RlVlSTA POPOLARE 293 parlava, e per tener fede all'intima e sincera voce dell'anima sua affrontò la morte e accese l'aurora della modernità sociale e civile. Quando Maometto senti da le stelle scintillanti sui vasti deserti dell'Arabia discendere la rispo:ita alla sua domanda affannosa sui misteri dell'Essere e proclamò a le folle mute e pensose dei Beduini che Dio è uno, è grande, che il creato è la sua ombra; che ogni evento è opera sua e però diretto al bene e che conviene q11indi conformarvisi, egli fu sincero. E l'ardore della ~illa ~incerità creò il fatslismo musulmano: una civilt&, un'éra. e La sincerità di Maometto, scrive il Carlyle, ha davvero in sè qualcosa di divino. La morale di tale uomo è voce che esce direttamente dal cuore di Natura•. Ed ecco, allora, al verbo sincero di Gesù, le decrepite cabale farisaiche, arzigogolate nel tempio di Gerusalemme e non più sorrette che da mendaci preziosità mentali, disperder3i, vanire nel!' oblio. Ecco, alla parola sincera di S. Paolo, i vecchi riti pagani, non più genuini, come quando Lacquero sotpo il cielo azzurro dell'Ellade, nei tempi eroici d'Ercole e Tèseo, ma guasti dall' orpello sacerdotale, dileguare, distrutti, nella grigia ntbbia del passato. Ecco, alla parola sincera di Maometto, Ja Caabah, dove s'adorava l'aeròlito, percossa rovinare, e con essa tutte le vecchie e mendaci idolatrie dei Coresciti. Perchè? Perchè quelle reljgioni, quei riti non rispondevano più alla grande legge della sincerità, mentre a questa rispondeva la parola di Gesù e degli Apostoli come quella di Maometto. E il marasmo religioso, nel quale ogni di più cade la modernità, marasroo che tarpa le ali del pensiero come fiacca i palpiti del cuore, che abbassa e materializza le genti, che le allouta.ua dalla legge morale, sola forza sana del mondo, il presente marasmo religioso deriva dal difetto di sincerità. Passiamo alla politica. In politica gli ostacoli alla sincerità si moltiplicano. Un ministro vuol provvedere - e cotesta è legge di natura; dall'infimo invertebrato al genio sublime ciascuno porta in sè l' istiuto della conservazione - vuol provvedere a salvar se stesso, ed ecco che perciò si lascia persuadere a permettere ciò che la coscienza l' avvertirelibe di non permettere o a vietare ciò cbe la coscienza l'avvertirebbe di non vietare e a promuovere od arrestare ciò che, per converso, se obl;edisse alla sua convinzione, nè promoverebbe nè arresterebbe Le eccezioni, badiamo, non mancano; ma confermano la regola. Un uomo pubblico obbedisce alla stessa legge di conservazione, ed onche, natura 1mentf>, al desiderio di conseguire quel grado di autoi'ità, di potenza, di fama al quale l'ambizione lo spinge. Egli dunque deve compiacere agli elettori che lo eleggono, all'assemblea, alla stampa, e agli uomini che possono innalzarlo. Ed ecce-, quindi, che anch'egli deve spesso operare diversamente da ciò che pensa e sente, per non contradire a quelli. Non basta. Oltr"e ali' impedimento che deriva dalla propria conservazione e dalla propria ambizione, ne sorge un altro, che deriva da un vecchio pregiudizio teorico, congiunto anch'esso con motivi di convenienza personale: cioè il partito. Finora si è sempre ritenuto che nella vita pubblica non si possa rimanere se non seguendo un partito. Ebbene, q uaudo si è ascritti ·a un partito, conviene parlare e votare come vuole il partito, e spesso, cosi, si vota e si parla contro la . . propna cosCJenza. Quante volte, prima degli appelli nominali, nel nerv0so fervore che vibra pei corridoi, io non ho udito colleghi dichiarare che il tal ordine del giorno e la tal legge erauo insani e perniciosi, ma essi dovevano votarli per disciplina di partito! E meno male quando il partito ha una ragione d'essere, costituita da un sistema di idee, da un programma, da un complesso di propositi: il dissenso, allora, potrà avvenire in un particolare o in un altro; almeno, però, restBrà l'armonia tra pensiero e azione nella grande linea direttivo. Ma quando il partito non ha una ragione d' essere naturale e logica; bensì non rappresenta altro che una clientela addensatasi per motivi di convenienze personali intorno ad un uomo, allora il voto per disci. plina di partito è la più mostruosa delle ipocrisie. E pure così è del partito costitnzionale contemporaneo in Italia, perchè, cessate le grandi ragioni di opposto pensare e sentire, dopo che la politica interna liberale fu accettata da tutti, e non essendosi ancora animosamente espressi ideali nuovi di fondamentale importanza, che µossano dividero gli animi, non esiste disaenso di cobe, e ministeriali e oppositori non sono di regola , he indici di clientele personali. In tale condizione di cose e q,'auimi, che tarpa le ali del pensiero, che spegne l'ardore del sentimento e infonde iu tutti una vena ni fredda scettici tà, quando non è di cinismo, il tenore della vita pubblica. s'umilia, si scolora, si affioca, e tutti discendono insensibilmente in una bassa e nebbiosa palude di volgarità. Oh! Se, per contrario, un buon impeto di sincerità, come una bella fiammata, vibrasse, e ciascuno dicesse alto e forte dove i mali si cancrenano, quali riforme radicali chiedono i tempi e gli uomini nuovi e, senza. temere arditezze, così come pensiero e amore spirano, ciascuno scrivesse, parlasse, votasse, voi vedreste sorgere dalla coscienza limpidamente esvresso il vero programma dell'avvenire, vedreste ciasrune vigorosamente combattere, poi che combatterebbe pei suoi vP-ri ideali. Come snebbiata. e inalzata da un vento purissimo d.' Alpe, vedl'este levarsi limpida, alta, nobile, la politica italiana. Verrà questo giorno di _gioia e d'onore? Speriamo; e se i provetti non l'affretteranno, dovremo ben atrrettarlo noi giovani. La Yolgare transazione opportunista, la menzogna a sè stesso e altrui per inalzarsi non produssero mai il bene: il frutto prende sapore dalla terra che lo genera. Quanti non griderebbero, come Rabagas: -Aprite porte e finestre! Aria, aria! - dopo che sono uscite dalla loro stanza le commissioni operaie o contadine I E quanti, come Rabagas, chiamati dal Principe il giorno della rivolta non saprebuero soggeril'e cbe fucili e cannoni! Ma di tutti costoro la vita politica imputridisce Guardate i periodi storici nei quali una idealità fortemente sentita sforz◊ gli uomini pubblici e le masse
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