet di Scutari, J annina, Kossova, Monastir; e a tale proposta si opµougono le altre potenze e più speclalmen te, l'Austria, l'Italia, e la Russia, Ma gli albanesi non si addormentano perciò. e nel 1896 inviano alle potenze un Memorandum • chiedente l'autonomia, Nel Congresso per la pace all'Aia ripresentano il :Memorandum, ma rn quel consesso, di esso non si prende neppure visione. Ogni nazione straniera ha facultà di fondare scuole nella propria lingua in Albania, meno gli albanesi: le poche scuole ·albanesi di Kologna vengono distrutte dal Turco nel 1901 ad intromissione più specialmente del Patriarca e del Governo Greco. I vescovi Greci, tra i quali qnella buona lana di Fozio, ma ledi vano e maled icono in piazza ed in chiesa gli Albanesi che insegnano ai propri figli a leggere e scrivere la lingua materna: il Turco getta in prigione ogni Albanese che ama la patria e vuol far progredire la propria lingua; ogni mezzo ci vile di progresso, ogni esplicazione di viver civile è ostacolato a vi va forza in Albania, ed anche fuori gli esuli albanesi 11011 trovano quella simpatia, cLe impone ogni giusta ca11sa; ed é cosi che Dervish Rima viene espulso da Roma sol perchè l'ambasciatore Tnrco cosi vuole, e Dervish Rima non avea altra colpa che quella di vol~r pubblicare una Rivista in lingua albanese! A che dunque parlare di civiltà e progresso, di stati psicologici et similia, quando proprio voi, o civilissimi, ogni civile progresso ostacolate? Quando proprio voi imponete l'ignoranza, il brigantaggio, gli ~ssasini, le rapine? Bilanciate tutti questi fatti, e giudicate ùa quale parte si riscontrano le anomalie psichiche degenerativa! Le bande Greche, Bulgare e Serbe hanno piena li- 'bertà di scorazzare in territerio Albanese da diecine di anni, rapinando, incendiando, assas::'linando, e gli Albanesi devono tutto sopportare senza levare neppure un lamento per rinfacciare 1,.ll'assassino il proprio delitt(I? Subiranno essi tacitamente le angherie, i soprusi del governo 'l'ureo che li tiene in servaggio, degli staterelli Balcanici che vogliono smembrarla, e della diplomazia che cerca il mezzo di introdursi. alla chetichella , per afferrare le cosi dette spoglie del vecchio ammalato d'Oriente? Ma non sapete che il Turco non possiede spoglie in Europa, e che dopo morto non lascerà nessuna eredità di affetti? La finzione fino a un certo punto ostacola la verità, ma verrà il giorno del giudizio e gli Ernheletri appariranno nudi e bianchi, spoglie delle masse carnose peccatrici! Non vi è necessità alcuna, che su quegli scheletri, spoglie del Turco, l' Enropa si getti come cane affamato, essi son cosi duri e spolpati da valere la pena di lasciarle al loro destino. Spezzano Albanese li I Giugno 1908 DoTTOR AGOSTINO RrnEcco Lacrisvi ticoeIl~atariffe rravi~r (l) I viticultori francesi, non ostante il voto della Camera dei deputati col quale s'incitava il governo ad ottenere dalle ferrovie la riduzione dei trasporti pel vino come quello pei cereali e il ritorno gratuito dei fusti vuoti, non hanno tra tante cose domandate, insistito in quel voto. Egli è che l'istin• to popolare ha visto l' inanità del rimedio. (1) D.d. l' articolo : L.i. crise viticole et l' abaissement des tarifs des chemins de Jer. (Revue pol1tique et par lemantaire. 10 aprile 1908).

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