RIVISTA POPOLARE 291 può esportare, mentre divenne importatrice di vini sardi pel privilegio accordato a quell'isola». << Per evitare questo monopolio la commissione dovrebbe proporre che il criterio di L. 1.25 per ogni 100 chilometri vagone fosse adottato anche per le distanze oltre 600 chilometri e cioè adottare le seguenti tassazioni: 1310-1400 Cm. L. 114,42 più 1410-1500 « « id. (( 1510-1600 « « id. (( 1610-1700 « « id. (( 1710-1800 « « id. (( 1810-1900 << << id. (( 10, 11,2512,5013,7515,001625- , L. 124,42 « 125,67 « 126,92 « 128,17 (( 129,42 « 130,67 << E ciò avrebbe dovuto fare anche in considerazione dell'obbligazione °del governo di ribassare di L. 3 i noli pèr l'estero. Nè si può supporre, senza farle torto o censura, che essa potesse ignorare tale obligazione ». « Solo cosi potrebbe evitarsi il sospetto, per altro fondato, di volute partigianerie e del sistema dei due pesi e delle due misure>>. Io non so di qu~rnto la riduzione della tariffa faroviaria nelle misure chiesta dall'on. P;111tano alb alla Camera e dal De Salvo nella st:!mpa pos,a contribuire ad alleviare la gravissinu crisi della mèvente del vino nelle Puglie e nella Sicilia. Perchè non si creda che io mi faccia sovachic illusioni faccio sentire un' altra camp:rna in questo stesso numero pubblicando un lungo brano di u~1 articolo del sig. Richard Bloch chi! vide la lu..:e nelb Revne politique et parlemen,taire. Ma so, p=rÒ, che è doveroso mantenere le promesse e togliere, mantenendole, il disagio politico e morale che talora è più pericoloso di quello economico e lo rende sicu• ramente più tormentoso. Il caso della tariffa del vi::o si ripete, come teme il De Salvo, per le altre mer..:i? Non potrei assi(ur:ulo di certa scienza; ma io raccomando caldamente lo studio dèlla importante q uistione all'amico e collega M:iggiorino Ferraris, che ha tanta larga competenza in questo argomento e che si è reso tanto benemerito del mezzogiorno e della Sicilia coi suoi confronti e colla sua vigorosa campagna in prò della riduzione delle tariffe ferroviarie pei viaggiatori. • Do1T. -NAPOLEONE CoLAJANNI La Sincerità (i) Io amo, anzi adoro la sincerà ; e vorrei aver l' alato pensiero di Pindaro, la passione ard<:>nte di Saffo, la parola gemmata:di Orazio per cantare un inno a questa Iddia, che, nuda e abbagliante li candore, sorge dalle più pure spume dell'Essere come già Venere dalle onde del mare, simbolo della bellezza clelle anime come questa è simbolo della bellezza dei corpi. Essa è pure nume presente e vive nel c11ore di ciascuno di noi, (1) L'on. Alfredo Baccelli tenne una aìplaudita conforenza al Circolo Filologico di Napoli su la Sincerità. Se c'era un tema che poteva appassionarci era quello trattato dal chiarissimo conforer.ziere: è tutto il programma morali! della Rivista. Perciò pregammo l'on. Baccelli a consentircene la pubblicazione, e di avercela consentita gli rendiamo grazie vivissime. La Rivista ' ' poi che è la stessa natura e, con la sua voce limpida, sempre ci ammonisce; ma troppo sovente noi non l'ascoltiamo, noi la re-,pi_ngiam i, anii ci sforziamo di soffocarla. Ebbene da questa insana opera nostra scaturiscono quasi t11tte le deb;)lezz:e, le viltà, le mostruosità, le oppressioni della vita. 'forniamo a Lei, e torneremo forti, sani e liberi L'armonia del pensiero, del sentime:nto e dell'azione costitnisce la più potente forza della vita. Chi opera come sente, chi sente come pemrn, chi pensa come opera fonde la sua personalità in un purissimo cerchio di bronzo, 0mogeneo, perfetto, che squilla eguale i11 ogni punto, ad ogni colpo. Egli sarà in vincibile nell'azio1:e perchè vi porterà tutto il vig0re di chi è convinto e innamorat.o di ciò ehe opera; sarà in vinci bile nel l ensiero e nel sentimento perchè nessun pensiero e nrssu11 fH•ntimento potranno mai superare di luce e d'impeto il Vero. Egli sarà tra11q11illoe felice perchè la coscienz..a non gli rimprovererà mai di aver pens1to, Sbll ti to e operato contro l'essenza di sè stesso; e, vìvendo sempre simpaticamente con le sue tendenze e i suoi dP-sidcri, coglierà i fiori della letizia da. una pianta sempre verde. Ancora; egli si sentirà più alto innanzi a i:Ò medesimo e pieno d'umana dignità, poichè non avrà mai detto o fatto se non ciò che dire e fare voleva. Tutti i genii dell'umanità, tutti gli eroi, per chiamarli come li chiamò il C.,rlyle, tutte insomma qHe:1e grandi energie, qt11::llegrandi l·:ci di pensiero, di seutimento, d'azione, di carattere, che sembrano generate per formare e illuminare popoli e secoli, per provare Id. superiorità della stirpe umana, furono sinceri: furono armonici nel pensiero, nel son timento e nell'azione, poichè altro non è la sincerità che questa armonia. Se D,111te non fosse stato Cui::iÌ sincero adoratore di lJio e odii,tore dei Guelfi non avrebbe scritto la Divina Comeclia; se Giordano Brnnu non avesse così sincerameute amato la libertà del pensiero e quo:3ta non aves8e co.,,ì fortemente voluto, non sarebbe wcrto snl rogo, e in luogo d'essere un simbolo cui si curvano re\'erenti le folle, sarebbe rimasto un oscuro frate verboso e carnale. Se Giuseppe Garibaldi non ave:;se cosi sinceramente amato l'Italia, serva o divisa, e il suo popolo oppresso e non aves::le così pertinacemente operc:1,to secondo il suo proprio e il ·proprio sentimento, forse noi non ci troveremmo ora ·qui e Vittorio Emanuele III non sarebbe re d' Italia. Cosi è. Pure, cotesto prezioso dono della sincerità non è _abbastanza apprezzato e non se ne fa quell'uso che si dovrebbe. Finchè l'nmanità primi ti va e barbara, non corretta dalle leggi morali e civili e dai raffinamenti della meditata utilità, seguì nei suoi atti ciecamente la Natura, si fu abbastanza· sinceri. Ma quando per le necessità della convivenza sociale cominciarono a funzionare i freni inibitorii, la sincerità illanguidì; e quanto più pro:ede la civiltà, tanto più essa si allontana. Ebbene, dobbiamo, per contrario, richiamarla a noi, rinverdire e rifiorire al suo fresco, vivificante contatto , riaprire le porte di cristallo del suo tempio. Tanto più dob-
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